RECENSIONI
Nicola Verde
Il vangelo del boia
Newton Compton, Pag. 320 Euro 9,90
Che questo sia un buon momento per il romanzo storico italiano, almeno dal punto di vista del numero delle pubblicazioni, lo abbiamo evidenziato proprio su queste pagine. Ecco Il Vangelo del boia di Nicola Verde è l’ennesimo appuntamento di questo filone che vede la romana Newton Compton sempre in prima fila nelle librerie.
Al centro del romanzo c’è la figura di Mastro Titta, ombrellaio di professione e boia papalino, che nella sua lunga carriera ebbe al suo attivo più di cinquecento “giustizie”. Figura interessante Mastro Titta, già portata in teatro e al cinema diverse volte: un boia certo, ma con la sua morale e per questo tutto sommato rispettato dal popolo. Ne Il vangelo del boia lo scopriamo ormai pensionato, in vena di ricordi e nostalgie per un amore giovanile che gli è rimasto dentro e che è stato riportato alla mente da un volto nella folla. Il volto è quello di Costanza Diotallevi, fotografa e, come scopriremo durante la narrazione, donna dalla moralità dubbia. È proprio la Diotallevi (una specie di faccendiera ante-litteram) ad essere uno degli attori del romanzo, insieme alle alte sfere della Curia romana, come il segretario di Stato Antonelli, o il giudice della Sacra Consulta Eucherio Collemassi, legato alle sette sataniche. Personaggi veri storicamente questi, che Nicola Verde riesce a rendere in modo magistrale.
Insomma scandali, lotte intestine, segreti che non sembrano troppo lontani da quelli che leggiamo sui quotidiani dei nostri tempi. Dunque è proprio vero che la Storia non ci ha insegnato nulla, ma forse per questo varrà la pena continuare a leggere romanzi storici, perché è un bel modo di rientrare in possesso del nostro passato. Questo di Nicola Verde è veramente ben scritto e architettato come romanzo storico, con continui salti nel tempo che rendono la storia movimentata. La capacità dell’autore di descrivere con poche pennellate la Roma del periodo è notevole e gli odori e i rumori della Roma popolana filtrano tra le pagine in maniera magistrale. Da leggere.
di Marco Minicangeli
Al centro del romanzo c’è la figura di Mastro Titta, ombrellaio di professione e boia papalino, che nella sua lunga carriera ebbe al suo attivo più di cinquecento “giustizie”. Figura interessante Mastro Titta, già portata in teatro e al cinema diverse volte: un boia certo, ma con la sua morale e per questo tutto sommato rispettato dal popolo. Ne Il vangelo del boia lo scopriamo ormai pensionato, in vena di ricordi e nostalgie per un amore giovanile che gli è rimasto dentro e che è stato riportato alla mente da un volto nella folla. Il volto è quello di Costanza Diotallevi, fotografa e, come scopriremo durante la narrazione, donna dalla moralità dubbia. È proprio la Diotallevi (una specie di faccendiera ante-litteram) ad essere uno degli attori del romanzo, insieme alle alte sfere della Curia romana, come il segretario di Stato Antonelli, o il giudice della Sacra Consulta Eucherio Collemassi, legato alle sette sataniche. Personaggi veri storicamente questi, che Nicola Verde riesce a rendere in modo magistrale.
Insomma scandali, lotte intestine, segreti che non sembrano troppo lontani da quelli che leggiamo sui quotidiani dei nostri tempi. Dunque è proprio vero che la Storia non ci ha insegnato nulla, ma forse per questo varrà la pena continuare a leggere romanzi storici, perché è un bel modo di rientrare in possesso del nostro passato. Questo di Nicola Verde è veramente ben scritto e architettato come romanzo storico, con continui salti nel tempo che rendono la storia movimentata. La capacità dell’autore di descrivere con poche pennellate la Roma del periodo è notevole e gli odori e i rumori della Roma popolana filtrano tra le pagine in maniera magistrale. Da leggere.
di Marco Minicangeli
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