RECENSIONI
Giorgio Manganelli
Concupiscenza libraria
Adelphi, Pag. 437 Euro 24,00![immagine](uploads/tx_orchidata/657c8fe255b49d633f14d8a53dce964b_w_h_mw600_mh900_cs_cx_cy.jpg)
Ho cercato la parola “concupiscenza” sul vocabolario. Quello di carta. Non su Internet. E il primo capitatomi davanti. Il “Devoto-Oli” così recita: Intenso desiderio di un appagamento, spec. Erotico. Nella morale cristiana, passione intemperante, predominio della materia sullo spirito.
Credo che un favore sia stato fatto a Manganelli dicendo che la sua passione libraria è assolutamente predominio della materia sullo spirito (anche se, per certi autori, una certa luce, anzi, una certa stimmate religiosa, l’ho vista apparire).
Di fronte a questo immane desiderio di sentirsi parte del tutto (il tutto letterario) è difficile rimanere esangui: Manganelli la tira dritta e ci restituisce un senso del piacere che a volte, come diceva giustamente il Devoto-Oli, è assolutamente erotico.
Il libro è una ricostruzione, chissà se vagamente completa, su ciò che lo scrittore milanese, poi romano, ebbe a scrivere durante i suoi innumerevoli anni passati tra giornali e riviste. L’elenco di tali stampe si trova in fondo al volume. Ed è fatto, credo, esclusivamente su chi abbia intenzioni più serie delle nostre.
Noi ci limitiamo a riportare stralci e passaggi solo per dare un’idea della grandezza spropositata del pensiero manganelliano (e anche con la convinzione che nulla, di questi miseri tempi, potrà mai essere eguagliato).
Si comincia con qualche fraseggio sull’arte del recensire, si passa per il mondo classico, si penetra nel barocco, si discetta sul tema di districar storie di Carlo Ginzburg, si argomenta sul classici della letteratura, vedi Balzac (grandissimo), Chesterton (meno bello il Padre Brown), Dylan Thomas, e si straparla anche di giallo, noir e fantascienza, sorpresi noi, che siamo sempre attenti ai settori, come un intellettuale come Manganelli possa disquisire, con lingua sempre ben affilata, su quello che non crederemmo mai passione sfrenata di alcuno.
Mi verrebbe da aggiungere che questo libro potrebbe essere consigliato anche a quelli che non sanno molto di letteratura, e in genere di cultura, per il semplice motivo che lo stile e l’affabulazione di Manganelli potrebbe portare giovamento. Ma lo so, è un sogno, che coltivo da tanto tempo e sui quali risultati stenderei un velo pietoso (che capirebbero, mi chiedo?).
Concupiscenza Libraria è un must, è un qualcosa che va li là delle semplici segnalazioni. E attenzione, Adelphi ha già in catalogo altre chicche dello scrittore. Si direbbe… a buon intenditor poche parole.
Ma davvero poche.
di Alfredo Ronci
Credo che un favore sia stato fatto a Manganelli dicendo che la sua passione libraria è assolutamente predominio della materia sullo spirito (anche se, per certi autori, una certa luce, anzi, una certa stimmate religiosa, l’ho vista apparire).
Di fronte a questo immane desiderio di sentirsi parte del tutto (il tutto letterario) è difficile rimanere esangui: Manganelli la tira dritta e ci restituisce un senso del piacere che a volte, come diceva giustamente il Devoto-Oli, è assolutamente erotico.
Il libro è una ricostruzione, chissà se vagamente completa, su ciò che lo scrittore milanese, poi romano, ebbe a scrivere durante i suoi innumerevoli anni passati tra giornali e riviste. L’elenco di tali stampe si trova in fondo al volume. Ed è fatto, credo, esclusivamente su chi abbia intenzioni più serie delle nostre.
Noi ci limitiamo a riportare stralci e passaggi solo per dare un’idea della grandezza spropositata del pensiero manganelliano (e anche con la convinzione che nulla, di questi miseri tempi, potrà mai essere eguagliato).
Si comincia con qualche fraseggio sull’arte del recensire, si passa per il mondo classico, si penetra nel barocco, si discetta sul tema di districar storie di Carlo Ginzburg, si argomenta sul classici della letteratura, vedi Balzac (grandissimo), Chesterton (meno bello il Padre Brown), Dylan Thomas, e si straparla anche di giallo, noir e fantascienza, sorpresi noi, che siamo sempre attenti ai settori, come un intellettuale come Manganelli possa disquisire, con lingua sempre ben affilata, su quello che non crederemmo mai passione sfrenata di alcuno.
Mi verrebbe da aggiungere che questo libro potrebbe essere consigliato anche a quelli che non sanno molto di letteratura, e in genere di cultura, per il semplice motivo che lo stile e l’affabulazione di Manganelli potrebbe portare giovamento. Ma lo so, è un sogno, che coltivo da tanto tempo e sui quali risultati stenderei un velo pietoso (che capirebbero, mi chiedo?).
Concupiscenza Libraria è un must, è un qualcosa che va li là delle semplici segnalazioni. E attenzione, Adelphi ha già in catalogo altre chicche dello scrittore. Si direbbe… a buon intenditor poche parole.
Ma davvero poche.
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