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CINEMA E MUSICA

Pina D'Aria

Natale è sempre: “The frost is all over” di Kate Rusby

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Delicata operazione ornamentale e di recupero, quella di Kate Rusby che ci propone un delizioso natale da pub, tra amici che amano reinventarsi una tradizione dalle mille sfumature, che ridonano atmosfere senza necessariamente essere tutti cristiani e bigotti. Infatti, il senso di tale lavoro risiede nell’invito a rinnovarsi con le stagioni.


Kate non è nuova a tali invenzioni e possiamo rintracciarla, come matura folk singer e compositrice, tra le nebbie del film “Heartlands” di Damien O’Donnell, ovvero, tra gli autori della colonna sonora.
Kate vuol convertirci a un “mood”, a un sentire,  a un’energia che si concretizza in sincere e cordiali relazioni, non al british anglicanesimo fatto di eserciti di salvezza, teiere e miseri da accudire. Folk significa popolo in un qualche modo e alla gente bisogna rivolgersi per riprendere a cantare, a stare insieme… Le interpretazioni di Kate sono nitide e poetiche mentre si avvale di eccellenti musicisti, che l’accompagnano con gusto e divertimento: Damien O’Kane, peraltro ottimo arrangiatore, Joe Rusby, il fratellone che in studio è semplicemente geniale a regolare i suoni, Steve Iveson, il magico chitarrista, Duncan Lyall, il bassista con le palle (tanto per essere in tema), Aaron Jones, chitarrista molto speciale molto scottish, infine ma non ultimo, Nick Cooke, ballerino, cantante, strumentista e uauu! I pezzi sono studiati con tratto elfico ma perfino urbano, giocoso; basterà ascoltare “Bradfield” che mette la festa nel cuore e a seguire, “Cornish Wassailing” più spiegato, mai melenso: una preghiera eseguita  con una grande chitarra su toni moderati ma allegri, davvero allegri.
“Sunny Bank” è un brano nuovo, ripreso dal traditional “Three Ships”; qui gli arpeggi morbidi e precisi si sposano con la voce che riscalda le mattinate d’inverno come un vin brulè. E, sempre a dispetto del freddo, “Winter Wonderland” mette il giusto brio per ballare perché, su queste note, devi portare il tempo, stare al passo anche con i repentini cambi di battuta, il ritmo moderno e sostenuto con leggerezza, conduce alle scoperte proprio nel mondo dell’immaginazione, altro che fantasticherie, si parla di felicità, di armonia, dunque di possibilità da realizzare, di comportamenti da mettere in campo! Similmente a finestre che si aprono benchè su gelide brughiere e freddi panorami, ma di aperture e comprensione si tratta, l’umano dovrebbe riportare al calore ogni volta che si rivolge all’altro, come succede in “Little Bilberry”, un brano thrilling? Traduciamo ciò con sensazionale, in quanto le impressioni, in veste di nordiche dicerie ed evocazioni, vengono restituite sotto forma di autentica musica dell’anima. Col banjo in “Dilly Carol”, si fa l’altalena: quel pizzicore esistenzialista che genera indecisione e incertezze perenni, nella brillante versione della Rusby&Band, diventa buon umore, cadenza che si calibra via via. Tale precisione narra di litanie, ripetitive, eppure accattivanti.
La fiaba, ma se preferite, la saga continua con un superbo e delizioso “Cold Winter” in cui il canto dell’usignolo accende un tepore, un fuocherello sempre attivo, personale, con il quale affrontare indenne la neve, i passaggi dell’indifferenza altrui, magari con stupende chitarra e tastiera. “The Xmas Goose” è un’altra storia di natale, quindi, o vi unite al cerchio, o restate senza amore. Poi, chi non ha mai canticchiato “…a very merry xmas (2 volte) and an happy new year…”? Bene, “Yorkshire Merry Xmas”  - più traditional non ve n’è! – è eseguita  in maniera così bella che tale interpretazione la imiteremo anche a luglio, anche col solleone, sì, sotto l’ombrellone, per rinascere dalle ceneri bollenti, oh yeah! Che natale speciale per noi atei sensibili al sound delle rivolte agite in pace, col sorriso; succede in “Mount Lingham” e in ogni luogo dove gli angeli ci seguono con lo sguardo e magari sei finito sotterrato anzitempo; crudele il destino che priva il defunto di una sì gloriosa e ironica ballata con fiati e ottoni. Per concludere, ecco il brano significativo che completa l’assemblaggio: “The frost is all over”, il freddo finisce su tutto, copre, ghiaccia e la coltre gelata si spacca se a cantare c’è Kate Rusby, aridaje, è sempre natale, a meno che non si muoia di natale, AHAHAH UAH AHAHA! Grande e radiosa KR!!

Kate Rusby
The frost is all over
Pure records, novembre 2015



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