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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Percival Everett

La cura dell'acqua

Nutrimenti, Pag.194 Euro15,00
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A pag. 19 del libro si legge: E così ho trovato la risposta ad un'annosa questione filosofica: se tua figlia grida nel bosco e non c'è nessuno a sentirla, lei sta davvero gridando? A quanto pare no.

Rivolgo la frittata: se tu hai letto un libro e non sei riuscito a coglierne l'essenza, lo hai letto per davvero? A quanto pare sì. Perché io l'ho fatto.

Lo ammetto: Percival Everett non mi ha mai trasmesso nulla nonostante sappia, facendo questo mestiere, che ha parecchi estimatori italiani. Già il precedente libro, sempre pubblicato da Nutrimenti (ma non è l'unica casa editrice ad interessarsi allo scrittore americano) ed esattamente Glifo, mi aveva lasciato indifferente, anzi allora, del tutto sinceramente, ammettevo che dalla lettura non avevo cavato un ragno dal buco.

Sarà colto, sarà preparato, sarà intelligente, sarà scaltro, sarà progressista, sarà inusuale, sarà scardinante, sarà meta-letterario, sarà un fuoco d'artifico, sarà sperimentale, sarà joyciano, sarà tutto insomma, ma quel che scrive mi scivola addosso come acqua saponata.

E a tratti lo trovo insopportabile.

Scrive a pag. 26: Possiamo senz'altro trovargli un nome, a questo desiderio di parole infinite, se solo volessimo. Lo potremmo battezzare se scegliessimo di farlo. E se lo facciamo? Il desiderio esiste comunque? Il nome per questo desiderio di parole infinite è amore. Ma non puoi provare questo desiderio a meno che tu non ami infinitamente.

Ok, mi sta bene, è una bella confessione, ma ho l'impressione che questo impellente sfrenato bisogno di parole gli si ritorca contro: tra giochi linguistici, pastiche, come già dicevamo prima, joyciani, limerick, illustrazioni infantili, scatti non-sense sembra che non ci sia pausa per una riflessione più pacata e un dettato meno avanguardista.

Non capisco il fine: quello di strafare? Di far vedere che è il più bravo? Eppure la storia non era male: ad una famiglia viene rapita una bambina, il padre scopre il responsabile, lo rapina a sua volta e decide alla fine del suo destino.

Qui Everett avrebbe potuto innescare riflessioni sociologiche: ne fa pure di politiche per carità, forse nella convinzione che forma e contenuto debbano essere inscindibili. Si prenda per esempio la dichiarazione anti-bushana di pag. 62-63: Chi può dire che qui, proprio qui, nei miei appunti, o nel libro, chiamalo come cazzo ti pare [questa sì che è un'idea! Ndr], io non possa dire che il petrolio è la preoccupazione primaria di questo schifoso corrotto fesso moralmente sfasato presidente e dei suoi avidi viscidi tirapiedi leccaculo?

Perfetto no? Al mio prossimo libro riporto la citazione para para (magari cambiando solo la parola petrolio con affari) tanto si adatta perfettamente alla nostra situazione politica, ...ma la sostanza su Everett comunque non cambia.

Pare che La cura dell'acqua sia stato scritto su quaderni ad anelli e fogli sparsi in un loft di Los Angeles (c'avrei giurato!) con l'intenzione poi di assemblarlo a casaccio. Un'operazione del genere l'ha fatta recentemente, e ancora più ardita, anche quel "genio" nostrano di Nanni Balestrini con Tristano (Deriva Approdi), un lavoro ormai "vecchio" di quarant'anni ed ora riprodotto con copie una diversa dall'altra (pensa te l'editore come deve essere contento!), quindi ognuna unica, prefato da Eco e non poteva essere altrimenti e con l'intento di concepire una nuova idea di letteratura e di libertà espressiva. Ma vai a cagare!

Per Everett mi rimangono le impressioni e i dubbi di sempre. Che ci posso fare?



di Alfredo Ronci


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Mangiabile


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Percival Everett

Glifo

Nutrimenti, Pag. 221 Euro 14,50

Sincerità per sincerità? Dalla lettura di questo libro non ci ho cavato un ragno dal buco. E sarei pure curioso di sapere come avrà disquisito quel "tuttologo" di Luca Sofri durante la presentazione dell'opera, ammettendo che siffatta possibilità sia andata in porto se non altrimenti un coup de théâtre dell'omino, avvezzo ad autocelebrarsi.

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Percival Everett

Ferito

Nutrimenti, Pag. 236 Euro 16,00

Hunt è un cowboy nero che vive la frontiera. Quella frontiera ad Ovest di qualsiasi luogo si possa credere raggiungibile dall'abbrutimento umano. Qui c'è Highland, Wyoming e il ranch di quest'uomo di mezz'età, con la laurea in storia dell'arte, che addestra i cavalli mandando avanti la baracca con lo zio Gus e uscendo di matto dietro a un mulo che non ne vuole sapere di starsene buono. Un luogo bigotto forse, ma da cui non deve temere più di tanto.

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Percival Everett

Non Sono Sidney Poitier

Nutrimenti, Pag. 250 Euro 16,50

Torna il funambolico Percival Everett, uno dei pochi scrittori capaci di mettersi alla prova con qualsiasi genere narrativo senza lasciare mai il lettore inappagato.
Dopo il grottesco Deserto Americano, arriva Non Sono Sidney Poitier (sempre edito da Nutrimenti), un romanzo surreale, parossistico eppure così lineare nel suo allucinato sviluppo.
Non Sono Sidney Poitier, nasce con questo nome e questo cognome, dopo due anni di gravidanza isterica in un quartiere nero e povero degli Stati Uniti.

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Percival Everett

Il paese di Dio

Nutrimenti, Pag. 199 Euro 16,00

Dove comincia il West? Per Percival Everett molto lontano dai luoghi comuni . Nutrimenti (che ha pubblicato tutti i romanzi dell'autore americano in Italia) regala la traduzione del romanzo parodistico del 1994 God's Country, Il paese di Dio.
Un vero western che vede protagonista Curt Mader, antieroe per eccellenza, con tutti i difetti che i bianchi dell'epoca (solo dell'epoca?) potevano avere: codardia, xenofobia, ingenuità bifolca, sessualità pronunciata e tante balle pronte ad essere servite alla prima occasione.

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