RECENSIONI
John Connolly
Gli amanti
Super Pocket thriller, Pag. 409 Euro 5,90
Che dite? Voi preferireste incontrare i fantasmi dell'horror del genio Stephen King (che in questi ultimi tempi s'è prepensionato. Gli ultimi quattro raccontini che ha scritto, Notte buia niente stelle, nonostante gli strilli dell'indigena critica giovanile, sembrano pinzillacchere) o un investigatore come Charlie "Bird" Parker? Con un nome così non credo ci sia l'imbarazzo della scelta. Ma costui non ama solo il jazz, ama anche Neil Young (e in questo romanzo cita pure i Sun Kill Moon, ed è tutto dire!) e, sentite sentite, il nostro Dante, che per un americano mi sembra il massimo. Ha un debole per le gonnelle (è riuscito durante un'avventura a tirarsene dietro tre contemporaneamente! Esattamente ne Il ciclo delle stagioni. Ma per fortuna è meno disperato dal punto di vista sentimentale di molti suoi colleghi), ma ha una sensibilità tutta "femminile" nel dialogare e confrontarsi con una coppia di amici gay che spesso gli gironzola intorno.
Ha un "debole" per le questioni di mafia e per i serial-killer.
Ma ahinoi, e lo devo dire a malincuore, preparatevi a fare i conti, a partire da questo romanzo, con un altro John Connolly. Messe da parte le sue inclinazioni hard-boiled e le sue ossessioni 'sociologiche' ne Gli amanti fa il pieno di fregnacce cabalistiche, di epifanie fantasmatiche (dobbiamo essere però onesti: la scena in cui un giornalista d'assalto, che vuole scrivere un romanzo su Charlie Parker, entra di soppiatto nella casa abbandonata del detective e deve fare i conti coi fantasmi della moglie e della figlia assassinate qualche anno prima da un serial killer, è un pezzo da antologia: leggetelo di giorno, perché di notte vi costringerà a girarvi a attorno e a coprirvi il volto con le lenzuola!) e di demoni guidati dio solo lo sa da chi.
Insomma una brutta sorpresa. Ed è un peccato, perché la trama come al solito è stimolante: Parker decide di investigare su un caso che riguardo suo padre, un agente del nono distretto di New York, che circa quarant'anni prima si tolse la vita all'improvviso dopo aver ucciso due giovani innamorati senza apparente motivo.
Invece andando avanti con la lettura ci si ritrova una storia di 'amanti' diabolici, quasi entità ultraterrene, il cui unico obiettivo sembra proprio il Parker nemmeno fosse l'Anticristo!
Forse ormai la permanenza definitiva di Connolly a Dublino e il successo mondiale devono avergli dato un po' alla testa: persi i contatti con la grande metropoli, deve avere assorbito qualche credenza del luogo di residenza, altrimenti non si spiega questa improvvisa fuga dalla realtà dello scrittore americano.
Come fans siamo delusi: preferiamo il Parker cazzuto e pure violento piuttosto che il detective, qui peraltro senza licenza, perso tra misteriche fesserie e piagnistei sentimentali. Vivaiddio quando scopa. Che lo stiamo perdendo?
di Eleonora del Poggio
Ha un "debole" per le questioni di mafia e per i serial-killer.
Ma ahinoi, e lo devo dire a malincuore, preparatevi a fare i conti, a partire da questo romanzo, con un altro John Connolly. Messe da parte le sue inclinazioni hard-boiled e le sue ossessioni 'sociologiche' ne Gli amanti fa il pieno di fregnacce cabalistiche, di epifanie fantasmatiche (dobbiamo essere però onesti: la scena in cui un giornalista d'assalto, che vuole scrivere un romanzo su Charlie Parker, entra di soppiatto nella casa abbandonata del detective e deve fare i conti coi fantasmi della moglie e della figlia assassinate qualche anno prima da un serial killer, è un pezzo da antologia: leggetelo di giorno, perché di notte vi costringerà a girarvi a attorno e a coprirvi il volto con le lenzuola!) e di demoni guidati dio solo lo sa da chi.
Insomma una brutta sorpresa. Ed è un peccato, perché la trama come al solito è stimolante: Parker decide di investigare su un caso che riguardo suo padre, un agente del nono distretto di New York, che circa quarant'anni prima si tolse la vita all'improvviso dopo aver ucciso due giovani innamorati senza apparente motivo.
Invece andando avanti con la lettura ci si ritrova una storia di 'amanti' diabolici, quasi entità ultraterrene, il cui unico obiettivo sembra proprio il Parker nemmeno fosse l'Anticristo!
Forse ormai la permanenza definitiva di Connolly a Dublino e il successo mondiale devono avergli dato un po' alla testa: persi i contatti con la grande metropoli, deve avere assorbito qualche credenza del luogo di residenza, altrimenti non si spiega questa improvvisa fuga dalla realtà dello scrittore americano.
Come fans siamo delusi: preferiamo il Parker cazzuto e pure violento piuttosto che il detective, qui peraltro senza licenza, perso tra misteriche fesserie e piagnistei sentimentali. Vivaiddio quando scopa. Che lo stiamo perdendo?
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John Connolly
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TimeCrime, Pag. 555 Euro 12,90Su Connolly noi (noi del Paradiso ovviamente) avevamo scommesso. Perché si trattava di un autore che sapeva tracciare una via precisa del noir e portarla fino alla fine, senza troppi incartamenti (come spesso avviene tra gli scrittori statunitensi e anche inglesi e svedesi).
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