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Il Paradiso degli Orchi
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Attualità

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Alfredo Ronci

Sostiene Pereira.

Sostiene Pereira che è dispiaciuto per la morte di Antonio Tabucchi.
Sostiene Pereira che aveva ragione John Donne quando poetava: non chiedere mai per chi suona la campana, la campana suona sempre per te (non escludendo però un leggero tocco dei maroni).
Sostiene Pereira che, una volta detto questo, poi va ristabilita la verità.
Sostiene Pereira che è stanco di queste lamentazioni a batteria e programmate.
Sostiene Pereira che oltre la pietà sarebbe necessario il discernimento.

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Michele Lupo

Flavio Santi, con 'Aspetta primavera, Lucky' ha vinto la prima edizione del premio letterario 'Il Paradiso degli orchi'.

Vi abbiamo fatto aspettare, e molto, ma come abbiamo già anticipato, gli orchi hanno finalmente partorito ed hanno indicato il vincitore della prima edizione del nostro concorso: Flavio Santi con 'Aspetta primavera, Lucky (Socrates edizioni). In questo spazio ne parla l'orco Lupo.

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La redazione

Finalmente gli Orchi hanno partorito!

Che non si equivochi. Per la fatica che abbiamo fatto c'è parso proprio di partorire (le fatiche di Ercole?).
Finalmente gli orchi hanno deciso ed hanno proclamato, durante una cenetta in un ristorante napoletano (ma non vi diciamo quale, per una questione pubblicitaria), il vincitore della prima edizione del premio letterario 'Il Paradiso degli orchi'.
Per i più distratti siamo qui a ricordare la sestina dei candidati.

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Piergiorgio Paterlini

Era un mondo bellissimo (*)

Era dalla mia infanzia che non sentivo tessere l'elogio della "discrezione". Che splendida parola. Gentile, rispettosa, civile. Discreta, appunto.
Mio nonno tradiva mia nonna con ammirevole regolarità. Ma lo faceva con ancora più ammirevole "discrezione".
Era un mondo bellissimo.
Tutti lo sapevano, ma la cosa non veniva mai nominata in pubblico. E così, grazie a quella meravigliosa invenzione – la discrezione appunto – tutti erano felici:

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Michele Lupo

Spioni e comunisti (oddio, ancora?)

L'eccessiva irrequietezza e sensibilità di Vittorio Gassman ne faceva un potenziale sovversivo - e perciò un tipo da tenere d'occhio, per i celeri tutori dell'ordine democristiano. Non so se è da considerare più un titolo di merito per l'attore o un paragrafo da aggiungere alla tragicomica sostanza di cui è fatta la storia dell'Italia repubblicana.
Ma c'è poco da ridere, il lavoro di Mirella Serri Sorvegliati Speciali. Gli intellettuali spiati dai gendarmi (1945-1980) è condotto su materiale degli archivi di stato.

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Adriano Angelini Sut

22/11/1963. Un gran bel romanzo. Ma un King inaccettabile sull'omicidio Kennedy.

Devo per forza separare questa recensione in due parti. Il romanzo 22/11/1963 (Sperling & Kupfer) di Stephen King da una parte e dall'altra il tema di cui tratta, l'omicidio del 35esimo presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, avvenuto proprio nel giorno che dà il titolo al romanzo in questione. Il romanzo è bello, avvincente, un King convincente e pienamente a suo agio col tema dei viaggi nel tempo, con le sue variabili impazzite. Jake Epping, il protagonista, è un tranquillo insegnante in una scuola di recupero nel Maine (tanto per cambiare).

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Stefano Torossi

Sanremo 2012

Nei documentari sugli animali si vedono degli sconsiderati che vanno in giro a caccia di serpenti, per raccoglierne il veleno, sintetizzarlo e usarlo per la cura delle più svariate malattie, dall'artrite al mal di cuore. Qui facciamo lo stesso: le cinque serate avvelenate del festival le abbiamo distillate e sintetizzate. Eccole.

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Michele Lupo

E non ci sono nemmeno più i divi di una volta.

E non ci sono nemmeno più i divi di una volta. Quelli che il carisma non sai bene cos'è – anche perché va bene il paese che non ha bisogno di eroi, ma il democraticismo della sinistra ha preteso infine di piallare persino l'avvenenza -, quelli che andavi al cinema e ti costringevano a chiederti cosa ci fosse dentro quegli occhi, in quel modo di tenere la sigaretta (dio!, la sigaretta! in galera!).

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Stefano Torossi

Microcosmi

Via del Babuino 9 a Roma. Quasi tutti sappiamo che fino a qualche anno fa a quell'indirizzo c'era la sede della Rai. Bene, adesso lì c'è un lussuoso albergo che si chiama Hotel de Russie, e al pianterreno di questo lussuoso albergo c'è un lussuoso bar che si chiama Bar Stravinskij, e in questo lussuoso bar abbiamo fatto ingresso verso le sette e trenta del tardo pomeriggio di martedì 10 gennaio. Uscendo dalla vita reale ed entrando nel microcosmo.
Stravinskij c'entra solo per il nome, e non parleremo di musica se non per lamentarci di quella che ci ha tormentato per tutta l'ora e mezzo che siamo rimasti a bere il nostro Negroni, ottimo; stuz-zichini altrettanto buoni, servizio impeccabile.

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Alfredo Ronci

Datemi un martello. Che cosa ne vuoi fare? Lo voglio dare in testa a chi non mi va. (*)

Sogno sempre una domanda del genere: chi vorresti riempire di martellate ai coglioni? Non avrei dubbi a rispondere: Antonio D'Orrico, il 'critico' letterario di un noto quotidiano, lo stesso che Massimiliano Parente, uno scrittore che riempirei allo stesso modo di martellate ai coglioni, definì argutamente il software automatico del Corriere della Sera.
Vi chiederete, semmai ve ne importi, ma perché?

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