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Il Paradiso degli Orchi
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ATTUALITA'

Stefano Torossi

SINITE PARVULOS VENIRE AD ORGANUM

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Sinite parvulos venire ad organum
Così sta scritto in testa al programma. Certo una manifestazione che di questi tempi esibisce un motto del genere rischia di attirare la indesiderata attenzione del telefono azzurro.
Invece si tratta di un innocentissimo, anzi, di un benemerito festival organizzato da Giorgio Carnini: “Un organo per Roma” che ha debuttato con Olga di Ilio (l’organum) e un coro di voci bianche (i parvulos) il 10 dicembre nella Sala Accademica di Santa Cecilia, dove c’è (e meno male che almeno lì c’è) l’unico organo laico di Roma.
Per spiegare la faccenda dobbiamo risalire a una notizia di qualche tempo fa.
“Nel 1995 Renzo Piano, progettando il Parco della Musica di Roma, aveva previsto nella Sala Grande lo spazio per installare un organo da concerto. La delibera era firmata, i soldi pronti da spendere, eppure l’organo non si fece. Per l’opposizione (così si dice) di Luciano Berio, allora sovrintendente dell’Accademia di Santa Cecilia. Mai spiegata del tutto questa decisione, che definire stupida sarebbe troppo generoso. Il risultato è che in tutta la città, al di fuori di chiese e istituti vaticani, c’è un solo organo, diciamo così, profano. Quello, appunto, della Sala Accademica del Conservatorio. Per l’ottusità di un sovrintendente una capitale come Roma sta più indietro di una qualsiasi piccola ma civile, forse proprio in questa parola sta la differenza, cittadina europea”.
Riuscirà il nostro eroe (Giorgio Carnini) a raccogliere consensi e fondi per il nuovo strumento?

Sono ancora tutti vivi.
…e la RCA si fece mangiare dalla BMG…e la BMG si fece mangiare dalla Sony…e la Sony, nell’attesa (forse) di farsi mangiare da qualcun altro ha deciso di tirare fuori un magnifico cofanetto di CD, che ci è stato presentato il 10 mattina.
Tutti sul posto e in ottima salute i componenti originali del gruppo: Giovanni Tommaso, Bruno Biriaco, Tony Sydney, Franco d’Andrea, Claudio Fasoli. Insomma, il gloriosissimo Perigeo, che per la RCA Italiana aveva inciso negli anni settanta una serie di LP uno più bello dell’altro. E soprattutto nuovi.
Che sono quelli, recuperati e abbinati a un paio di DVD e a un libretto molto ben documentato, che riempiono il cofanetto. Un riassunto completo di tutta l’attività storica di questo storico gruppo.
Che piacere, adesso che ogni mattina leggiamo sul giornale di qualcuno dei nostri colleghi che se n’è andato, vederli ancora tutti insieme: un Buena Vista Social Club nostrano, a farsi i selfie come dei ragazzi e a cazzeggiare insieme!
Sappiamo tutti in che condizioni sta il mercato discografico. Perciò dobbiamo riconoscere alla Sony il merito di aver recuperato questo capolavoro per il quale probabilmente non rientreranno neanche delle spese, ma che a noi ridà, fresco e ripulito, un gran bel momento di quarant’anni fa.


Panza di Biumo, Muso di Velluto, Puffo Morbidone…
Tre pupazzi di pelouche per bambini piccolissimi? Gli ultimi due forse; il primo, no di sicuro.
Si tratta di Giovanni Panza di Biumo, sfortunato proprietario di quel cognome improbabile, ma fortunatissimo detentore di un bel gruzzolo, che per tutta la vita ha continuato a spremere per collezionare arte contemporanea, minimalista e concettualista.
A lui l’Accademia di San Luca, che pure è una delle istituzioni più tradizionali della città, dedica il 12 una mostra intitolata “La Passione della Collezione”.
Non abbiamo fatto in tempo a passare alla vernice, e non ce ne addoloriamo troppo perché, a dire il vero non siamo estimatori del genere. Ma dobbiamo comunque e con entusiasmo ripetere: mecenati come lui, ce ne fossero!


Cento sax in libertà
La mattinadi domenica 14 la GNAM ospita nel suo grandioso Salone dell’Ercole questa divertente faccenda organizzata da Alfredo Santoloci: quattro sassofonisti professionisti, guidati da Enzo Filippetti e piazzati intorno all’Ercole del Canova eseguono “La bocca, i piedi, il suono” di Salvatore Sciarrino.
E fin qui non ci sarebbe niente di strano. Il bello viene quando da tutti gli ingressi cominciano a scorrere nel salone e a girare intorno a noi del pubblico cento, anzi, per la precisione centoquattro suonatori di sassofono di tutte le età e di tutte le misure (i sax, ma anche i ragazzi), allievi dei conservatori di Roma, Frosinone, Latina, Perugia, del Saint Louis, e dello Ials. Insomma un’allegra baraonda che è durata un po’ e che ha portato i giovanotti a sfilare non solo davanti a noi, ma anche sotto quei quadroni ottocenteschi un po’ scollacciati che tappezzane le pareti.
I ragazzi imperturbabili. Noi pure.




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