CLASSICI
Marco Minicangeli
La sopravvivenza di Hughes

La science-fiction degli anni Settanta era bellissima. Era pervasa dalla paura di un futuro fatto di sovrappopolazione, inquinamento e conflitti atomici, ma al tempo stesso era psichedelica, venata di speranza e colma della fantasia mediata dal movimento hippy. C’era la Guerra Fredda, certo, ma anche la speranza di un mondo migliore.
Di Zach Hughes (vero nome Hugh Zachary) non avevo letto nulla e non so neanche se sia stato tradotto qualche altro libro. Questo Sopravvivenza! (The Book of Rack The Healer) è un romanzo bello, potente, che non dovrebbe mancare nella biblioteca di un amante del genere. Ci parla di un mondo dove la vita è ormai impossibile: niente acqua pura, niente vegetazione, radioattività. Eppure anche in una situazione del genere la vita esiste e si sviluppa. Certo è un tipo di vita completamente diversa da quella che siamo abituati a conoscere e che si è dovuta adattare alle condizioni nelle quali si sviluppa. Il titolo che l’editore italiano ha perciò voluto dare al romanzo — Sopravvivenza! per l’appunto — è azzeccato visto il mondo nel quale (soprav)vive Graticcio (Rack), il protagonista della storia. Ondate cicliche di liquidi acidi, bufere tossiche e solo poco ossigeno: in una situazione del genere è possibile andare avanti solo rispettando un ordine ben preciso. Ma Graticcio è un deviante e decide di seguire sentieri non battuti da altri, decide di vivere il suo amore per Alibelle (soprattutto nella variante del sesso) e per questo sarà costretto all’esilio.
Violare l’ordine costituito, trovare nuove vie, sperimentare strade nuove, sono tutte costanti della science-fiction degli anni Settanta. Graticcio capisce che esiste qualche altra cosa, un mondo diverso che deve essere trovato, perché quello in cui vivono è ormai avviato alla distruzione. Sarà la sua salvezza.
Di Zach Hughes (vero nome Hugh Zachary) non avevo letto nulla e non so neanche se sia stato tradotto qualche altro libro. Questo Sopravvivenza! (The Book of Rack The Healer) è un romanzo bello, potente, che non dovrebbe mancare nella biblioteca di un amante del genere. Ci parla di un mondo dove la vita è ormai impossibile: niente acqua pura, niente vegetazione, radioattività. Eppure anche in una situazione del genere la vita esiste e si sviluppa. Certo è un tipo di vita completamente diversa da quella che siamo abituati a conoscere e che si è dovuta adattare alle condizioni nelle quali si sviluppa. Il titolo che l’editore italiano ha perciò voluto dare al romanzo — Sopravvivenza! per l’appunto — è azzeccato visto il mondo nel quale (soprav)vive Graticcio (Rack), il protagonista della storia. Ondate cicliche di liquidi acidi, bufere tossiche e solo poco ossigeno: in una situazione del genere è possibile andare avanti solo rispettando un ordine ben preciso. Ma Graticcio è un deviante e decide di seguire sentieri non battuti da altri, decide di vivere il suo amore per Alibelle (soprattutto nella variante del sesso) e per questo sarà costretto all’esilio.
Violare l’ordine costituito, trovare nuove vie, sperimentare strade nuove, sono tutte costanti della science-fiction degli anni Settanta. Graticcio capisce che esiste qualche altra cosa, un mondo diverso che deve essere trovato, perché quello in cui vivono è ormai avviato alla distruzione. Sarà la sua salvezza.
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