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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Gillian Flynn

Sulla pelle

Piemme, Pag. 316 Euro 6,50
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Hai voglia a dire: bisogna fare ancora i conti con lei. Lei chi, dirà qualcuno? Ma con la regina della crime story: Agatha Chistie. Si accetta tutto: che ormai è una lettura sorpassata, che i modelli di riferimento sono carta straccia, che già ai suoi tempi il grande Raymond Chandler, se avesse potuto, l'avrebbe impiccata ad un albero e che il suo stile letterario è davvero da compitino da terza media (quella della riforma Gelmini), ma se si vuole scrivere un giallo di antica 'pasta' non c'è nulla da fare, prima o poi contro di lei ci si sbatte il muso.

Prendiamo questo romanzo della Flynn, critica televisiva e al suo primo cimento narrativo, tra l'altro vincitori di vari premi: in una cittadina del Missouri di duemila anime, una certa Camilla, che aveva passato la propria infanzia in quel posto, viene inviata a fare un'indagine sull'uccisione di due bambine e sul fatto che la polizia ancora brancola nel buio.

Della serie: qualcosa di torbido e malsano aleggia nell'aria (io lo dico come presa per i fondelli, ma nel risvolto della seconda di copertina ci sono davvero queste parole).

Ora se faccio alcune domande la risposta può sembrare ovvia. Provo.

Cosa ricorda un luogo di provincia abitato da poche anime? Mi pare evidente, la località di St. Mary Mead dove abitava la terribile vecchietta col nome di Miss Marple.

E cosa ricorda la procedura della protagonista di Sulla pelle quando intervista casa per casa i probabili sospettati delle morti delle bimbe? Mi pare evidente, la tecnica investigativa sia di Miss Marple appena citata che del grande Hercule Poirot.

Insomma, spostate la lancetta della storia qualche decennio più avanti (diciamo cinquant'anni su...), aggiornate il linguaggio e soprattutto il dialogo tra i protagonisti ed avrete un perfetto 'setting' alla Agatha Christie col suo carro di Tespi.

C'è un ma, e nemmeno tanto sottile: la regina del delitto affilava le unghie della sua arte attraverso un sistematico depistaggio del lettore (tecnica questa che nei momenti migliori era davvero un tocco divino) che preparava poi ad una avvincente e sorprendente conclusione. Nel romanzo della Flynn tutto questo non c'è: l'indagine prosegue abbastanza chiotta per oltre trecento pagine e la soluzione del dramma e dell'intreccio avviene quando il lettore si è fatta un'idea molto vicina della verità.

Insomma, la Flynn imita la Christie, ma ovviamente non è la Christie.

Può bastare una suggestiva ambientazione d'altri 'tempi' per un giallo dei nostri 'tempi' per invogliare un lettore o una lettrice a prendere in mano l'opera prima di una scrittrice americana? Diciamo che sotto un ombrellone e sulla spiaggia e con la risacca del mare potrebbe pure funzionare, ma se vi allontanate appena un po', rischiate d'annoiarvi.

Io ve l'ho detto, poi fate voi.



di Eleonora del Poggio


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