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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Roberto Saporito

Come un film francese

Del Vecchio editore, Pag. 134 Euro 14,00
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Riecco Saporito e riecco l’editore Del Vecchio.
Due scommesse in realtà e, forse, due modi di intendere la letteratura. Ma qui ci troviamo a dover parlare di libri e non di politica del libro. Quindi non alziamo barriere e manteniamoci bassi.
Riecco Saporito.
Lui, come dicono anche le note di copertina, ha fatto di tutto (ma onestamente mi chiedo come faccia  a campare… ma non è detto che non glielo chieda) e ha anche scritto dei romanzi, o racconti, che nel peggiore dei casi non sono rimasti inutili… figuriamoci nel migliore.
Ma è uno che fa anche incazzare e straborda di suo.
Un libro come Come un film francese (doppia ripetizione, ma non è colpa mia) non ce lo aspettavamo proprio. Almeno, io non me lo aspettavo proprio.
Cosa vuol significare?
Me lo sono chiesto più volte e non riesco a percorrere una strada sicura. Nel senso che non capisco cosa la sua mente abbia potuto partorire e poi rilasciare sui fogli.
Ha voluto ripercorrere la sua vita precaria però con l’aggiunta di una pausa determinante prima della tragedia? Bene, ma a noi?
Ha voluto raccontare una crisi umanitaria confondendo anche le generazioni, come se tutto fosse ormai destinato al fuoco sacro dell’indifferenza? Bene, ma a noi?
Ha voluto mettere in mezzo alla storia una Francia che è lì solo per via di indirizzi e occasioni che fanno un po’ il luogo dei sogni? Bene, ma a noi?
Dunque. Saporito mi sta simpatico e credo anche nella sua assoluta voglia di far sapere al mondo intero dove sta la buona letteratura (ma perché quell’elenco iniziale di libri, come se tutto possa essere circoscritto?), ma non capisco però perché questa sua posizione della essere accompagnata dalla firma degli altri (tutte quelle citazioni colte, che servono soltanto a catturare la mente dei più deboli) e da una voglia di confrontarsi che non fa proprio … film francese.
Anzi, se dovessi fare il prezioso, direi che il finale più che ad una cinematografia d’oltralpe assomiglia molto a un fatto di cronaca nazionale. Dal femminicidio (brutta parola) al maschicidio (si dice?)… e tutto quel che segue.
Per ora un giudizio medio, perché in fondo Saporito sa scrivere, ma alla prossima occasione son dolori. Se poi dovesse ricredersi…

di Alfredo Ronci


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A dire che Manchette ha esagerato, di questi tempi, è un azzardo: personalmente propenderei per 'l'immoralità' della letteratura erotica, ma si celia comunque (anzi, noi celiamo, gli scrittori di noir si prendono molto sul serio).

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Il rumore della terra che gira

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Roberto Saporito

Generazione di perplessi

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Curiosa questa letteratura indigena. Essa stessa non sa cosa vuole. Metti questi dementi di TQ (che sta per trenta/quaranta e qualcuno ancora più demente, sul 'Corsera' ha parlato di Tarantino Quentin perché in fondo i nostri genii letterari nostrani si rifanno a lui!): perché cincischiano di rinnovamento letterario quando sono loro stessi ad aver affossato qualsivoglia tentativo di rendere la narrativa diversa dal guado fangoso di una memorialistica infantile infarcita di pulpismi e castronerie merceologiche?
Cazzo vogliono?

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