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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Walter Siti

Autopsia dell'ossessione

Mondadori, Pag. 299 Euro 19.00
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Credo che a Siti non piaccia granché il cazzo. E su questo si potrebbe disquisire a iosa, anche sull'importanza del membro in ambito relazionale. Quel che invece non convince nella sostanza del romanzo (non sulla forma, che come al solito ingrana la quarta sin da subito e non ce n'è per gli altri) è la riducibilità ad un motivo unico, il solito, e che paradossalmente ci spinge a dire che nello scrittore romano il desiderio verso gli uomini non ha nulla a che vedere con l'omosessualità.

Dunque ricapitoliamo: a Siti non piace il cazzo (lo testimonio. Pag. 128: Ma gli uomini non sono propriamente culturisti, sono bei ragazzi e basta – col loro cavallo basso mediterraneo e il pene denso, gonfio e pesante anche a riposo. Non è quello che può folgorare Danilo. Ancora. Pag. 211: Lui delle erezioni di Angelo se n'è sempre fregato, le sbircia ogni tanto (gli vengono al momento del soffocamento, soprattutto) ma non sa che farsene, non rientrano nel rito. e di più la sua ossessione (e dal titolo si capisce l'intenzione di passarla in laboratorio) lo priva di quella traccia riconducibile (ahinoi, lo ammetto) ad un modello comportamentale.

Stupisce, e lo dico col cuore in mano,come anche la scelta del protagonista, un ricco e maturo antiquario romano, mi lasci perplesso: perché ha preferito un personaggio 'aristocratico' quando l'omosessualità per ottenere i diritti di cui è priva deve essere popolare? Non voglio polemizzare, ma non si è visto mai Arbasino ad un gay-pride!

A quest'ultimo mio quesito potrebbe esserci una risposta: dove il corpo monumentale dell'amante (mai amato) racchiude in sé il senso ultimo e politico delle cose: Angelo è di destra nei pregiudizi ma di sinistra nei muscoli perché non è banale... la cultura è il contrario della banalità e la cultura, in ultima analisi, è sempre di sinistra. Siti per questo avrebbe fatto a cazzotti con Pasolini, e ce le avrebbe pure prese perché il Pier Paolo era tosto, il professore è sempre stato un po' mollacchione, ma mi rendo conto che l'appunto da me riportato non chiude la faccenda, perché è malamente insito in me l'assioma che i diritti dei gay partano solo da sinistra.

No, no: qui dobbiamo ritornare al principio fondante della narrativa sitiana, al bagliore primigenio: l'ossessione per i corpi formati famiglia, come diceva un mio amico/nemico.

E su questo lo scrittore si strugge, l'autopsia diventa un resoconto drammatico delle sue pulsioni. E non contento di ciò s'inventa anche il doppio, costituito da un professore con pretese di scrittore, vecchio e apparentemente inoffensivo, ma granitico nella sua tenacia (quindi il tratto più autobiografico del libro!), che tenta di strappargli l'amante culturista (attenzione, usare sempre e soltanto la parola amante: vuoi perché c'è un giro di soldi e quindi di mercenariato spicciolo (ma quel che escono non sono spicci!), vuoi perché il protagonista ha la rogna quando si parla di amore: ma io non voglio amare gli uomini... è quasi il contrario, sto usando lui per detestarli – pag. 155 – "E' che non ti sei ancora innamorato sul serio..." "Non scherzo, Ceci, se pronunci ancora la parola nefanda mi alzo e me ne vado" - pag. 117.

Ma Siti è talmente onesto nelle sue diagnosi che risponde a tutte le domande che crediamo irrisolte. Per esempio: Nella comparazione coatta (e reciproca umiliazione) dei due mondi, l'ossessione finisce per svalutare il sesso, oberandolo di troppi significati e trasformandolo da piacere in dovere. Direi che non avrei potuto scrivere meglio e raccontare dell'arte dello scrittore romano così com'è, preda poi di una querelle che ritengo essenziale e che sempre Siti risolve magnificamente: ... per questo l'ossessione, pur essendo una storia, è il contrario del romanzo.

Ma su questo direi che possiamo anche fregarcene: chi dice che la forma del romanzo deve essere quella cementificata dal mercato? Bontempelli, Pizzuto, Malerba, negli anni passati ci hanno raccontato altro dell'arte del narrare.

Ma non vorrei però che questa 'invalidante' ossessione diventi per Siti una sorta di alibi. Lui è in grado di scrivere ben altro e se non lo facesse sarebbe una cocente delusione per chi ama il suo stile post-(moderno?)tutto.

di Alfredo Ronci


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