CINEMA E MUSICA
Adriano Angelini Sut
La dolce cupezza di Simone Olivieri, e il suo farmaco rasserenante.

Piccoli grandi esordi s’affacciano sul teatrino musicante del Bel Paese. Mentre s’appresta San Remo con la sua raffica di De Filippiche crudeltà, nei meandri dell’underground (che chissà se è mai esistito) sboccia un fiore del male di vivere dosato come farmaco della gioia. “Apotheke” del romano e giovanissimo Simone Olivieri, etichetta New Sonic Records - GoodFellas. Tracce brevi e lievi. Un singolo importante e più che originale, “Incespico” che potrebbe farci aprire tutto un discorso sui musicisti anni’70 ma che invece è rassicurante chiudere subito. Le tastiere danzano come farfalle sbilenche sulla voce brezza di Simone che si diverte di fronte al balletto. “Non è che un bene ormai” marcia quasi a ritroso; pezzo di apertura più cadenzato e (forse sottotono) che si potesse scegliere ma per questo “non è che un bene” l’azzardo. Così come “Il folle”, chitarra e voce su un prato in fiore che tiene ben interrate le scorie del mondo. “Resina” è sulla stessa linea di convergenza. Chitarra, voce, addirittura rumore di scivolamento delle dita sulle corde. Si supera l’interludio strumentale con le cicale di ”Controra” e si accede ad “Appesa”, dimostrazione di testi d’amore mai banali nella loro semplicità, un piano che incalza à la Riccardo Sinigallia dei tempi migliori, uno dei momenti più alti dell’album, dimostrazione che Simone è un compositore senza paura, per niente ostaggio del ‘momento musicale’. Che si getta a capofitto in “In Cauda Venenum” e ci regala un altro dei momenti topici di questa farmacia ambulante. E’ come se l’album l’avesse suonato un Fabio Concato agli esordi, meno lagna e più sussurro, meno laghi della domenica e più sangue da far scorrere in queste vene gelide dell’umanità; omeopaticamente, con un po’ di sano e fresco distacco. “Tempesta” non rassicura per niente. Il piano va, giù duro, mani che aprono sipari ad orchestre, chitarre, innuendo, vertici, shock pochissimo anafilattici e tanto paesaggistici; semplicemente catturante. (E qui mi tocca dirlo, che Francesco Di Giacomo e il suo Banco veglino su Simone). “Settembre”, ovviamente sottotono, lenta e di buon presagio per chi dispensa farmaci contro il freddo dell’esistenza, (“svegliatemi a Settembre e non ditemi più niente prima”), giunge a chiudere un album di 9 brani. Sì dio santo, nove come ai vecchi tempi, niente bonus track e 15-20 inutili pezzi. Registrato a Roma, fra studio e casa e prodotto dallo stesso Simone. E poi non dite che la medicina non fa miracoli.
Apotheke
Simone Olivieri
New Sonic Records-GOODFELLAS
Roma 2015
Apotheke
Simone Olivieri
New Sonic Records-GOODFELLAS
Roma 2015
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