RECENSIONI
Michel Pastoureau, Dominique Simonnet
Il piccolo libro dei colori
Ponte alle Grazie, Pag.107 Euro 10,00
E' un libro leggero ma non banale. Un saggio, nel senso etimologico di assaggio. Un libro che dà spunti e curiosità. Steso qui in forma di intervista rilasciata alla giornalista D.Simonnet da M.Pastoureau, storico e antropologo "specialista dei colori". Dopo una breve premessa prende in considerazione uno per uno il BLU, il ROSSO, il BIANCO, il VERDE, il GIALLO, il NERO. Un ultimo capitolo è dedicato alle "mezze tinte". La simbologia dei colori sembra cosa abbastanza scontata, ma ci accorgiamo qui di averla sempre considerata molto superficialmente, ignorando del tutto la dimensione storica. I colori non hanno infatti goduto sempre della stessa considerazione, ma ognuno di loro ha conosciuto fasi alterne, con momenti di gloria e di ignominia. Ne è esempio il blu, così ignorato nell'antichità classica, da far supporre che l'occhio dei greci non fosse in grado di percepirlo (Mentre godeva di ottima fama presso gli antichi egizi) e assurto negli ultimi secoli ad un ruolo di prestigio, che lo vede presente in molte bandiere (fra cui, recente, quella dell'Unione Europea), nelle divise e nell'abbigliamento jeans. Per non parlare del verde, considerato in passato infido e poco pregevole, e ora simbolo di politiche ambientaliste e di tutto ciò che è lecito (via libera). Altro elemento spesso ignorato è l'origine della buona o cattiva fama dei colori. Per il verde, si scopre che la diffidenza nasceva un tempo dalla scarsa stabilità chimica delle tinture. Da qui il riferimento a tutto ciò che è mutevole e quindi anche ai capricci della sorte, ragion per cui ha finito per rivestire i tavoli da gioco.
Implicazioni filosofiche, sociali e religiose si sono mescolate profondamente alla storia dei colori. Le prescrizioni austere della Riforma hanno imposto una moralizzazione dei colori che ha condizionato fino ai nostri giorni l'abbigliamento maschile. Non si sottrae nemmeno il colore della pelle, arbitrariamente definita "bianca" per quanto riguarda una fetta di umanità. E se è noto il fatto che nel XVIII secolo l'aristocrazia conservava gelosamente il pallore per distinguersi dagli abbronzati contadini, non tutti sanno che l'abbronzatura ha cominciato ad essere di moda fra i ricchi quando ci si è dovuti distinguere dagli operai, che lavoravano al chiuso. Insomma, il mondo dei colori è più complesso di quello che sembrerebbe a prima vista, tanto che l'Autore giunge più volte a sottolinearne l'ambivalenza, notando che ogni colore finisce per integrare in sé significati opposti. Come già si è detto, il libro non è esaustivo ma stimolante, non sazia ma è un ottimo aperitivo
di Giovanna Repetto
Implicazioni filosofiche, sociali e religiose si sono mescolate profondamente alla storia dei colori. Le prescrizioni austere della Riforma hanno imposto una moralizzazione dei colori che ha condizionato fino ai nostri giorni l'abbigliamento maschile. Non si sottrae nemmeno il colore della pelle, arbitrariamente definita "bianca" per quanto riguarda una fetta di umanità. E se è noto il fatto che nel XVIII secolo l'aristocrazia conservava gelosamente il pallore per distinguersi dagli abbronzati contadini, non tutti sanno che l'abbronzatura ha cominciato ad essere di moda fra i ricchi quando ci si è dovuti distinguere dagli operai, che lavoravano al chiuso. Insomma, il mondo dei colori è più complesso di quello che sembrerebbe a prima vista, tanto che l'Autore giunge più volte a sottolinearne l'ambivalenza, notando che ogni colore finisce per integrare in sé significati opposti. Come già si è detto, il libro non è esaustivo ma stimolante, non sazia ma è un ottimo aperitivo
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