RECENSIONI
Régis Jauffret
Il banchiere
Barbès Editore, Pag. 151 Euro 14,00
Qualcuno di voi ha davvero capito la vicenda in cui è rimasto coinvolto Dominque Strauss-Khan?
Complotto per togliersi dalle palle un socialista (socialista?).
Vicenducola di sesso a pagamento in quel di Times Square?
L'orrore per l'ennesima violenza maschile su una donna?
Oltre non andrei perché dell'insopportabile cicaleggio e delle cicale... in fondo non ci cale mica.
Ma pare che in ambiente 'bancario' avvengano di siffatti scandali, più di quanto il cittadino sovra tassato, in attesa e in odor di eurobond, possa sospettare (della serie: i soldi tutto sommato non fanno la felicità, anche se sono personalmente d'accordo con Marilyn quando diceva a riguardo che... se devo piangere, preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone del metrò).
Metti appunto Il Banchiere, romanzo lesto e paraculo che si rifà ad una vicenda realmente accaduta: quella di un riccone svizzero che rimane ucciso durante un gioco erotico sadomaso e di un'amante che se ne scappa per un po' coi soldi del disgraziato.
Nulla da eccepire sulle intenzioni dell'autore (ognuno scrive quello che crede e soprattutto su chi crede), ma mi vien da sorridere sul chiacchiericcio e sulle vicende giudiziarie postume: cioè, che la famiglia del disgraziato possa volere il ritiro delle copie del libro perché scandalistico e che la giustizia francese si possa interrogare sulla libertà di espressione degli scrittori.
Mi piace rispolverare, in questi casi, un formidabile aforisma di Altan: 'infuria la polemica e non succede mai un cazzo'.
Ecco, così. Se vogliamo, i 'processi' (ahinoi) ai parti dell'intelletto umano son sempre avvenuti per mancanza di rettitudine (di chi commetteva il reato, secondo l'accusa, e dall'accusa secondo chi commetteva il reato... lapalissiano): c'era in più la Chiesa carogna ed una falsa e ipocrita pruderie.
Ora, nel caso specifico e quindi del romanzo, cosa si vuol coprire con l'azione dei familiari del povero Edouard Stern (il vero banchiere sulla cui vicenda è nato Il Banchiere)? Il fatto che lo si è trovato morto con indosso una tuta di latex?
Suvvia, quisquiglie. A 'sto punto sarebbe da dire 'Dura lex, sed latex'!
Se la vicenda e il suo excursus giuridico son quel che sono, il romanzo non si distacca molto dalla materia originale: una spruzzatina di sado-maso, una dark lady in vena di viaggi e fughe dalla realtà, neanche un minuto di non amore, come avrebbe detto Battisti, e la conclusione ovvia (il gabbio per l'omicida).
Prendere o lasciare.
di Alfredo Ronci
Complotto per togliersi dalle palle un socialista (socialista?).
Vicenducola di sesso a pagamento in quel di Times Square?
L'orrore per l'ennesima violenza maschile su una donna?
Oltre non andrei perché dell'insopportabile cicaleggio e delle cicale... in fondo non ci cale mica.
Ma pare che in ambiente 'bancario' avvengano di siffatti scandali, più di quanto il cittadino sovra tassato, in attesa e in odor di eurobond, possa sospettare (della serie: i soldi tutto sommato non fanno la felicità, anche se sono personalmente d'accordo con Marilyn quando diceva a riguardo che... se devo piangere, preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone del metrò).
Metti appunto Il Banchiere, romanzo lesto e paraculo che si rifà ad una vicenda realmente accaduta: quella di un riccone svizzero che rimane ucciso durante un gioco erotico sadomaso e di un'amante che se ne scappa per un po' coi soldi del disgraziato.
Nulla da eccepire sulle intenzioni dell'autore (ognuno scrive quello che crede e soprattutto su chi crede), ma mi vien da sorridere sul chiacchiericcio e sulle vicende giudiziarie postume: cioè, che la famiglia del disgraziato possa volere il ritiro delle copie del libro perché scandalistico e che la giustizia francese si possa interrogare sulla libertà di espressione degli scrittori.
Mi piace rispolverare, in questi casi, un formidabile aforisma di Altan: 'infuria la polemica e non succede mai un cazzo'.
Ecco, così. Se vogliamo, i 'processi' (ahinoi) ai parti dell'intelletto umano son sempre avvenuti per mancanza di rettitudine (di chi commetteva il reato, secondo l'accusa, e dall'accusa secondo chi commetteva il reato... lapalissiano): c'era in più la Chiesa carogna ed una falsa e ipocrita pruderie.
Ora, nel caso specifico e quindi del romanzo, cosa si vuol coprire con l'azione dei familiari del povero Edouard Stern (il vero banchiere sulla cui vicenda è nato Il Banchiere)? Il fatto che lo si è trovato morto con indosso una tuta di latex?
Suvvia, quisquiglie. A 'sto punto sarebbe da dire 'Dura lex, sed latex'!
Se la vicenda e il suo excursus giuridico son quel che sono, il romanzo non si distacca molto dalla materia originale: una spruzzatina di sado-maso, una dark lady in vena di viaggi e fughe dalla realtà, neanche un minuto di non amore, come avrebbe detto Battisti, e la conclusione ovvia (il gabbio per l'omicida).
Prendere o lasciare.
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