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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Augusto De Angelis

Il do tragico

Il Giallo Mondadori. Speciali., Pag. 215 Euro 6,90
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Di questi tempi il giallo va sempre bene. Meglio se, scartabellando o facendo, mi scuso per il confronto, l’investigatore di lettere, si decida per una storia poliziesca d’antico sapore e di fascinata ambientazione storica.
Tutto questo per dire… Augusto De Angelis e il suo commissario De Vincenzi. Dobbiamo all’intuito e alla bravura di Oreste del Buono se la bravura e l’apparente distacco dal regime fascista dell’uomo ci sono stati consegnati senza per questo farne un miracolo del panorama letterario.
Augusto De Angelis, pur scrivendo durante il regime e pur sopportando la lontananza che il fascismo aveva per il poliziesco (sia perché vedeva con sospetto il genere letterario noir perché d’elite, considerato come un prodotto della cultura anglo-sassone, sia perché, per motivi propagandistici e di ordine pubblico, tendeva a far scomparire il crimine dalle cronache e dalla letteratura) continuò la sua strada senza ulteriori impedimenti, lasciandoci alla fine quasi una decina di testi più o  meno interessanti, più o meno convincenti.
Non vorrei sbagliarmi ma, nonostante le pubblicazioni degli anni sessanta che di De Angelis ha fatto  Longanesi, e le riprese del giallo Mondadori, Il do tragico risulta, escludendo l’uscita nel periodo fascista, un vero e proprio inedito. Poco c’interessa inoltre che sia stato stampato col titolo di Natale di sangue (è vero, io lo recensisco che è Pasqua, ma i miei tempi non sono quelli di mercato) e accompagnato ad un altro romanzo giallo ed un racconto breve. Queste son cose che fa il Giallo Mondadori, ma se realizzate con cura e passione, ben venga che accadano.
Sulla trama non c’è molto da dire: una famosa cantante d’opera viene assassinata nel coro di un’esibizione radiofonica. E’ la sera del 22 dicembre e una fitta nebbia avvolge Milano.
Quel che invece ci preme sottolineare è l’assoluto distacco di De Angelis dalle vicende del regime e l’idea che il commissario De Vincenzi si è fatto del delitto in generale e di questo in particolare: Ci sono delitti che sono semplicemente degni del loro nome; altri che hanno la pretesa di essere unici nella concezione; e infine alcuni pochi che rasentano l’arte pura. Il delitto perfetto sarà quello che sfuggirà oa ogni ricerca umana  e che, per ciò appunto, apparirà come un miracolo.
Se si ignora la spiegazione meccanica di un fenomeno, lo si chiama miracolo. Il fenomeno dell’uccisione di Sofia Scimanova si stava avviando, nella mente di De Vincenzi, a diventare qualcosa di meccanicamente perfetto. Occorreva, quindi, che lui trovasse qualcuno che gli rivelasse psicologicamente, fisicamente ed intellettualmente capace di compiere miracoli!
Sembrano sottigliezze, ma è tutto molto semplice. Lettura consigliata.

di Alfredo Ronci


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Gustoso


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Quante volte ci si è chiesti come dovesse essere la vita durante il ventennio: Augusto De Angelis pubblica questo romanzo nel 1934, a sei anni dunque dall'inizio della più immane tragedia che la Storia contemporanea abbia conosciuto.

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