RACCONTI
Gabriella Montanari
'Due grammi in tre settimane' e 'Rue des Rosiers'
Due grammi in tre settimane
Quelle pillole viola,
intruglio d'erbe
naturali quanto la diossina,
in promozione da Monoprix,
sapevo che mentivano...
Anche loro.
Tra strategia d'attacco e di mantenimento,
assicuravano la vittoria sull'adipe
...le bastarde.
Le ho sbriciolate e date in pasto ai piccioni del parco,
obesi e frastornati.
È martedi grasso.
Uno scherzo innocente
per liberarsi di quei prodighi tessitori di tappeti di escrementi.
Davanti all'acquitrino,
spacciato ai residenti per laghetto,
c'è la solita panchina sfasciata,
Dio solo sa il perché, la più contesa
da pensionati multietnici e bambinaie africane grosse come lune piene.
Su quelle barre di legno si accalcano idiomi, pelli e odori di contrade lontane:
il vecchio Mohammed che sogna la Mecca,
Yong-Hu, scappato da Pechino per un tozzo di baguette e una briciola di libertà
e Ibrahim che i parenti li ha lasciati tutti ad Auschwitz.
Oggi manca solo Ivan, il gitano.
Si ipotizza stia strimpellando la fisarmonica
sotto terra
linea 5, direzione Bobigny.
Passa un cieco trascinato da un lupo con cappottino fosforescente.
La bestia si ferma,
si concentra,
depone,
annusa,
scansa
ma non avverte
e il l'handicappato sprofonda lo stivale di gomma nello sterco fumante.
Per entrambi,
come se niente fosse.
Anche oggi lo spettacolo da zero centesimi è terminato.
Esco dal parco
scendo dal marciapiede e
- errore,
fatalissimo errore -
sguscio tra due macchine parcheggiate.
Il piede perde aderenza sull'asfalto,
il tacco vacilla,
scivola.
Ne sono certa
non è una buccia di banana né un mandarino schiantato,
la consistenza è inconfondibile come quella della carne di un amante.
Odio i cani
e i loro padroni ancor di più.
Vien da dire
Parigi
città di merda
eppure io ci sto bene
come il camembert sul pane
come il gatto dietro la gatta
come le tue mani sulle mie tette.
Rue des Rosiers
A mezzogiorno
per sei volte
una sirena insolente ha squarciato l'aria e indispettito un corvo sul tetto
Ho scrutato nel grigio, niente aerei
Ho contato in silenzio, niente bombe
Ho pensato ad un assaggio idiota di quella guerra di cui noi non sappiamo un cazzo.
Non si parla di ghetto qui
né di notti di cristallo
li hanno messi sui treni con discrezione ed eleganza
e hanno detto au revoir
I rabbini in costume posano per i turisti
e farciscono bagel e falafel
fino a farli straripare di verza violacea e tradizioni a buon prezzo.
La libreria gay
ammicca ai passanti di qualunque contrada del sesso
con pagine di membri scolpiti, dipinti e raccontati
pronti ad esser colti e impacchettati
Cado in trappola
il Marchese è in offerta
15 euro l'opera omnia illustrata
Aspetto che mia figlia esca da scuola
c'è una lapide commemorativa con un giglio di plastica e il tricolore
500 degli 11.000 bambini ebrei deportati vivevano nel quartiere
Ecco dove si erano cacciati!
"Copriti che tira vento"
e c'è aria di coscienza non proprio pulita
Gabriella Montanari
Dopo gli studi di lettere, le arti applicate e lavori seri ha iniziato una vita nomade da zingara di lusso che l'ha portata a soggiornare ora in Europa, ora in India, ora in Cina. Di ritorno in Francia e alla letteratura, si mantiene traducendo dal francese e dall'inglese i nuovi poeti "maledetti", Dan Fante in primis (il figlio dell'immenso John Fante) e collaborando con riviste italiane in qualità di corrispondente letterario da Parigi.
Quelle pillole viola,
intruglio d'erbe
naturali quanto la diossina,
in promozione da Monoprix,
sapevo che mentivano...
Anche loro.
Tra strategia d'attacco e di mantenimento,
assicuravano la vittoria sull'adipe
...le bastarde.
Le ho sbriciolate e date in pasto ai piccioni del parco,
obesi e frastornati.
È martedi grasso.
Uno scherzo innocente
per liberarsi di quei prodighi tessitori di tappeti di escrementi.
Davanti all'acquitrino,
spacciato ai residenti per laghetto,
c'è la solita panchina sfasciata,
Dio solo sa il perché, la più contesa
da pensionati multietnici e bambinaie africane grosse come lune piene.
Su quelle barre di legno si accalcano idiomi, pelli e odori di contrade lontane:
il vecchio Mohammed che sogna la Mecca,
Yong-Hu, scappato da Pechino per un tozzo di baguette e una briciola di libertà
e Ibrahim che i parenti li ha lasciati tutti ad Auschwitz.
Oggi manca solo Ivan, il gitano.
Si ipotizza stia strimpellando la fisarmonica
sotto terra
linea 5, direzione Bobigny.
Passa un cieco trascinato da un lupo con cappottino fosforescente.
La bestia si ferma,
si concentra,
depone,
annusa,
scansa
ma non avverte
e il l'handicappato sprofonda lo stivale di gomma nello sterco fumante.
Per entrambi,
come se niente fosse.
Anche oggi lo spettacolo da zero centesimi è terminato.
Esco dal parco
scendo dal marciapiede e
- errore,
fatalissimo errore -
sguscio tra due macchine parcheggiate.
Il piede perde aderenza sull'asfalto,
il tacco vacilla,
scivola.
Ne sono certa
non è una buccia di banana né un mandarino schiantato,
la consistenza è inconfondibile come quella della carne di un amante.
Odio i cani
e i loro padroni ancor di più.
Vien da dire
Parigi
città di merda
eppure io ci sto bene
come il camembert sul pane
come il gatto dietro la gatta
come le tue mani sulle mie tette.
Rue des Rosiers
A mezzogiorno
per sei volte
una sirena insolente ha squarciato l'aria e indispettito un corvo sul tetto
Ho scrutato nel grigio, niente aerei
Ho contato in silenzio, niente bombe
Ho pensato ad un assaggio idiota di quella guerra di cui noi non sappiamo un cazzo.
Non si parla di ghetto qui
né di notti di cristallo
li hanno messi sui treni con discrezione ed eleganza
e hanno detto au revoir
I rabbini in costume posano per i turisti
e farciscono bagel e falafel
fino a farli straripare di verza violacea e tradizioni a buon prezzo.
La libreria gay
ammicca ai passanti di qualunque contrada del sesso
con pagine di membri scolpiti, dipinti e raccontati
pronti ad esser colti e impacchettati
Cado in trappola
il Marchese è in offerta
15 euro l'opera omnia illustrata
Aspetto che mia figlia esca da scuola
c'è una lapide commemorativa con un giglio di plastica e il tricolore
500 degli 11.000 bambini ebrei deportati vivevano nel quartiere
Ecco dove si erano cacciati!
"Copriti che tira vento"
e c'è aria di coscienza non proprio pulita
Gabriella Montanari
Dopo gli studi di lettere, le arti applicate e lavori seri ha iniziato una vita nomade da zingara di lusso che l'ha portata a soggiornare ora in Europa, ora in India, ora in Cina. Di ritorno in Francia e alla letteratura, si mantiene traducendo dal francese e dall'inglese i nuovi poeti "maledetti", Dan Fante in primis (il figlio dell'immenso John Fante) e collaborando con riviste italiane in qualità di corrispondente letterario da Parigi.
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