RECENSIONI
Barbara Alberti
Vangelo secondo Maria
Castelvecchi, Pag. 158 Euro 14,00
				   Ci si domanda, prima di leggere, che cosa ci sia ancora da dire, in bene o in male, sulla materia di quei Vangeli già tanto masticati, reinterpretati e mediatizzati. Ma dalla prima pagina si è catturati dalla scrittura fresca e accattivante, che mescola racconto e poesia, suoni di parole antiche e spontaneità di una Maria adolescente. E soprattutto si capisce che è tutta un'altra storia. Maria si racconta in prima persona confessando i suoi sentimenti scandalosamente umani. L'atteggiamento dominante è la ribellione, contro una tradizione che vuole la donna ignorante e sottomessa, contro i genitori che le impongono la tradizione, e infine contro Dio che ha fatto di lei la pedina del suo gioco. Il polo positivo dei suoi pensieri è invece la sete di conoscenza, una conoscenza proibita alle donne e riservata solo agli uomini (pochi) che hanno la possibilità di studiare. Il suo mito è la biblioteca di Alessandria (altro che disegno divino di redenzione!) Che si prepara a raggiungere cavalcando un asino bianco appositamente allevato. E' dunque piuttosto una novella Eva, che rivendica il diritto di assaporare il frutto dell'Albero della Conoscenza. In questo le è complice un insolito Giuseppe, più alchimista che falegname.
Io gli afferrai la mano
"Stringi un patto con me, Giuseppe. Un patto audace, e semplice. Celebriamo le nozze, e tu mi porti via da questa casa. Invece che sposo, sarai maestro. Verrò da te, nel bosco: la nostra unione sarà casta. Io riempirò la casa dei miei canti, tu, verserai la tua saggezza nella mia impazienza. Sarò la tua delizia, ti ungerò la testa con un balsamo scacciapensieri, ascolterò i tuoi racconti di vecchio, e il mio stupore ti darà forza.
Meglio, credimi, un'allieva solerte di una moglie svogliata"
Che dire dell'intera operazione? Appare più riuscita nella prima parte, in cui Maria si arrampica sugli alberi armata di fionda, sfidando le sfuriate paterne e la congiura di tutto un villaggio che all'età di quattordici anni già la vorrebbe sposa obbediente. Qui il contrasto fra le aspirazioni di un giovane individuo e la rigidità della norma sociale tocca corde sempre attuali nella storia del mondo. L'Autrice se la cava meno bene nell'ultima parte, quando fa intervenire davvero l'Angelo nunziante, figura ambigua e anche un po' maligna, che appare del tutto fuori posto nella storia così com'è raccontata. E pensare che, leggendo un passo in cui Maria incontra fortuitamente Erode, mi si era accesa la speranza di una nuova ghiotta ipotesi sul concepimento di Cristo!
In fondo al libro troviamo una nota della stessa Alberti, intitolata pomposamente Osare, testimoniare, resistere, dove si rivela che la stesura del romanzo risale agli anni '70, e ne riflette in chiave non ideologica lo spirito femminista. La cosa è tanto evidente che non c'era nemmeno bisogno di esplicitarla.
di Giovanna Repetto
		
	Io gli afferrai la mano
"Stringi un patto con me, Giuseppe. Un patto audace, e semplice. Celebriamo le nozze, e tu mi porti via da questa casa. Invece che sposo, sarai maestro. Verrò da te, nel bosco: la nostra unione sarà casta. Io riempirò la casa dei miei canti, tu, verserai la tua saggezza nella mia impazienza. Sarò la tua delizia, ti ungerò la testa con un balsamo scacciapensieri, ascolterò i tuoi racconti di vecchio, e il mio stupore ti darà forza.
Meglio, credimi, un'allieva solerte di una moglie svogliata"
Che dire dell'intera operazione? Appare più riuscita nella prima parte, in cui Maria si arrampica sugli alberi armata di fionda, sfidando le sfuriate paterne e la congiura di tutto un villaggio che all'età di quattordici anni già la vorrebbe sposa obbediente. Qui il contrasto fra le aspirazioni di un giovane individuo e la rigidità della norma sociale tocca corde sempre attuali nella storia del mondo. L'Autrice se la cava meno bene nell'ultima parte, quando fa intervenire davvero l'Angelo nunziante, figura ambigua e anche un po' maligna, che appare del tutto fuori posto nella storia così com'è raccontata. E pensare che, leggendo un passo in cui Maria incontra fortuitamente Erode, mi si era accesa la speranza di una nuova ghiotta ipotesi sul concepimento di Cristo!
In fondo al libro troviamo una nota della stessa Alberti, intitolata pomposamente Osare, testimoniare, resistere, dove si rivela che la stesura del romanzo risale agli anni '70, e ne riflette in chiave non ideologica lo spirito femminista. La cosa è tanto evidente che non c'era nemmeno bisogno di esplicitarla.
di Giovanna Repetto
Dello stesso autore

				Barbara Alberti
				
				
		Letture da treno
Nottetempo, Pag. 80 Euro 7,00Un divertissement fatto di colte citazioni, conoscenza del corpus letterario umano e di verve comica al vetriolo.
Barbara Alberti  scrittrice, donna, geniale femmina (nel senso gentile del termine) ci regala un "manualetto" capace di far arrossire di rabbia grandi critici e letterati per la capacità di unire il sorriso al ricordo e alla curiosità.
Diciassette opere letterarie e un dramma, grandi opere da Madame Bovary a Delitto e Castigo, dall'Odissea alle Ultime lettere di Jacopo Ortis, "riscoperte" in poche pagine da poter godere in qualsiasi angolo del viaggio della mente; 
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