ATTUALITA'
Tersite Rossi*
Nuove narrative: il dispaccio di Tersite
L’idea ce l’ha data Chuck. Chuck Palahniuk. L’estate stava finendo e un giorno, in spiaggia, abbiamo letto che l’autore di “Fight Club” si stava preparando a lanciare la sua newsletter su Substack. Confessiamo che manco lo sapevamo, cosa fosse Substack. L’essere fan incalliti del vecchio Chuck ci ha indotti ad approfondire. E abbiamo scoperto che si trattava dello strumento di cui eravamo alla ricerca da tempo.
Il funzionamento di Substack (un prodotto della Silicon Valley) è semplice. Qualunque scrittore può aprirvi gratuitamente un canale personale nel quale pubblicare i propri contenuti. Chi è interessato a leggere può iscriversi e ricevere i post per e-mail (gratis o a pagamento, dipende da cosa decide lo scrittore). La differenza con i social network? Abissale. Gli scrittori sanno che chi legge lo farà dalla propria casella di posta, e per averlo scelto espressamente, quindi con un livello di attenzione molto superiore a quello che si ha generalmente quando si scorrono confusamente le bacheche dei social. Tutto su Substack - dalla struttura minimale alla grafica pulita - è fatto affinché i contenuti siano letti davvero, e non semplicemente scorsi.
Dal canto nostro, sentivamo da tempo il bisogno di rendere più stretto, solido e costante il rapporto con i nostri lettori. E di ritagliarci uno spazio sempre aperto, lontano dagli ordinari sussulti editoriali, inevitabilmente sporadici per chi, come noi, cucina a lungo i propri romanzi (ne abbiamo pubblicati “solo” quattro in dodici anni). Così abbiamo deciso di seguire l’esempio di Palahniuk (e di molti altri romanzieri, ma a quanto pare nessun italiano oltre a noi), dando vita a quello che abbiamo chiamato dispaccio e non newsletter, per amore della nostra lingua e del sapore antico che il vocabolo sprigiona.
Nel dispaccio pubblichiamo soprattutto storie, che sono la nostra ragion d’essere. “Storie diverse, storie nascoste”, recita il nostro slogan, come quelle che, in oltre un decennio di sodalizio collettivo, abbiamo sempre provato a raccontare nei nostri romanzi, che si trattasse di strategie della tensione, distopie tecnocratiche, signori della cenere o nuova gleba. La dimensione del dispaccio è adatta a ospitare racconti più o meno brevi, spesso a puntate, che è un modo per rinverdire una tradizione di grande fascino come quella del feuilleton. Da quando l’abbiamo aperto, il 4 ottobre 2021, il dispaccio ha ospitato undici racconti, per un totale di ventiquattro puntate (con una media di circa settemila battute a puntata, poco più del doppio di questo pezzo). Abbiamo spaziato dal genere weird al fantascientifico, al distopico, fino alla narrativa d’inchiesta. E decine di altri racconti sono già in lista, pronti per la pubblicazione.
Oltre alle storie, il dispaccio ospita anche anteprime e retroscena su ciò a cui stiamo lavorando o abbiamo intenzione di lavorare; segnalazioni di libri o film che ci hanno particolarmente colpiti; pensieri in libertà, fuori binario, forse deliri.
Ai nostri iscritti - diventati centinaia nel giro di pochi mesi - arrivano al massimo un paio di e-mail a settimana, nell’idea che per leggere si debba avere il tempo necessario. Come pure per scrivere. Perché il dispaccio di Tersite non è un social network. È solo narrativa.
* Tersite Rossi è un collettivo di scrittura, autore del romanzo d'inchiesta sulla trattativa tra Stato e Mafia “È già sera, tutto è finito” (Pendragon 2010), del noir distopico “Sinistri” (Edizioni E/O 2012, nella Collezione SabotAge curata da Massimo Carlotto), del thriller economico-antropologico “I Signori della Cenere” (Pendragon 2016) e di “Gleba” (Pendragon 2019), romanzo d’inchiesta sul lavoro sfruttato. Suoi racconti sono apparsi sulle pagine di svariate testate, raccolte e antologie. Lo pseudonimo è un omaggio a Tersite, l'antieroe omerico, e al signor Rossi, l’uomo della strada (www.tersiterossi.it).
Per leggere Il dispaccio di Tersite e iscriversi (gratuitamente): tersiterossi.substack.com
Il funzionamento di Substack (un prodotto della Silicon Valley) è semplice. Qualunque scrittore può aprirvi gratuitamente un canale personale nel quale pubblicare i propri contenuti. Chi è interessato a leggere può iscriversi e ricevere i post per e-mail (gratis o a pagamento, dipende da cosa decide lo scrittore). La differenza con i social network? Abissale. Gli scrittori sanno che chi legge lo farà dalla propria casella di posta, e per averlo scelto espressamente, quindi con un livello di attenzione molto superiore a quello che si ha generalmente quando si scorrono confusamente le bacheche dei social. Tutto su Substack - dalla struttura minimale alla grafica pulita - è fatto affinché i contenuti siano letti davvero, e non semplicemente scorsi.
Dal canto nostro, sentivamo da tempo il bisogno di rendere più stretto, solido e costante il rapporto con i nostri lettori. E di ritagliarci uno spazio sempre aperto, lontano dagli ordinari sussulti editoriali, inevitabilmente sporadici per chi, come noi, cucina a lungo i propri romanzi (ne abbiamo pubblicati “solo” quattro in dodici anni). Così abbiamo deciso di seguire l’esempio di Palahniuk (e di molti altri romanzieri, ma a quanto pare nessun italiano oltre a noi), dando vita a quello che abbiamo chiamato dispaccio e non newsletter, per amore della nostra lingua e del sapore antico che il vocabolo sprigiona.
Nel dispaccio pubblichiamo soprattutto storie, che sono la nostra ragion d’essere. “Storie diverse, storie nascoste”, recita il nostro slogan, come quelle che, in oltre un decennio di sodalizio collettivo, abbiamo sempre provato a raccontare nei nostri romanzi, che si trattasse di strategie della tensione, distopie tecnocratiche, signori della cenere o nuova gleba. La dimensione del dispaccio è adatta a ospitare racconti più o meno brevi, spesso a puntate, che è un modo per rinverdire una tradizione di grande fascino come quella del feuilleton. Da quando l’abbiamo aperto, il 4 ottobre 2021, il dispaccio ha ospitato undici racconti, per un totale di ventiquattro puntate (con una media di circa settemila battute a puntata, poco più del doppio di questo pezzo). Abbiamo spaziato dal genere weird al fantascientifico, al distopico, fino alla narrativa d’inchiesta. E decine di altri racconti sono già in lista, pronti per la pubblicazione.
Oltre alle storie, il dispaccio ospita anche anteprime e retroscena su ciò a cui stiamo lavorando o abbiamo intenzione di lavorare; segnalazioni di libri o film che ci hanno particolarmente colpiti; pensieri in libertà, fuori binario, forse deliri.
Ai nostri iscritti - diventati centinaia nel giro di pochi mesi - arrivano al massimo un paio di e-mail a settimana, nell’idea che per leggere si debba avere il tempo necessario. Come pure per scrivere. Perché il dispaccio di Tersite non è un social network. È solo narrativa.
* Tersite Rossi è un collettivo di scrittura, autore del romanzo d'inchiesta sulla trattativa tra Stato e Mafia “È già sera, tutto è finito” (Pendragon 2010), del noir distopico “Sinistri” (Edizioni E/O 2012, nella Collezione SabotAge curata da Massimo Carlotto), del thriller economico-antropologico “I Signori della Cenere” (Pendragon 2016) e di “Gleba” (Pendragon 2019), romanzo d’inchiesta sul lavoro sfruttato. Suoi racconti sono apparsi sulle pagine di svariate testate, raccolte e antologie. Lo pseudonimo è un omaggio a Tersite, l'antieroe omerico, e al signor Rossi, l’uomo della strada (www.tersiterossi.it).
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