RECENSIONI
Cesare Zavattini
Diari 1941-1958
La nave di Teseo, Pag. 636 Euro 23.00
14 gennaio 1941. Oggi ho deciso di cominciare questo diario. E’ una prova di più che io sono come gli altri. Non c’è un momento della mia giornata che mi dimostri il contrario: io sono come gli altri. Può darsi che il quotidiano costante rapporto con me stesso mi allontani da questa idea. L’angoscia che mi dà questa idea deve essere anche per questo: che mi accorgo che gli altri hanno le mie stesse idee, si comportano come me. Anzi, certe mie azioni le vedo chiare solo perché gli altri le ripetono e non sono contento di me, cioè le mie sono cattive azioni.
Non siamo proprio sicuri che Zavattini si considerasse uguale agli altri (basta considerare il numero infinito di intellettuali e persone importanti che gli “giravano” attorno), ma vogliamo accettare questa sua modesta rifinitura caratteriale, certo però che gli scontri e gli accidenti che in qualche modo contribuirono alla sua fame non hanno niente di “umano”.
Dei 3 libri usciti come diari (oltre a questo c’è il 1961-1979 e il 1981-1987) abbiamo scelto quello che in qualche modo può rappresentare davvero una tappa fondamentale nella vita di Zavattini, anche se, bisogna ammetterlo, degli anni della guerra c’è poco da dire, nel senso che tranne qualche frettoloso appunto (tipo: Dunque per me la guerra non è un mistero. Poi la si mitizza, ma nella sua essenza è la somma dei nostri quotidiani errori.) il resto invece si svolge nella sua frenetica attività letteraria. E qui se ne trovano delle belle. A cominciare dal suo stretto rapporto con De Sica e soprattutto dopo l’Oscar dato a Ladri di biciclette.
Noi umani siamo soliti pensare che il duo Zavattini – De Sica fosse un pilastro inattaccabile del nostro cinema. Certamente sì, ma i diari dello scrittore fanno pensare anche ad altro e anche di non poco conto. De Sica rivela di essere ancora una volta un volgare egoista. Oppure: che cosa dovrei dire di De Sica al quale devo spiegare come ad uno scolaro di 3° elementare il perché del film, il suo stile?
O ancora: Oggi atrocemente nero per causa di De Sica che presenta miei progetti e soggetti come idee sue che io seguirò, soggetterò poi.
Insomma, niente di sereno ed “artistico” ma Zavattini non lo è così quasi per nessuno. E sfilano in questi anni di indubbio clamore (per lui, anche se si lamenta di non avere mai un soldo anche quando prende milioni) gente che “gli altri”, cioè quelli come lui, nemmeno se li sognerebbero. Ed elencarli pure si fa fatica (ed infatti non lo faccio).
Comunque un diario imperdibile.
di Alfredo Ronci
Non siamo proprio sicuri che Zavattini si considerasse uguale agli altri (basta considerare il numero infinito di intellettuali e persone importanti che gli “giravano” attorno), ma vogliamo accettare questa sua modesta rifinitura caratteriale, certo però che gli scontri e gli accidenti che in qualche modo contribuirono alla sua fame non hanno niente di “umano”.
Dei 3 libri usciti come diari (oltre a questo c’è il 1961-1979 e il 1981-1987) abbiamo scelto quello che in qualche modo può rappresentare davvero una tappa fondamentale nella vita di Zavattini, anche se, bisogna ammetterlo, degli anni della guerra c’è poco da dire, nel senso che tranne qualche frettoloso appunto (tipo: Dunque per me la guerra non è un mistero. Poi la si mitizza, ma nella sua essenza è la somma dei nostri quotidiani errori.) il resto invece si svolge nella sua frenetica attività letteraria. E qui se ne trovano delle belle. A cominciare dal suo stretto rapporto con De Sica e soprattutto dopo l’Oscar dato a Ladri di biciclette.
Noi umani siamo soliti pensare che il duo Zavattini – De Sica fosse un pilastro inattaccabile del nostro cinema. Certamente sì, ma i diari dello scrittore fanno pensare anche ad altro e anche di non poco conto. De Sica rivela di essere ancora una volta un volgare egoista. Oppure: che cosa dovrei dire di De Sica al quale devo spiegare come ad uno scolaro di 3° elementare il perché del film, il suo stile?
O ancora: Oggi atrocemente nero per causa di De Sica che presenta miei progetti e soggetti come idee sue che io seguirò, soggetterò poi.
Insomma, niente di sereno ed “artistico” ma Zavattini non lo è così quasi per nessuno. E sfilano in questi anni di indubbio clamore (per lui, anche se si lamenta di non avere mai un soldo anche quando prende milioni) gente che “gli altri”, cioè quelli come lui, nemmeno se li sognerebbero. Ed elencarli pure si fa fatica (ed infatti non lo faccio).
Comunque un diario imperdibile.
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