RECENSIONI
Cristian Gaito – Sergio Mastrillo – Riccardo Vezza – Salvatore Vita
True Legends - Reclutamento
Robin Edizioni, Pag. 496 Euro 18,00
Dici: ecco il tipico noir in versione satirica, parodistica, dissacrante e demenziale di ottima tradizione, da Carlo Manzoni in poi, stavolta con un pizzico di fantascienza e una furba strizzatina d’occhio al gioco più popolare del mondo.
E intanto pensi: ma come fa un romanzo così “leggero” a durare per quasi cinquecento pagine senza stufare?
Comunque noti: però uno stile davvero brillante, veloce, scanzonato, che non sbaglia un colpo.
Poi dici: potrebbe essere ripetitivo ma non lo è, ogni personaggio è un caso a sé, ognuna è una storia diversa.
Infine scopri: ma guarda cosa c’è sotto, senza nemmeno bisogno di grattare la scorza! Perché quello che c’è sgorga in fiotti di significato e di emozione che rivelano una corposa sostanza.
E insomma, è davvero una distopia, dove apprendi che sotto lo scherzo c’è poco da scherzare. E soprattutto c’è tanta umanità, declinata nelle forme complementari della sofferenza e della compassione.
Un passo indietro e un accenno alla trama: in una Terra del futuro un ricco imprenditore con la passione del calcio decide di mettere su una squadra capace di competere nel prestigioso torneo interplanetario True Legends, una chance per portare qualche vantaggio a un pianeta ormai emarginato. Per farlo sguinzaglia i suoi collaboratori con il compito di reclutare vecchie e nuove glorie, sfidando qualunque tipo di ostacolo. Ogni capitolo è dedicato a un personaggio, allenatore o calciatore che sia, fino a comporre una singolare galleria di tipi che, a parte le doti sportive dei vari soggetti, assomiglia più a un’armata brancaleone che a una squadra di calcio. Ognuno ha il suo vulnus: chi è mutante, chi è psicopatico, chi è orbo di un occhio, chi è affetto da manie religiose, chi è segnato da traumi indelebili, e così via. I reclutatori, che non sono meno disastrati dei reclutati, hanno il loro da fare a vincerne le resistenze, tanto che uno degli aspetti più gustosi è proprio la messa in campo di tutte le astuzie e le strategie possibili. È una specie di partita prima della partita. Un gioco, quindi. Prima di tutto per gli autori, perché credo che i quattro si siano divertiti un mondo a costruire la squadra tramite il loro personale gioco di squadra. E poi per i lettori che hanno modo di sorprendersi con un bel po’ di effetti speciali. Un gioco, dicevo, ma non solo. Perché nel corso del reclutamento c’è modo di esplorare le storie di un buon numero di diseredati che si dibattono in un mondo profondamente crudele. Gradualmente affiorano i meccanismi di un potere onnipresente che affonda le sue tenaglie in una massa umana alle prese con ogni sorta di problemi. Zone contaminate, mutazioni genetiche, emarginazione, deportazioni e scellerati sistemi di controllo delle nascite. Poco importa agli autori spiegare i meccanismi che rendono possibili i viaggi interplanetari fra le colonie umane sparse per la galassia, la tecnologia è data per scontata. A loro preme di più, e gliene faccio un merito, l’approfondimento delle relazioni umane, con particolare riferimento ai legami affettivi: l’amicizia che sfida il tempo, il rapporto a volte difficile fra genitori e figli, la sofferenza legata alla separazione e al lutto, la solidarietà fra diseredati. La commozione trova un inaspettato spazio in mezzo alle situazioni umoristiche e grottesche, senza scapito per nessuno di questi aspetti, in una prova di raro equilibrio narrativo.
Il sottotitolo Reclutamento fa presagire un seguito, e in effetti questo romanzo è solo il primo di una trilogia in preparazione. La mole del primo volume, che immagino risulterà triplicata al termine della saga, non deve impensierire, perché la lettura è scorrevole e avvincente. Piuttosto, dal momento che le storie dei diversi personaggi sono destinate a collegarsi sempre più fra loro, in un intreccio che già trapela nel primo volume e che certamente si intensificherà nei prossimi, è possibile che ci sia qualche problema di memoria nel mantenere presenti tutte le fila. Avrei gradito, e lo suggerirei per le prossime eventuali edizioni, un elenco dei personaggi in calce al volume con i tratti biografici essenziali.
di Giovanna Repetto
E intanto pensi: ma come fa un romanzo così “leggero” a durare per quasi cinquecento pagine senza stufare?
Comunque noti: però uno stile davvero brillante, veloce, scanzonato, che non sbaglia un colpo.
Poi dici: potrebbe essere ripetitivo ma non lo è, ogni personaggio è un caso a sé, ognuna è una storia diversa.
Infine scopri: ma guarda cosa c’è sotto, senza nemmeno bisogno di grattare la scorza! Perché quello che c’è sgorga in fiotti di significato e di emozione che rivelano una corposa sostanza.
E insomma, è davvero una distopia, dove apprendi che sotto lo scherzo c’è poco da scherzare. E soprattutto c’è tanta umanità, declinata nelle forme complementari della sofferenza e della compassione.
Un passo indietro e un accenno alla trama: in una Terra del futuro un ricco imprenditore con la passione del calcio decide di mettere su una squadra capace di competere nel prestigioso torneo interplanetario True Legends, una chance per portare qualche vantaggio a un pianeta ormai emarginato. Per farlo sguinzaglia i suoi collaboratori con il compito di reclutare vecchie e nuove glorie, sfidando qualunque tipo di ostacolo. Ogni capitolo è dedicato a un personaggio, allenatore o calciatore che sia, fino a comporre una singolare galleria di tipi che, a parte le doti sportive dei vari soggetti, assomiglia più a un’armata brancaleone che a una squadra di calcio. Ognuno ha il suo vulnus: chi è mutante, chi è psicopatico, chi è orbo di un occhio, chi è affetto da manie religiose, chi è segnato da traumi indelebili, e così via. I reclutatori, che non sono meno disastrati dei reclutati, hanno il loro da fare a vincerne le resistenze, tanto che uno degli aspetti più gustosi è proprio la messa in campo di tutte le astuzie e le strategie possibili. È una specie di partita prima della partita. Un gioco, quindi. Prima di tutto per gli autori, perché credo che i quattro si siano divertiti un mondo a costruire la squadra tramite il loro personale gioco di squadra. E poi per i lettori che hanno modo di sorprendersi con un bel po’ di effetti speciali. Un gioco, dicevo, ma non solo. Perché nel corso del reclutamento c’è modo di esplorare le storie di un buon numero di diseredati che si dibattono in un mondo profondamente crudele. Gradualmente affiorano i meccanismi di un potere onnipresente che affonda le sue tenaglie in una massa umana alle prese con ogni sorta di problemi. Zone contaminate, mutazioni genetiche, emarginazione, deportazioni e scellerati sistemi di controllo delle nascite. Poco importa agli autori spiegare i meccanismi che rendono possibili i viaggi interplanetari fra le colonie umane sparse per la galassia, la tecnologia è data per scontata. A loro preme di più, e gliene faccio un merito, l’approfondimento delle relazioni umane, con particolare riferimento ai legami affettivi: l’amicizia che sfida il tempo, il rapporto a volte difficile fra genitori e figli, la sofferenza legata alla separazione e al lutto, la solidarietà fra diseredati. La commozione trova un inaspettato spazio in mezzo alle situazioni umoristiche e grottesche, senza scapito per nessuno di questi aspetti, in una prova di raro equilibrio narrativo.
Il sottotitolo Reclutamento fa presagire un seguito, e in effetti questo romanzo è solo il primo di una trilogia in preparazione. La mole del primo volume, che immagino risulterà triplicata al termine della saga, non deve impensierire, perché la lettura è scorrevole e avvincente. Piuttosto, dal momento che le storie dei diversi personaggi sono destinate a collegarsi sempre più fra loro, in un intreccio che già trapela nel primo volume e che certamente si intensificherà nei prossimi, è possibile che ci sia qualche problema di memoria nel mantenere presenti tutte le fila. Avrei gradito, e lo suggerirei per le prossime eventuali edizioni, un elenco dei personaggi in calce al volume con i tratti biografici essenziali.
di Giovanna Repetto
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