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CINEMA E MUSICA

Pina D'Aria

La liceale interpreta l'hipster: 'Norma Deloris Egstrom – A Tribute To Peggy Lee' di Jessica Pilnas

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Jessica Pilnas è buona per i saggi d'istituto e per i viking pub. E' un po' troppo pompata dal produttore che dichiara e fa dire a certuni che la scolara abbia una qualche affinità con Peggy Lee, al secolo, Norma Deloris Egstrom. Entrambe svedesi, ma non mi sembra esservi dell'altro. La Pilnas è una pop singer che si studia una parte, Peggy Lee era una bopper, scendeva nel groove, lo scavava, lo riportava in aria con una timbrica non fasulla, dallo spettro inondante e sensuale: hot jazz per l'appunto e non seghe ai grilli! La voce di Peggy era calda, alta, frizzante, ruvida e leggera, capace di articolare sfumature hip, cioè libere, spontanee, perché sentiva di diventare ulteriore e prioritario strumento dell'incadescenza bebop, breve e reiterata, nell'orchestra. "Don't explain" è un esempio delle capacità e dell'immaginazione della Lee, la versione di Jessica fa scendere il latte alle ginocchia e non parliamo di "Fever", meglio interpretata e reinventata da quel cavallo pazzo di Cat Power, la quale non eguaglia Peggy, ma almeno ha la stoffa della singer che non simula! Esagerato, poi, è il prezzo – 19 euro e cinquanta, quasi 40 carte da mille delle vecchie lire – di 'sto cd che sembra fatto in parrocchia con musicisti bravi e decenti per carità, a cui mi sento di suggerire l'animalità del jazz piuttosto che gli studi accademici; qua non è questione di nobel e ricchi premi e cotillons quanto piuttosto di sentire. Il jazz ha un lato selvaggio di cui non può essere privato neppure per un tributo per quanto cool voglia risultare. "Do I love you" che ti faceva venir voglia d'intime sensazioni eseguita da Peggy, qui si rinnova come uno straccio catramato e "Blue Prelude" è malinconico perché lento non perché la malinconia venga cantata, come sapeva fare la Lee se decideva di affondarci e riportarci alla luce, con una di quelle aperture che solo lei programmava, per stupire a ritmo serrato di toni e pause. Va bene il quartetto di archi dei Fleshquartet, la tromba di Karl Olandersson, il vibrafono di Mathias Stahl, il basso di Fredrik Jonsson, la polpettina Jessica, ma di raccomandatini, in Italia, ne abbiamo ben donde!



Jessica Pilnas

Norma Deloris Egstrom – A tribute to Peggy Lee

ACT - 2012





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