RECENSIONI
Francesco Recami
Il superstizioso
Sellerio, Pag. 199 Euro 12,00
Ogni giorno Camillo va in negozio a piedi, e per farlo deve percorrere un cavalcavia sotto al quale passano dei binari di una ferrovia. Pur non ritenendosi superstizioso, Camillo fa un gioco che sfrutta il passaggio dei convogli e, secondo una legenda di sua invenzione, pronostica la fortuna/sfortuna della giornata lavorativa che sta per iniziare. Così i treni sono il metodo tutto particolare che il nostro utilizza, in maniera ingenuamente sofisticata, per sapere cosa ne sarà di lui.
Un giorno sotto di lui passano ben tre convogli, così Camillo decide di dare una svolta alla sua giornata e torna a casa. Quando rientra però, il gatto gli attraversa fra i piedi facendolo inciampare. Un attimo prima di cadere e sbattere la testa ode un rumore, una sorta di gemito, provenire dalla camera da letto dove sua moglie sta ignara del ritorno anticipato di Camillo. Il poveretto viene ricoverato in ospedale e da lì precipita in uno stato confusionale che comincia ad affastellare la sua esistenza di strani presagi e oscuri rituali per fornire una chiave di lettura degli avvenimenti che riempiono la sua esistenza. Strani solitari con le carte e giochi numerologici per incrociare i dati, impegnano con sempre maggior pregnanza le giornate di Camillo. Quando poi, ripercorrendo le tappe del suo sfortunato incidente, il malcapitato ricorda quei gemiti inspiegabili che si facevano strada in corridoio, tutti i tasselli sembrano andare al loro posto. Comincia ad architettare sottrazioni del cellulare della moglie, ordisce trame da detective in erba per tracciare i movimenti della povera Teresa. Chiama forsennatamente la rubrica telefonica che le ha sottratto dal cellulare, la segue in palestra controllando i profili dei personal trainer, monitora le amiche e le loro vite disordinate.
Normale che a voler far coincidere dati si trovi un riscontro. E storto morto Camillo fa combaciare quasi alla perfezione ogni numero, con ogni volto, con gli orari, con le carte e il passaggio dei convogli. Le tabelle filano alla grande e la follia trova un facile accomodamento nella realtà. Peccato che a lungo andare l'atteggiamento del protagonista diventi sospetto, Teresa è frastornata e non sa cosa pensare. Il parossismo della situazione sopraggiunge quando Camillo pedina la moglie. Il proseguimento della vicenda ve lo lasciamo immaginare.
Benchè questo romanzo non sia molto di più che un agile storiella ben scritta, certo non particolarmente innovativa, lo spunto di riflessione è offerto proprio a coloro i quali soffrono di quel complesso tutto nostrano del "non è vero ma ci credo". Ossia la beata inconsapevolezza della superstizione, ammantata di giustificazioni del tipo "lo faccio solo per divertirmi, non è che creda ai gatti neri", che celano sotto il travestimento di una credenza tutta personale la superstizione più oscura. È interessante notare come, pur nella finzione narrativa che fa dell'esagerazione la sua cifra stilistica, il riscontro con la realtà sia concreto. E chi di voi ha provato l'esperienza, o conosce chi soffre del disturbo, non mancherà di trovare certe inquietanti analogie.
di Enrica Murru
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Sellerio, Pag.205 Euro 12,00Sere fa mi sono imbattuto in tv in un vecchio filmato di Studio 1: una straordinaria Bice Valori faceva l'imitazione dell'allora biondona del cinema italiano, Sandra Milo, spalleggiata da un altro grande monumento del nostro passato, Gino Cervi. Comparsa di quest'ultimo certo per pubblicizzare l'ennesima serie di Maigret che in quegli anni impazzava sul piccolo schermo in bianco e nero e che tutt'ora è ritenuta una delle migliori realizzazioni del regno di Bernabei.
Punto.

La casa di ringhiera
Sellerio, Pag. 208 Euro 13,00La fascetta 'cattura lettori' strilla: i delitti della porta accanto. Che nell'epoca nostra d'isteria poliziesca – siam diventati tutti seguci come i cani dietro ai funghi fregnacciari – butta assai bene ed è sfiziosa. Che poi è il contraltare della smania globalizzata e globalizzante del noir più international e figo (un po' anche stile 'l'ultimo Bond') per la quale anche gli italiani scrittori più trendy sembrano prede.
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