CINEMA E MUSICA
Adriano Angelini Sut, Alfredo Ronci
I dischi migliori del 2011.

Jonathan Wilson – Gentle Spirit (Bella Union)
Ha un fascino esaltante soprattutto per i richiami alle sonorità 'settanta'. Pink Floyd innanzi tutto, poi Crosby Stills Nash and Young, ci sono i Crazy Horse sempre del mitico Nello Giovane, ci sono gli Zeppelin, e qualcuno, esagerando, c'ha visto pure gli Spirit del glorioso Randy California. (a.r.)
The Horrors - Skying(Bb)
L'album dell'anno è un ritorno a sonorità new wave con tinte psichedeliche. Il quintetto dell'Essex ha finalmente dismesso i panni finto punk, lasciato a casa le scopiazzature Dark e ha partorito un monumentale lavoro di ascesione. Skying, appunto. (a.a.s.)
Ivano Fossati – Decadancing (EMI)
L'unico appunto che si può fare al disco è il titolo. Poi tutto scorre al meglio. Fossati ci fa partecipe di un mondo sull'orlo del precipizio, ma non rinuncia all'unica leva che può muovere l'universo: l'amore. Ancora un centro nella preziosa discografia del compositore. (a.r.)
Foo Fighters - Wasting Light (RCA)
Che belli Chris Novoselic e Dave Grohl riuniti. Che spettacolo un album di rock puro, senza fronzoli elettronici, passionale, melodico, rovinoso, accalorato. Forse il loro capolavoro. L'immortalità del genere che si serve degli artisti più ricettivi. Immensi. (a.a.s.)
Howe Gelb – Alegrias (Fire)
Per quanto il disco mischi le sonorità dei Giant Sand al flamenco, è un'opera perfettamente conchiusa nella sua struttura e per nulla deviante dai modelli musicali di Howe Gelb. E di un grazia senza pari. (a.r.)
Dead Skeletons - Dead Magick (A records)
Ancora dall'Islanda. Un esperimento pazzesco. Una specie di rock esoterico, psico dark, il tentativo di suonare il mondo degli inferi e renderlo sublime alle orecchie profane. L'elegia della morte come trasformazione, non fine. Essenziale. (a.a.s.)
Nguyen Le – Songs of freedom (ACT music)
La sua è una musica che potrebbe essere perfetto tappeto sonoro per un'operazione nostalgica anni sessanta/settanta. Ma alcune trovate sono sensazionali (domanda: come è possibile riproporre i Beatles e non annoiarsi?). (a.r.)
Mogway - Hardcore Will Never Die, but You Will (Vital – Rock action)
Il termine post rock non vuol dire nulla. Lo uso per gli scozzesi Mogwai, per etichettare qualcosa altrimenti elettro punk rock. Atmosfere rocciose e plumbee con chitarre e tastiere che fanno sia piangere che sognare. Non sbagliano un colpo. (a.a.s.)
Bjork – Biophilia (Polydor)
Ne hanno dette di tutti i colori, spesso confondendo la brama della tecnologia con l'arte vera e propria. A me è sembrato, proprio per la composizione stessa dei brani, un inno all'aspetto più semplice del nostro vivere: la natura. A tratti stratosferico. (a.r.)
Soul of The Cave - The Treatment (New sonic records)
Sentirete parlare di loro. Sono romani e sono al secondo album. Hanno assorbito tutto il rock che hanno potuto (sono giovanissimi) e navigano come marinai già esperti fra le sonorità noise, garage e psichedeliche. Seguiteli. (a.a.s.)
Ha un fascino esaltante soprattutto per i richiami alle sonorità 'settanta'. Pink Floyd innanzi tutto, poi Crosby Stills Nash and Young, ci sono i Crazy Horse sempre del mitico Nello Giovane, ci sono gli Zeppelin, e qualcuno, esagerando, c'ha visto pure gli Spirit del glorioso Randy California. (a.r.)
The Horrors - Skying(Bb)
L'album dell'anno è un ritorno a sonorità new wave con tinte psichedeliche. Il quintetto dell'Essex ha finalmente dismesso i panni finto punk, lasciato a casa le scopiazzature Dark e ha partorito un monumentale lavoro di ascesione. Skying, appunto. (a.a.s.)
Ivano Fossati – Decadancing (EMI)
L'unico appunto che si può fare al disco è il titolo. Poi tutto scorre al meglio. Fossati ci fa partecipe di un mondo sull'orlo del precipizio, ma non rinuncia all'unica leva che può muovere l'universo: l'amore. Ancora un centro nella preziosa discografia del compositore. (a.r.)
Foo Fighters - Wasting Light (RCA)
Che belli Chris Novoselic e Dave Grohl riuniti. Che spettacolo un album di rock puro, senza fronzoli elettronici, passionale, melodico, rovinoso, accalorato. Forse il loro capolavoro. L'immortalità del genere che si serve degli artisti più ricettivi. Immensi. (a.a.s.)
Howe Gelb – Alegrias (Fire)
Per quanto il disco mischi le sonorità dei Giant Sand al flamenco, è un'opera perfettamente conchiusa nella sua struttura e per nulla deviante dai modelli musicali di Howe Gelb. E di un grazia senza pari. (a.r.)
Dead Skeletons - Dead Magick (A records)
Ancora dall'Islanda. Un esperimento pazzesco. Una specie di rock esoterico, psico dark, il tentativo di suonare il mondo degli inferi e renderlo sublime alle orecchie profane. L'elegia della morte come trasformazione, non fine. Essenziale. (a.a.s.)
Nguyen Le – Songs of freedom (ACT music)
La sua è una musica che potrebbe essere perfetto tappeto sonoro per un'operazione nostalgica anni sessanta/settanta. Ma alcune trovate sono sensazionali (domanda: come è possibile riproporre i Beatles e non annoiarsi?). (a.r.)
Mogway - Hardcore Will Never Die, but You Will (Vital – Rock action)
Il termine post rock non vuol dire nulla. Lo uso per gli scozzesi Mogwai, per etichettare qualcosa altrimenti elettro punk rock. Atmosfere rocciose e plumbee con chitarre e tastiere che fanno sia piangere che sognare. Non sbagliano un colpo. (a.a.s.)
Bjork – Biophilia (Polydor)
Ne hanno dette di tutti i colori, spesso confondendo la brama della tecnologia con l'arte vera e propria. A me è sembrato, proprio per la composizione stessa dei brani, un inno all'aspetto più semplice del nostro vivere: la natura. A tratti stratosferico. (a.r.)
Soul of The Cave - The Treatment (New sonic records)
Sentirete parlare di loro. Sono romani e sono al secondo album. Hanno assorbito tutto il rock che hanno potuto (sono giovanissimi) e navigano come marinai già esperti fra le sonorità noise, garage e psichedeliche. Seguiteli. (a.a.s.)
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