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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Stefania Bonura

Le 101 donne più malvagie della storia

Newton Compton, Pag. 430 Euro 14,90
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Rispetto al titolo, l'Autrice mescola un po' le carte: accanto a personaggi della storia o della cronaca, anche recente, piazza una bella sezione dedicata alla fiction, attingendo a fiabe, leggende, cinema, letteratura e fumetti. Si vede che in fondo tante donne cattive non le ha trovate, e non so se questo vada a lode o a disdoro del genere femminile. E' comunque una ricca galleria di ritratti corredata da gustose illustrazioni ad opera di Giovanna Niro.

Fra i personaggi storici troviamo Agrippina, Lucrezia Borgia, Isabella di Castiglia, Anna Bolena, Elisabetta Tudor, Maria Antonietta, Caterina de' Medici e Caterina di Russia, solo per fare qualche nome. Purtroppo per contestualizzare il personaggio , passando tra epoche e luoghi così diversi, l'Autrice si costringe ogni volta a un riassunto talmente esaustivo e concentrato da risultare perfino un po' pesante, specie se vi si inseriscono complicate genealogie. Insomma c'è un "effetto bignami" che nuoce un po' all'aspetto puramente narrativo. Per contro, sui fatti tratti dalla cronaca recente non c'è bisogno di tanti preamboli.

Si parla per esempio di Ninetta Bagarella e di Anna Maria Franzoni.

Gli episodi che mi sembrano i migliori in assoluto sono quelli basati su cronache non troppo attuali ma nemmeno troppo lontane, e che ricreano quel sapore ingenuo e antico degli articoli di giornale redatti nell'ottocento o nel primo novecento. Come la storia dell'"orchessa" Jeanne Weber, che coltivava l'antipatica abitudine di strangolare bambini.

Georgette, diciotto mesi, Suzanne, due anni e mezzo, Germaine, sette mesi, Marcel, sette anni. Questi bambini hanno un denominatore comune: morirono tutti tra le braccia di Jeanne Weber nel 1905 e nel giro di un mese. Il quinto si salvò. Era Maurice, il figlio del fratello di Jeanne. Quando la madre rientrò a casa lo trovò semisoffocato accanto alla cognata.

Purtroppo dopo indagini e riesumazioni di salme non si trovò una prova certa di colpevolezza, e l'orchessa si trasferì da Parigi a località più modeste dove per un altro po' di tempo poté continuare indisturbata la professione di bambinaia ( eccellente per coltivare il suo hobby!). Naturalmente il gioco non poteva durare all'infinito, e dopo una considerevole scia di cadaverini la sciagurata finì i suoi giorni in un manicomio criminale, dove "spirò tentando di infliggersi la morte per strozzamento." Ad aumentare il colore di storie di questo tipo non mancano i contributi "scientifici" d'epoca, come le diagnosi di Cesare Lombroso.

Un altro caso esemplare è quello della "saponificatrice di Correggio" Leonarda Cianciulli, che negli anni '30 e '40 ammazzava le sue vittime con la scure e, da donna economa, non buttava via niente.

Molto accorta era anche la "vedova di professione" Mary Ann Cotton, attiva nella seconda metà dell'ottocento, che prima di far fuori mariti, figli e altri parenti si assicurava il diritto a congrue eredità.

... a George Ward bastò disporre testamento per sentire l'intestino lanciare il suo primo lacerante gorgoglio.

Il potenziale diabolico non è sempre uguale, e in mezzo alla carrellata di maniache sanguinarie (ma nella sezione DONNE E POTERE anziché in quella DONNE E CRIMINE) troviamo a sorpresa Margaret Thatcher, che a questo punto sembra un angioletto. Forse perché l'Autrice dimentica di dire che la sua cattiva gestione della salute pubblica è stata da molti considerata responsabile del fenomeno della "mucca pazza".

C'è infine da osservare che il libro, per chi volesse approfondire, è dotato di una bibliografia di tutto rispetto.

In conclusione, che uso fare di questa antologia? Io personalmente consiglierei di tenerla sul comodino e leggere una storia ogni sera.



di Giovanna Repetto


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