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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Marco Candida

La mania per l'alfabeto

Sironi Editore, Pag.300 Euro 14,00
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Trenta giorni a novembre, con april giugno e settembre, di Perec ce n'è uno, tutti gli altri son nessuno.

A proposito di giorni: I giorni più importanti della nostra vita sono due: il giorno della nostra nascita e il giorno della nostra morte (...) I due giorni più importanti della nostra vita non solo non dipendono dalla nostra volontà (...) ma di questi non abbiamo nemmeno il ricordo.

Invece ricordo pure il giorno in cui ho iniziato La mania per l'alfabeto (ho il sospetto che la mania sia anche per i numeri, ma non ditelo all'autore): lunedì 14 maggio.

Considerando che il libro ha 300 pagine, suddividendo il tutto per 50, mi ero impegnato a leggerlo per intero entro sei giorni (la matematica non è un'opinione).

Primo intoppo: mia madre. Disturba sistematicamente nelle occasioni che seguono:

a)quando sono al telefono

b)quando sono in bagno

c)quando sono a riposare.

I luoghi migliori per leggere (almeno per rispetto profondo alle mie esigenze) sono:

a)momento post-prandiale

b)in bagno

c)quando sono a riposare.

Se ne deduce da ciò che occupando mia madre 2 dei 3 spazi preferiti, la lettura del libro ha subìto ristagni ed improvvise accelerazioni.

Lunedì 14 maggio: 57 pagine (+7 rispetto alla tabella di marcia)

Martedì 15 maggio: 30 pagine (interrotto in bagno durante atto di defecazione – dunque totale 87 pag. meno 13 rispetto tabella di marcia).

Mercoledì 16 maggio: giornata fausta. 120 pagine filate filate, per un totale di 207. Ben 57 oltre la media.

Giovedì 17 maggio: giornata infausta. Appena 12 pagine lette. Mia madre ha invaso i miei spazi. Nulla da fare. Totale 219 pagine.

Venerdi 18 maggio: giornata conclusiva. Non ho telefonato, per cui non potevo essere disturbato durante una conversazione. Non ho pranzato, quindi nessun momento post-prandiale. Non ho riposato. La fine del romanzo mi ha suggerito degli spunti.

Negativi.

1 - La lingua che soltanto scrittori e poeti sanno produrre io la chiamo: macrolinguaggio. (...) Il macrolinguaggio della scrittura niente ha a che vedere con il linguaggio quotidiano(pag.43-45).

Uff a momenti mi scorticavo per l'orticaria.

2 – Non costruisco mondi, nomino soltanto (pag.73). E come chiamare i richiami del cuore? O il gusto per la pasta col pesto (le patate mi raccomandoooooo!)

3 – Perché allora scrivere se scrivere è diversità, sofferenza, solitudine? (...) Per ché la scrittura è un demone e davanti un demone non si può fare molto (pag.218). Ancora uff! ma è così tragico scrivere?

Positivi.

1 – La ragazza ha lasciato il ragazzo con la mania per l'alfabeto (e anche per i numeri!). Era giusto. Io non lo inviterei nemmeno a prendere un caffè.

2 – La mania per l'alfabeto è una tentazione. Ti irrita, ma capisci che non è la solita arte d'imbrattar fogli. Fosse uno sbocco per una letteratura sempre più asfittica? Ho pronto con me l'elenco del telefono. Lo faccio cantare a Mina (qualcuno lo diceva, mica m'invento le cose. Mica sono un mitomane!)

3 – Quando ho iniziato un nuovo libro ho provato un pizzico di nostalgia. Tutto sommato è bello grattarsi quando si è a riposo. Come quando un gatto ti lecca la fronte. Mai provato? Invitate la mia gatta a casa vostra.



di Alfredo Ronci


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