RECENSIONI
Roberto Pasini
Aspettando Corot
Manni, Pag. 309 Euro 20,00
				E’ arrivato così, non me lo aspettavo. E in più… un titolo del genere.  Che nelle trasmissioni televisive di oggi potrebbe anche fare un po’ di share. Ma mi chiedevo: ma sarà tutto vero? Lo scrittore ha voluto davvero prendere in[ar1]  giro Aspettando Godot di Samuel Beckett? O al contrario, gigionando un po’ invece vuole dialetticamente esprimere un tributo universale al capolavoro dello scrittore drammaturgo irlandese?
Passato e presente, come dice la quarta di copertina, si mescolano in uno scenario mondiale dove la logicaspazio-temporale è andata in vacanza e molti scrittori realmente esistiti… si trovano a dove attendere l’arrivo di qualcuno. E questo qualcuno è Jean-Baptiste Camille Corot (1796-1875), definto molto genericamente un artista.
Ma chi sono invece quegli scrittori (e non solo, vedremo anche altre persone famose) realmente esistiti che sprecano il loro tempo per attendere Corot? Diciamo che a fine libro ci sono tutti quei geni che in un modo e in un altro attendono risposte (è un elenco fatto dallo stesso scrittore Pasini).
Dove il libro regge e dove no? (Il mio è solo un suggerimento, poi chiunque può dire la sua). Regge nella continua ironia in cui cadono i protagonisti, in questa attesa particolare che in realtà si pregia di essere una sorta di bignami del sapere. E qui bisogna dire che Pasini fa di tutto per regalarci una sorta di giocoso divertissement ironico e spassoso, ma che rischia però di creare una specie di noioso excursus culturale.
Non me ne voglia l’autore, ma i personaggi (anche quando sono dei semplici cantanti, tanto per citarne qualcuno i quattro di Liverpool, per non parlare di Bobby Solo e Little Toni, sì pure loro) alla fine nelle loro diatribe essenziali rischiano di ammorbare il lettore.
Lettore che (ahinoi) è ormai abituato a libri meno impegnativi e più paraculi (ma lasciamo stare le diatribe sul premio Strega e altri concorsi).
Pasini però ce la mette tutta: se dovessi scegliere un pezzo tra i tanti del romanzo, mi verrebbe da preferire l’incontro tra Thomas Bernhard e Glenn Gould (ma anche qui sono ovviamente gusti personali).
Allora… bene il romanzo, intelligente la storia… ma tutto un po’ troppo pensato e mi verrebbe da dire… pesato. Il risultato sta nel mezzo.
di Alfredo Ronci
		
	Passato e presente, come dice la quarta di copertina, si mescolano in uno scenario mondiale dove la logicaspazio-temporale è andata in vacanza e molti scrittori realmente esistiti… si trovano a dove attendere l’arrivo di qualcuno. E questo qualcuno è Jean-Baptiste Camille Corot (1796-1875), definto molto genericamente un artista.
Ma chi sono invece quegli scrittori (e non solo, vedremo anche altre persone famose) realmente esistiti che sprecano il loro tempo per attendere Corot? Diciamo che a fine libro ci sono tutti quei geni che in un modo e in un altro attendono risposte (è un elenco fatto dallo stesso scrittore Pasini).
Dove il libro regge e dove no? (Il mio è solo un suggerimento, poi chiunque può dire la sua). Regge nella continua ironia in cui cadono i protagonisti, in questa attesa particolare che in realtà si pregia di essere una sorta di bignami del sapere. E qui bisogna dire che Pasini fa di tutto per regalarci una sorta di giocoso divertissement ironico e spassoso, ma che rischia però di creare una specie di noioso excursus culturale.
Non me ne voglia l’autore, ma i personaggi (anche quando sono dei semplici cantanti, tanto per citarne qualcuno i quattro di Liverpool, per non parlare di Bobby Solo e Little Toni, sì pure loro) alla fine nelle loro diatribe essenziali rischiano di ammorbare il lettore.
Lettore che (ahinoi) è ormai abituato a libri meno impegnativi e più paraculi (ma lasciamo stare le diatribe sul premio Strega e altri concorsi).
Pasini però ce la mette tutta: se dovessi scegliere un pezzo tra i tanti del romanzo, mi verrebbe da preferire l’incontro tra Thomas Bernhard e Glenn Gould (ma anche qui sono ovviamente gusti personali).
Allora… bene il romanzo, intelligente la storia… ma tutto un po’ troppo pensato e mi verrebbe da dire… pesato. Il risultato sta nel mezzo.
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di Alfredo Ronci
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