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Il Paradiso degli Orchi
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DE FALSU CREDITU

Ottavia Polla Mazzanti

Il miracolo di Mecenate

Odino edizioni, Pag. 238 Euro 17,50
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Di per sé un ossimoro. Perché sarebbe stato l'ultimo pensiero di Gaio Cilnio Mecenate, così patrizio e così pagano, collaboratore dell'imperatore Augusto, essere in uso di pratiche miracolistiche. Davasi da fare molto più prosaicamente. Ma la menzione, o capopagina, è necessaria per indicare un seguito: è un secondo volume questo che segue il primiero Le stimmate di Pippo (sempre le stesse edizioni) sulla qualità salvifica della televisione.

Qui si conciona, e a modo, sulla redenzione dell'anima e del corpo (ma addirittura sì) dopo la lettura di un libro. Dunque la Polla Mazzanti restituisce in saggio quel che il volgo comune tenderebbe a distanziare: da una parte il vecchio e caro schermo (pur se sottratto all'usura del tempo con l'acquisizione di quello piatto e del digitale terrestre) e dall'altro la sua 'naturale' controparte, ma in questo caso, come avrebbe detto il buon Aldo Moro, convergenza parallela.

Sempre immaginaria corrispondenza, perché in realtà la Polla Mazzanti divide lo studio in due, concludendo però con quest'ultimo una sorta di cronachistico diario della speranza e della liberazione.

Dunque il libro, ma soprattutto il romanzo, come fonte di riacquisizione del mondo, creduto perduto, ritenuto spento, addirittura inutile, per infermità o decisione dello spirito. Ecco allora, nelle duecento e più pagine, di questo sorprendente panegirico, l'elenco dei miracolati e dei relativi santi: come lo studente trentenne (un po' tardo in verità) affetto da palilalia congenita che improvvisamente riacquista la normale favella dopo la lettura di Seta di Alessandro Baricco, o Alceste Verri, pluricondannato per l'omicidio della moglie e della figlioletta unidicenne che dopo aver terminato di leggere Io uccido di Giorgio Faletti si confessa devoto a Padre Pio; ancora: Desiata Somma, in preda ad un forte esaurimento nervoso, e ormai anche pronta al suicidio che improvvisamente si desta dalla sua condizione catatonica grazie a Non ti muovere della Margaret Mazzantini, che crediamo l'accaduto, a questo punto, pregno di una forte valenza di contrapposizione simbolica; di più: il falegname Alfredo Perri che afflitto dall'Alzheimer e quindi impossibilitato a svolgere le normali mansioni di un lavoro artigianalmente manuale che riacquista il perfetto controllo di sé e degli arti dopo aver terminato La separazione del maschio di Francesco Piccolo. Commuove fino allo strazio l'immedesimazione del contadino salernitano Salvatore Fierro - avvilito per la morte della compagna di una vita – che di fronte a versi d'infinita saggezza come quelli del poeta-presidente Nicki Vendola, e precisamente: Solo la salvia conosce i segreti / fradici di grammatica / degli astri femminei che muti vagano / nelle tue cosmogonie, risponde al richiamo della poesia più cristallina riacquistando in toto, addirittura con un sovrappiù di esaltazione quasi mistica, la sua predisposizione all'ortocoltura.

Sarebbero tanti gli esempi da indicare: a questo punto vi si può consigliare solo la lettura. Che sicuramente restituirà a sua volta benessere ai milioni, e lo crediamo, lettori di tutto il mondo.

La Ottavia Polla Mazzanti però ci fa argutamente notare come in rari casi, la levità della letteratura non produca effetti similari. E riporta il caso di suor Delizia Cassame della Congregazione di Santa Maria Ausiliatrice del Benedetto Signore, che improvvidamente venuta in possesso di Sodomie in corpo 11 di Aldo Busi, dopo la lettura, si sia spogliata dei voti e in preda a raptus demoniaci sia finita in strada urlando vecchi slogan sessantottini e femministi, rivisitati all'uopo: il culo è mio e me lo gestisco io. L'augurio della Polla Mazzanti, e anche il nostro, è che si sia almeno divertita.







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