RECENSIONI
W.Somerset Maugham
Storie ciniche
Gli Adelphi, Traduzione di Vanni Bianconi, Pag. 221 Euro 12,00
Conobbi Somerset Maugham quando avevo 15 anni. E nei modi che attualmente sembrano improponibili. A casa dello scrittore Richard Mason.
Qualcuno ricorda Mason? I più giudiziosi probabilmente lo confondono con uno che ha lo stesso nome e cognome e ha fatto la sua strada: parziale, ma l’ha fatta.
Io mi riferisco ad un Mason che era nato lo stesso anno di mio padre, 1920, autore di quattro libri (solo quattro) tra cui Il mondo di Suzie Wong e Il vento non sa leggere e che ebbi modo di conoscere perché allora avevo tanta buona volontà e anche un pizzico di scelleratezza.
Alla domanda: tu (è sottinteso che un quasi sessantenne desse del tu ad un quindicenne) ovviamente conoscerai Somerset Maugham io arrossii, ma non perché non conoscessi l’autore, ma solo perché notai sconcerto e qualche altra cosa che ora non potrei descrivere, nei lineamenti di Richard Mason.
Si riprese (aveva bei modi inglesi e anche una bella moglie) e mi confessò che l’autore da lui citato era una delle meraviglie del creato.
Cosa avrei dovuto fare? Ovviamente uscire dalla casa di Mason (bella, intellettuale, piena di libri e di piccoli gatti in ceramica), fiondarmi in una libreria e comprare tutto ciò che riguardasse Maugham (non molto in verità… un po’ l’inefficienza degli editori nostrani e un po’ la mia situazione economica che non mi portava a fare spese riguardose e necessarie).
Il risultato? Non so se dire la stessa cosa di Mason, e cioè che l’autore era una delle cose migliori create dal Padreterno, sicuramente però una penna efficacissima e pertinente. E soprattutto un uomo adatto ad ogni situazione.
Questo per dire che l’avvento di Storie ciniche è qualcosa che non deve scappare al normale cittadino: primo perché non farlo significherebbe ignorare una delle teste più preziose della letteratura del novecento, secondo perché parlare di cinismo in realtà è parlare semplicemente di un dato di fatto reale che potrebbe anche non essere quello.
Sì Storie ciniche vuole essere una sorta di passepartout per i più discreti, per quelli che preferiscono dare dei segni a quello che leggono. Errato, il libro in questione è solo un modo come un altro di conoscere le incombenze degli altri. Poi se è cinismo è cosa che può interessa a tratti.
Storie ciniche è un libro bellissimo e sofferto. Che seppure tratta argomenti e generi per noi distanti ce li fa amare con la dovuta discrezione.
- Tu ovviamente conoscerai Somerset Maugham?
- Yes sir!
di Alfredo Ronci
Qualcuno ricorda Mason? I più giudiziosi probabilmente lo confondono con uno che ha lo stesso nome e cognome e ha fatto la sua strada: parziale, ma l’ha fatta.
Io mi riferisco ad un Mason che era nato lo stesso anno di mio padre, 1920, autore di quattro libri (solo quattro) tra cui Il mondo di Suzie Wong e Il vento non sa leggere e che ebbi modo di conoscere perché allora avevo tanta buona volontà e anche un pizzico di scelleratezza.
Alla domanda: tu (è sottinteso che un quasi sessantenne desse del tu ad un quindicenne) ovviamente conoscerai Somerset Maugham io arrossii, ma non perché non conoscessi l’autore, ma solo perché notai sconcerto e qualche altra cosa che ora non potrei descrivere, nei lineamenti di Richard Mason.
Si riprese (aveva bei modi inglesi e anche una bella moglie) e mi confessò che l’autore da lui citato era una delle meraviglie del creato.
Cosa avrei dovuto fare? Ovviamente uscire dalla casa di Mason (bella, intellettuale, piena di libri e di piccoli gatti in ceramica), fiondarmi in una libreria e comprare tutto ciò che riguardasse Maugham (non molto in verità… un po’ l’inefficienza degli editori nostrani e un po’ la mia situazione economica che non mi portava a fare spese riguardose e necessarie).
Il risultato? Non so se dire la stessa cosa di Mason, e cioè che l’autore era una delle cose migliori create dal Padreterno, sicuramente però una penna efficacissima e pertinente. E soprattutto un uomo adatto ad ogni situazione.
Questo per dire che l’avvento di Storie ciniche è qualcosa che non deve scappare al normale cittadino: primo perché non farlo significherebbe ignorare una delle teste più preziose della letteratura del novecento, secondo perché parlare di cinismo in realtà è parlare semplicemente di un dato di fatto reale che potrebbe anche non essere quello.
Sì Storie ciniche vuole essere una sorta di passepartout per i più discreti, per quelli che preferiscono dare dei segni a quello che leggono. Errato, il libro in questione è solo un modo come un altro di conoscere le incombenze degli altri. Poi se è cinismo è cosa che può interessa a tratti.
Storie ciniche è un libro bellissimo e sofferto. Che seppure tratta argomenti e generi per noi distanti ce li fa amare con la dovuta discrezione.
- Tu ovviamente conoscerai Somerset Maugham?
- Yes sir!
di Alfredo Ronci
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W.Somerset Maugham
Honolulu e altri racconti
Adelphi, Pag.237 Euro 18.00'Conobbi' Somerset Maugham quando avevo quindici anni: a parlarmene fu Richard Mason (il vecchio, non il giovine!) l'autore de Il vento non sa leggere e Il mondo di Suzie Wong che ebbi la fortuna di incontrare e frequentare poco prima che morisse. Nei confronti di Maugham aveva un'assoluta venerazione e me ne resi conto poi personalmente quando confrontai i romanzi dell'uno con quelli dell'altro.
Ora fa piacere che Adelphi riproponga le opere dello scrittore britannico nato a Parigi (ma non sarebbe male ripubblicare anche quelle di Mason):
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