RECENSIONI
Fabio Bacà
Benevolenza cosmica
Adelphi, Pag. 225 Euro 18,00
Sentite questa…
Solo nelle ultime dodici ore, il mio consulente finanziario mi ha fatto guadagnare più di quarantamila sterline in un’operazione di borsa predisposta all’unico scopo di perdere denaro. Stamattina un agente delle forze speciali mi ha sparato per sbaglio ferendomi di striscio, incidente da cui ho ottenuto scuse ufficiali e un risarcimento di sessantacinquemila sterline. I tassisti di Londra si sono coalizzati per non farmi pagare. Tutte le donne che incontro finiscono per inviarmi segnali più o meno consapevoli di disponibilità sessuale. Mi hanno promosso senza motivo. L’agenzia delle entrate continua a rimborsarmi imposte pagate per errore, errori dei quali persino il mio commercialista ammette di non raccapezzarsi. La Porsche Caiman usata, che ho comprato un mese fa, ha un codice motore numerologicamente significativo e da giorni un tizio mi tempesta di telefonate perché gliela venda: ormai è arrivato ad offrirmi quasi il doppio di quello che ho pagato. A proposito di auto, ho perso la nozione del concetto di ingorgo: su qualunque strada mi capiti di passare il traffico è semplicemente ridicolo. Vuole che vada avanti?
Ma no, ci penso io.
Il nostro eroe torna a casa e nota delle gocce di sangue sul pavimento. Pensa che sua moglie sia stata rapita e quindi si prepara al peggio. Ma il peggio è solo un ospedale dove la donna è stata ricoverata perché incinta. Non è finita: un drone da trasporto di Amazon colpisce il nostro eroe provocandogli una frattura al cranio e vari mesi di ospedale. Quando si risveglia è passato di già il tempo che rimaneva per la nascita della figlia. Figlia che ora non rappresenta più gioia e felicità ma una preoccupazione seria e circostanziata.
Poi basta, perché il peggio non ha mai fine.
Ricordo soltanto che la casa Adelphi, quando ha voluto lanciare un esordiente, (poi le successive vicissitudini appartengono ad altri) si è comportata diversamente. Basta qui menzionare il Busi di Seminario sulla gioventù.
Ma ora sono altri tempi e altre pretese e altri mercati. Ma vi prego, se ci tenete alla letteratura, fermate Antonio D’Orrico.
di Alfredo Ronci
Solo nelle ultime dodici ore, il mio consulente finanziario mi ha fatto guadagnare più di quarantamila sterline in un’operazione di borsa predisposta all’unico scopo di perdere denaro. Stamattina un agente delle forze speciali mi ha sparato per sbaglio ferendomi di striscio, incidente da cui ho ottenuto scuse ufficiali e un risarcimento di sessantacinquemila sterline. I tassisti di Londra si sono coalizzati per non farmi pagare. Tutte le donne che incontro finiscono per inviarmi segnali più o meno consapevoli di disponibilità sessuale. Mi hanno promosso senza motivo. L’agenzia delle entrate continua a rimborsarmi imposte pagate per errore, errori dei quali persino il mio commercialista ammette di non raccapezzarsi. La Porsche Caiman usata, che ho comprato un mese fa, ha un codice motore numerologicamente significativo e da giorni un tizio mi tempesta di telefonate perché gliela venda: ormai è arrivato ad offrirmi quasi il doppio di quello che ho pagato. A proposito di auto, ho perso la nozione del concetto di ingorgo: su qualunque strada mi capiti di passare il traffico è semplicemente ridicolo. Vuole che vada avanti?
Ma no, ci penso io.
Il nostro eroe torna a casa e nota delle gocce di sangue sul pavimento. Pensa che sua moglie sia stata rapita e quindi si prepara al peggio. Ma il peggio è solo un ospedale dove la donna è stata ricoverata perché incinta. Non è finita: un drone da trasporto di Amazon colpisce il nostro eroe provocandogli una frattura al cranio e vari mesi di ospedale. Quando si risveglia è passato di già il tempo che rimaneva per la nascita della figlia. Figlia che ora non rappresenta più gioia e felicità ma una preoccupazione seria e circostanziata.
Poi basta, perché il peggio non ha mai fine.
Ricordo soltanto che la casa Adelphi, quando ha voluto lanciare un esordiente, (poi le successive vicissitudini appartengono ad altri) si è comportata diversamente. Basta qui menzionare il Busi di Seminario sulla gioventù.
Ma ora sono altri tempi e altre pretese e altri mercati. Ma vi prego, se ci tenete alla letteratura, fermate Antonio D’Orrico.
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