Attualità

Vaticano, un'immedicabile patologia nel corpo d'Italia
All'origine di Vaticano S.p.A. di Gianluigi Nuzzi c'è un monsignor Renato Dardozzi, consigliere della Segreteria di Stato della Santa Sede, deceduto nel 2003 dopo essere stato per anni una delle figure chiave nella gestione delle finanze vaticane. Dardozzi, forse deluso da mancati avanzamenti di carriera, forse schifato sic et simpliciter da ciò che aveva visto dalle parti dello Ior, la banca del papa, espresse volontà testamentaria che tutta la mole di documenti che aveva accumulato in poco meno di vent'anni

Quello che al settanta per cento degli italiani non piacerebbe mai.
Ne parlano perfino nel mercato sotto casa mia, tutti, le massicce massaie, le badanti e le badesse, tutti coloro che una volta chiamavano le sartine: proprio tutti: in Italia non si fa più letteratura; nessun editore la pubblica più; i vecchi editors che si erano letti i libri proprio i libri (quelli belli, diceva Gadamer, perché puzzano di muffa e polvere), quelli che capivano se uno era uno scrittore da come sudava, quelli stanno in pensione (li mettono tutti a Parigi, dicono); e così ora si producono saggi, o quelle strane cose fra saggio e giornalismo e racconto di fantasia,

L'eremitaggio orchesco
L'ANTEFATTO
Capita di voler scappare. Ho sbagliato. Capita di volersi ritirare da sé e per sé.
Cosa fa allora un orco emo-letterario come me? Quale viaggio può intraprendere? Il Di Mino consiglierebbe funghi di sciamanica fattura. L'Angelini mi suggerirebbe un viaggio in cui si rischia di essere derubati, ma da brave persone.

Sono afflitto da un grave disturbo
Recentemente sul sito gay.it ho letto una lettera che un ragazzo ha inviato al medico di turno (chissà perché un sito gay dovrebbe avere un medico a disposizione dei lettori ). Nella missiva il poverino chiedeva lumi su come dovesse comportarsi con un suo coetaneo che frequentava da tre mesi e con il quale aveva già fatto il test HIV, risultato peraltro negativo per entrambi.
Il dottor Allegretti (giuro, è proprio il cognome, ma per nulla nomen omen, come vedremo)

'Brotherhood'. Quando trionfa un'estetica non gay.
Il film che ha vinto la 4 Edizione del Festival del Film di Roma, Brotherhood, è, a parere di chi scrive, una bellissima e intensa storia, recitata magistralmente da attori poco conosciuti e diretta da un regista danese esordiente, Nicolo Donato (che di italiano ha solo il nome e le origini della mamma) che si è espresso (per immagini e pathos raggiunto) quasi ai livelli dell'altro più celebre film omo-erotico di successo degli ultimi tempi, I segreti di Brokeback Mountain.

La crisi
È ottobre, e con la vendemmia e la ripresa delle altre attività produttive, è giusto parlare, come fanno tutti, della crisi. Anche perché bisogna ammettere che è niente male questa idea della crisi; di questa cosa che noialtri qui chiamiamo crisi, anche se, a vederla da altre prospettive, meno coinvolte e morbose, in mancanza di carestie, per esempio, uno farebbe prima e più schiettamente a chiamarla tassa sulla povertà.
Ma se queste prospettive diverse ci offrono una diversa definizione del fenomeno,

La nuova rabbia e il nuovo orgoglio
Vorrei davvero che Oriana Fallaci fosse qui, tra di noi, probabilmente rimarrebbe schifata da un sacco di cose. Probabilmente ci sarebbero ancora i canterini della sinistra salottiera a lanciarle anatemi addosso. Probabilmente ci sarebbero i finti liberali della destra parlamentar-eversiva a fingere di applaudirla, di difendere le ragioni del femminile e poi tornati a casa pronti a rivestire i panni del paparino-padroncino di non lontana memoria crociana

Otto domande a Roberto Saviano. Alle quali non risponderà mai.
Dopo l'ennesima apparizione televisiva ci è venuto spontaneo rivolgere un po' di domande (otto per la precisione, non ci va di copiare La Repubblica) a Roberto Saviano. Siamo sicuri che non risponderà mai, ma va bene lo stesso. Noi gliele abbiamo fatte col cuore.

La lettera
La boccuccia a culo di gallina dell'intransigenza letteraria, Alfredo Ronci, ne ha fatta un'altra delle sue. Ha massacrato il romanzo di esordio, Tanatoparty, di Laura Liberale (Meridiano zero). E la scrittrice, che è una che non sta con le mani in mano, gli risponde. A tono. E con stile. Noi volentieri pubblichiamo.

A proposito degli 'Arditi del popolo'
Queste poche note sono una riflessione sul disagio che, ultimamente, la mia recensione al bel libro di Valerio Gentili Gli arditi del popolo di Roma ha procurato in alcuni lettori.
Il fatto, bisogna dirlo, è che l'impresa fiumana prima, e l'azione politica degli arditi del popolo, poi, sono fatti sconosciuti, rimossi; ed il mio articolo troppo breve e inesaustivo: non c'è chi veda che questa, dunque, sarebbe una situazione del tutto virtuosa, aperta a diverse implicazioni, ognuna capace di arricchire l'immaginazione e la curiosità di chicchessia.
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