INTERVISTE
Mattia Walker

Pur essendo molto giovane, ho letto che hai avuto esperienze di vario genere. Ci parli un po' di te? Cosa hai fatto prima di approdare al romanzo?
Ho fatto il libraio, ho scritto alcuni articoli su temi che mi stavano a cuore. E naturalmente ho imparato ad andare in bicicletta. E poi vorrei dire una cosa: non sono giovane. In realta' vesto casual.
Il lisergico mondo che fa da sfondo alla tua storia è forse il risultato del rifiuto di quello che siamo 'costretti' a subire?
No no, e' buffo perche' e' tutto vero. Se in Civitavecchia alla fine del mondo, che come tu sai e' il mio incredibile romanzo d'esordio, se in Civitavecchia qualcuno parla, e quel qualcuno esiste nel mondo, metti che ne so: il CEO di Nestle', allora nel romanzo quello che dice sono frasi assolutamente che ha detto per davvero. Lo abbiamo fatto, io e l'editora di Zandegu', anche per non farci denunciare. Che matti.
Ad un certo punto del romanzo scrivi: Restiamo sul pezzo, se non ti dispiace: il curling. Lo sport dell'impotenza esistenziale, il tentativo ridicolo di spostare le cose senza toccarle, provare a far accadere gli eventi semplicemente rendendoli più probabili. Mi sembra una perfetta metafora del tuo libro.
Ti ringrazio. Mentirei se non ammettessi che era esattamente quello che intendevo.
A proposito di eventi probabili. Hai scritto anche su riviste che si interessano di Ufo, e la loro 'presenza' si avverte nel tuo romanzo. Ma ci credi davvero?
Assolutamente. Le riviste di settore sono una cosa seria fatta da persone professioniste.
E di 'X-file' che ne pensi?
Fino alla seconda serie non era male. Poi ha mi sembra come tradito le aspettative dei fans. Una cosa tremenda, menare per il naso i fan.
La tua generazione, ancor più della mia, che è quella degli anni '60, s'è formata con la televisione. E tra gli 'imprinting' (ormai si dice così) che ha ricevuto c'è stato quello del wrestling. Nel tuo romanzo lo fai vivere attraverso il personaggio del sosia di Hulk Hogan. Al festival del cinema di Venezia vince un film dichiaratamente ispirato e dedicato a questa forma di sport-spettacolo. Il mondo dunque specchio di una realtà che sembra
dura ma in realtà falsa?
Non ti posso rispondere ora, mia mamma non si sente bene. Ma e' un'ottima domanda.
Ho avuto l'impressione, mentre leggevo il tuo libro che, come gran parte di noi, hai frequentato assiduamente la fantascienza. Me lo confermi? Hai un autore preferito? Non ti sembra che il genere sia in declino nonostante il grande impulso che le viene da Hollywood e dall'uso sempre più invasivo degli effetti speciali?
Naturalmente non sono stato capace di nascondere abbastanza bene le
influenze di Asimov nella mia prosa e nel mio lavoro in libreria piu' in generale. Negli ultimi tempi ho faticato pero' ti confesso a vedere un futuro per il genere fantascientifico che pure tanto amo. Noi siamo cresciuti, e il genere invece e' invecchiato. E anche per il mio lavoro in libreria non e' stato facile. Sono spesso in Belgio, l'Italia diventa un posto scomodo.
Il libro che hai sul comodino.
Non li tengo sul comodino, li leggo gratis in libreria, nei tempi morti. E ne leggo spesso tanti contemporaneamente, a seconda dell'umore. Gli ultimi sono stati Le 5 giornate di Bianciardi, La strada di McCarthy, Verso
Occidente l'impero dirige il suo corso di David Foster Wallace per doveri commemorativi, un libro di Avoledo che non ricordo il titolo, ma divertente, Novalis di Giorgio Fontana, ancora da finire, e poi l'autobiografia di Slash: un raro concentrato di vita, saggezza e rock and roll.
Ho fatto il libraio, ho scritto alcuni articoli su temi che mi stavano a cuore. E naturalmente ho imparato ad andare in bicicletta. E poi vorrei dire una cosa: non sono giovane. In realta' vesto casual.
Il lisergico mondo che fa da sfondo alla tua storia è forse il risultato del rifiuto di quello che siamo 'costretti' a subire?
No no, e' buffo perche' e' tutto vero. Se in Civitavecchia alla fine del mondo, che come tu sai e' il mio incredibile romanzo d'esordio, se in Civitavecchia qualcuno parla, e quel qualcuno esiste nel mondo, metti che ne so: il CEO di Nestle', allora nel romanzo quello che dice sono frasi assolutamente che ha detto per davvero. Lo abbiamo fatto, io e l'editora di Zandegu', anche per non farci denunciare. Che matti.
Ad un certo punto del romanzo scrivi: Restiamo sul pezzo, se non ti dispiace: il curling. Lo sport dell'impotenza esistenziale, il tentativo ridicolo di spostare le cose senza toccarle, provare a far accadere gli eventi semplicemente rendendoli più probabili. Mi sembra una perfetta metafora del tuo libro.
Ti ringrazio. Mentirei se non ammettessi che era esattamente quello che intendevo.
A proposito di eventi probabili. Hai scritto anche su riviste che si interessano di Ufo, e la loro 'presenza' si avverte nel tuo romanzo. Ma ci credi davvero?
Assolutamente. Le riviste di settore sono una cosa seria fatta da persone professioniste.
E di 'X-file' che ne pensi?
Fino alla seconda serie non era male. Poi ha mi sembra come tradito le aspettative dei fans. Una cosa tremenda, menare per il naso i fan.
La tua generazione, ancor più della mia, che è quella degli anni '60, s'è formata con la televisione. E tra gli 'imprinting' (ormai si dice così) che ha ricevuto c'è stato quello del wrestling. Nel tuo romanzo lo fai vivere attraverso il personaggio del sosia di Hulk Hogan. Al festival del cinema di Venezia vince un film dichiaratamente ispirato e dedicato a questa forma di sport-spettacolo. Il mondo dunque specchio di una realtà che sembra
dura ma in realtà falsa?
Non ti posso rispondere ora, mia mamma non si sente bene. Ma e' un'ottima domanda.
Ho avuto l'impressione, mentre leggevo il tuo libro che, come gran parte di noi, hai frequentato assiduamente la fantascienza. Me lo confermi? Hai un autore preferito? Non ti sembra che il genere sia in declino nonostante il grande impulso che le viene da Hollywood e dall'uso sempre più invasivo degli effetti speciali?
Naturalmente non sono stato capace di nascondere abbastanza bene le
influenze di Asimov nella mia prosa e nel mio lavoro in libreria piu' in generale. Negli ultimi tempi ho faticato pero' ti confesso a vedere un futuro per il genere fantascientifico che pure tanto amo. Noi siamo cresciuti, e il genere invece e' invecchiato. E anche per il mio lavoro in libreria non e' stato facile. Sono spesso in Belgio, l'Italia diventa un posto scomodo.
Il libro che hai sul comodino.
Non li tengo sul comodino, li leggo gratis in libreria, nei tempi morti. E ne leggo spesso tanti contemporaneamente, a seconda dell'umore. Gli ultimi sono stati Le 5 giornate di Bianciardi, La strada di McCarthy, Verso
Occidente l'impero dirige il suo corso di David Foster Wallace per doveri commemorativi, un libro di Avoledo che non ricordo il titolo, ma divertente, Novalis di Giorgio Fontana, ancora da finire, e poi l'autobiografia di Slash: un raro concentrato di vita, saggezza e rock and roll.
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