RECENSIONI
Pierre Lepori
Sessualità
Casagrande, Pag. 105 Euro 16,00
Si diceva del precedente Grisù: Potrebbe essere ridotto teatralmente, tanto è essenziale e "duplice" in questo scambio di impressioni, sensazioni e ricordi tra un detenuto accusato di sette incendi, e un uomo che ha avuto la casa distrutta proprio a causa di uno questi.
Ancora: non è un poliziesco o un giallo, è solo un breve romanzo con un commiato per certi versi previsto, ma il suo incedere è inevitabile e toccante e consegna alla storia un ricongiungimento di anime commovente e leggero. . Con una sensibilità, lungi da me qualsiasi schematicità ambigua, quasi femminile.
Ora Sessualità.
Che non vuol dire quello, ma è solo il titolo di un'opera teatrale.
Un uomo con un passato da clinica psichiatrica.
Una donna, sorella dell'uomo.
Una seconda donna, compagna della prima.
Un quattordicenne, figlio dell'uomo, abbandonato dalla madre, ed educato dalla sorella del padre.
La rivendicazione di paternità nonostante siano passati dieci anni dall'ultima volta in cui padre e figlio si sono visti negli occhi.
Paura della donna, sorella dell'uomo, che teme di non poter fare a meno del ragazzo che ha educato.
Teatro e compagnie teatrali.
Tutto molto artistico.
Woodyalleniano quando il registra americano fa il drammatico.
Tutto un po' scontato e sentito.
Peccato, Lepori sa fare di meglio.
Il bel capitolo finale.
Il quattordicenne che parla con la fidanzata e pensa già al suo rapporto col padre.
Nonostante non lo veda da dieci anni.
Ma è vero che il bisogno di paternità è talmente forte nelle persone – come quello di maternità – che si potrebbe passar sopra anche alle violenze più inenarrabili?
Non è questo il caso.
Lepori è più sottile, ma stavolta delude.
Una storia che avrebbe potuto scriverla Michael Cunningham. Ma si sa, il Cunningham di ora vale come il due di coppe.
Traete voi le debite conclusioni.
di Alfredo Ronci
Ancora: non è un poliziesco o un giallo, è solo un breve romanzo con un commiato per certi versi previsto, ma il suo incedere è inevitabile e toccante e consegna alla storia un ricongiungimento di anime commovente e leggero. . Con una sensibilità, lungi da me qualsiasi schematicità ambigua, quasi femminile.
Ora Sessualità.
Che non vuol dire quello, ma è solo il titolo di un'opera teatrale.
Un uomo con un passato da clinica psichiatrica.
Una donna, sorella dell'uomo.
Una seconda donna, compagna della prima.
Un quattordicenne, figlio dell'uomo, abbandonato dalla madre, ed educato dalla sorella del padre.
La rivendicazione di paternità nonostante siano passati dieci anni dall'ultima volta in cui padre e figlio si sono visti negli occhi.
Paura della donna, sorella dell'uomo, che teme di non poter fare a meno del ragazzo che ha educato.
Teatro e compagnie teatrali.
Tutto molto artistico.
Woodyalleniano quando il registra americano fa il drammatico.
Tutto un po' scontato e sentito.
Peccato, Lepori sa fare di meglio.
Il bel capitolo finale.
Il quattordicenne che parla con la fidanzata e pensa già al suo rapporto col padre.
Nonostante non lo veda da dieci anni.
Ma è vero che il bisogno di paternità è talmente forte nelle persone – come quello di maternità – che si potrebbe passar sopra anche alle violenze più inenarrabili?
Non è questo il caso.
Lepori è più sottile, ma stavolta delude.
Una storia che avrebbe potuto scriverla Michael Cunningham. Ma si sa, il Cunningham di ora vale come il due di coppe.
Traete voi le debite conclusioni.
di Alfredo Ronci
Dello stesso autore
Pierre Lepori
Grisù
Casagrande, Pag. 112 Euro 15,00Se si eccettua qualche riscoperta o qualche classico, c'è un filo conduttore nei romanzi proposti dalla casa editrice di Bellinzona (sarà anche una scelta del buon Vanni Bianconi?). Ma non so definirlo, o quanto meno identificarlo nella sua essenza letteraria. Posso comunque tentare un avvicinamento: un tratto comune è l'apparente incomunicabilità tra i protagonisti. Dico apparente perché poi il dialogo, tutto sommato, s'avvia, anche se dolente e frustrante.
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