RECENSIONI
Fabio Lombardi
Passo a due
Vallecchi, Pag. 278 Euro 16.00
Ebbene sono più di venti anni che non ho più notizie di Fabio Lombardi. No, non è un nome nuovo del noir nazionale, anzi, solo che per accadimenti che nulla hanno a che fare con la letteratura, non ho avuto più sentore di lui.
Eppure prometteva bene, tanto che, sempre negli anni ’90, misi su un’antologia di racconti polizieschi per l’allora settimanale Avvenimenti e lui ne faceva parte, insieme ad altri nomi che avrebbero reso celebre il noir nazionale (vedi Carlotto ed altri).
Ora, da parte di Mariano Sabatini, che credo sia diventato responsabile della nuova Vallecchi, mi arriva questo Passo a due.
Secondo me bisogna fare una distinzione ben delineata tra storia e stile del romanzo. Anche se poi è facile capire il perché. Dunque la storia è questa: una coppia felicemente sposata, nonostante la mancanza di liquidità non riesce a ridurre le spese e si trova sull’orlo di un collasso economico. Durante una festa incontra un certo Higgins che le propone di cedere alla società per cui lavora tutti i beni in cambio di una grossa somma di denaro. I due, manco a dirlo, accettano.
Non me ne voglia il Lombardi, ma gli accadimenti, per quanto sostenuti da una verve esistenziale, non afferrano troppo il lettore (dov’è la sostanza noir? Ad un certo punto del romanzo se lo chiedono gli stessi protagonisti).
La sostanza cambia quando si considera linguisticamente il romanzo. Diciamocelo, Lombardi non è più un pischello, e non credo che abbia ancora voglia di stupire i lettori. S’è costruito una base letteraria che, passo passo, la riversa su ciò che scrive. Qui, per esempio, abbiamo cenni su un libro di valore di Raymond Chandler e abbiamo pure riferimenti a una storia gialla di tanto tempo fa che vedeva la contrapposizione tra Patricia Highsmith e Nicholas Blake.
Della serie: io so certe cose, ne faccio presente, e arricchisco pure la storia. E a questo punto, nonostante certe riserve, lo accettiamo pure noi.
Concludendo: un giudizio mangiabile per la storia, ed un gustoso (ma attenzione a quale pubblico il romanzo voglia rivolgersi) per le tentazioni stilistiche.
di Alfredo Ronci
Eppure prometteva bene, tanto che, sempre negli anni ’90, misi su un’antologia di racconti polizieschi per l’allora settimanale Avvenimenti e lui ne faceva parte, insieme ad altri nomi che avrebbero reso celebre il noir nazionale (vedi Carlotto ed altri).
Ora, da parte di Mariano Sabatini, che credo sia diventato responsabile della nuova Vallecchi, mi arriva questo Passo a due.
Secondo me bisogna fare una distinzione ben delineata tra storia e stile del romanzo. Anche se poi è facile capire il perché. Dunque la storia è questa: una coppia felicemente sposata, nonostante la mancanza di liquidità non riesce a ridurre le spese e si trova sull’orlo di un collasso economico. Durante una festa incontra un certo Higgins che le propone di cedere alla società per cui lavora tutti i beni in cambio di una grossa somma di denaro. I due, manco a dirlo, accettano.
Non me ne voglia il Lombardi, ma gli accadimenti, per quanto sostenuti da una verve esistenziale, non afferrano troppo il lettore (dov’è la sostanza noir? Ad un certo punto del romanzo se lo chiedono gli stessi protagonisti).
La sostanza cambia quando si considera linguisticamente il romanzo. Diciamocelo, Lombardi non è più un pischello, e non credo che abbia ancora voglia di stupire i lettori. S’è costruito una base letteraria che, passo passo, la riversa su ciò che scrive. Qui, per esempio, abbiamo cenni su un libro di valore di Raymond Chandler e abbiamo pure riferimenti a una storia gialla di tanto tempo fa che vedeva la contrapposizione tra Patricia Highsmith e Nicholas Blake.
Della serie: io so certe cose, ne faccio presente, e arricchisco pure la storia. E a questo punto, nonostante certe riserve, lo accettiamo pure noi.
Concludendo: un giudizio mangiabile per la storia, ed un gustoso (ma attenzione a quale pubblico il romanzo voglia rivolgersi) per le tentazioni stilistiche.
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