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Il Paradiso degli Orchi
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INTERVISTE

Piano B

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Piano B, una casa editrice giovane ma non giovanilista. Come nascete?



Nel 2008, dopo varie esperienze all'interno di altre case editrici, decidemmo di provare a fare qualcosa di nostro. Ci spingeva la passione, la voglia di indipendenza e l'incoscienza, soprattutto.

Così a ventisette anni, senza investimenti e senza una sede, abbiamo iniziato questa meravigliosa avventura. Adesso intanto abbiamo una sede...



Parlateci delle vostre collane e delle vostre scelte editoriali.



Fin da subito ci fu chiaro il nostro primo progetto editoriale, e il filo rosso che avrebbe dovuto unire tutte le nostre pubblicazioni: la volontà di pubblicare opere e autori dimenticati o volutamente emarginati dalla grande editoria, cercando di dare spazio a quelle idee che fanno scorgere interpretazioni alternative e non conformi della realtà.

'La mala parte', la nostra prima collana - chiamata così in onore di Curzio Malaparte, il nostro concittadino più celebre dopo Paolo Rossi - nasce proprio così. I primi titoli sono stati il Trattato dei tre impostori: Mosè, Gesù, Maometto, di un anonimo spinoziano, Disobbedienza civile, del sempiterno H.D. Thoreau e L'uomo e la tecnica, di Oswald Spengler. Tutti e tre i titoli hanno già avuto più di una ristampa, e questo ci ha dato la spinta e la fiducia per continuare.

'Elementi' è un'altra collana di saggistica, dove ad ogni autore associamo un elemento della tavola periodica, per caratteristiche o analogie comuni: il nichel, ad esempio, veniva usato nel conio della moneta americana (il nichelino), da qui l'associazione con Emerson, uno dei padri e fondatori della cultura statunitense. Nietzsche è associato al kripton come allusione al superuomo; Twain all'elio per la sua leggerezza e perché viene ritenuto un gas esilarante; Schopenhauer al fosforo per la sua capacità d'illuminare e perché il fosforo si associa naturalmente alla profondità dell'intelligenza, e via dicendo... i nostri "elementi" diventano così dei tasselli culturali "fondamentali" che contribuiscono a creare ipotetici mondi.

Le altre collane sono 'Controtempo', dedicata alla narrativa, con un occhio sempre attento alle riscoperte ma anche a nuovi autori e storie non ordinarie e 'Disport', una collana trasversale che si vuole occupare di tutto ciò che parla di sport, dalla narrativa alla saggistica alla fotografia. Jack London ne fa parte con Storie di pugni, così come Calciobidoni, le storie dei più grandi fallimenti calcistici.

C'è inoltre 'Avatara'. Gli avatàra, nella religione Indù, sono le reincarnazioni del dio Visnù che ciclicamente appaiono sulla terra per aiutare l'umanità. Il vecchio che si reincarna nel nuovo assumendo nuove forme. Così i libri di questa collana si propongono di reinventare il classico, dando un nuovo corpo al passato. I grandi classici vengono illustrati da giovani artisti e illustratori emergenti.

L'ultima collana in ordine di tempo è 'Zeitgeist', saggi dedicati ai temi dell'attualità (nuove tecnologie, correnti di pensiero, ambiente).



Cosa si nasconde nel nome della vostra casa editrice?



È universalmente noto che il Piano A non funziona mai. Ci concentrammo subito sul Piano B.

Il nostro Piano B è la capacità di reazione, l'alternativa efficace, la soluzione inaspettata che può far cambiare soltanto un punto di vista, oppure risolvere un'esistenza. Le nostre scelte editoriali vorrebbero assecondare questo spirito. Tutti dovrebbero avere il proprio piano B.



Cosa manca a Piano B e di cosa vi fate forti?



A Piano B per adesso manca un corposo catalogo di qualità, ma ci stiamo lavorando. Mentre ci facciamo forti di avere un piccolo catalogo di qualità, sul quale abbiamo lavorato!



Credete nella realizzazione di eventi legati ai vostri titoli?



Certo, stiamo proprio adesso progettando una serie di eventi che accompagneranno l'uscita di tre nuovi titoli nella collana 'Zeitgeist'. Ma per scaramanzia non ne parliamo.



Quanto è importante la cura dell'oggetto libro al di là del valore commerciale?



Per una piccola casa editrice è fondamentale. Vogliamo e dobbiamo offrire libri belli da vedere e da leggere, quindi curiamo molto l'aspetto grafico e la qualità della carta, che scegliamo ecologica e rispettosa dell'ambiente.



Quali sono le spinte in Italia che alimentano l'editoria? Ce ne sono ancora?



Le spinte provengono da un pubblico di lettori sempre più esigente e interessato: l'Italia è tristemente famosa per essere uno dei paesi europei dove si legge di meno, ma con il passare del tempo le nuove generazioni più abituate alla lettura e più attente al mondo che le circonda stanno inevitabilmente innalzando questa soglia. La maggiore attenzione di questo pubblico più maturo ed esigente rappresenta una possibilità e una sfida. Questo è lo scenario per una editoria di qualità.



Vi ritenete una realtà indipendente?



Certo, siamo indipendenti come i gatti randagi. La nostra linea editoriale è libera da ogni vincolo, siamo noi a decidere in completa autonomia come, quando e perché pubblicare i nostri libri.



L'Italia ha: troppi scrittori o troppi intellettuali?



Sicuramente l'Italia è un paese di grafomani: tutti hanno un romanzo nel cassetto e tutti aspirano alla pubblicazione. Da qui il fiorire della cosiddetta "vanity press", a cui noi abbiamo felicemente rinunziato. Al di là di questa, crediamo però che gli autentici scrittori e gli autentici intellettuali non siano mai troppi.







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