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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Harlan Coben

Non hai scelta

Giallo Mondadori, Pag. 376 Euro 3,60
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Voi che ci seguite con pazienza conoscete ormai la lista degli autori noir che più apprezziamo. Beh aggiungeteci Harlan Coben. Si era già fatto notare precedentemente con tre romanzi di tutto rispetto, in particolare Non dirlo a nessuno (2001) e Svaniti nel nulla (2003). La riproposizione di Non hai scelta per la collana del Giallo Mondadori ci pemette di spendere due parole in più sullo scrittore del New Jersey.

Ha una predisposizione innata per l'intreccio (non l'intreccio giallo, ça va sans dire ma l'ordito capace e a più ramificazioni, un po' come James Ellroy che fece perdere il sonno a molti dopo l'uscita di Dalia Nera e che ha costretto il povero Brian De Palma, in uno stato tutt'altro che di grazia, a fare salti mortali per riportare sullo schermo una trama impazzita... e sorvoliamo sulla bruttezza invereconda della recitazione delle stars) che poi con abile mano da artigiano riesce a condurre alla fine senza troppi scossoni o contorsioni cerebrali.

Non hai scelta non è il migliore dei titoli dell'autore (non conosciamo ancora Suburbia killer del 2006, ma ben presto lo verificheremo) ma ha una dignitosissima struttura che affronta tematiche attuali e scottanti: soprattutto tratta dei bambini e adozioni illegali e glorie giovanili della tv che diventano assassini (noi in Italia abbiamo avuto piccole stelle che sono diventate terroristi).

Marc Seidman, abile chirurgo plastico, viene ferito gravemente da un colpo d'arma da fuoco. Al risveglio in ospedale, scopre che la moglie Monica è morta nell'agguato e che la figlia di sei mesi è stata rapita.

Nelle indagini successive, l'uomo si farà assistere dalla sua ex fidanzata, Rachel Mills, ex agente dell'FBI.

Non possiamo dire altro per non rovinare le sorprese ai lettori, ma qualcosina mi preme affrontarla: è quella prurigine sottile che mi prende quando mi scontro con personaggi, o situazioni, al limite dell'impasse reazionario (in questo James Ellroy, sì ancora lui, ora è tanto di moda, è campione insuperabile, con quell'impatto fascistico delle soluzioni che a volte davvero impressiona). Qui è la ex agente dell'FBI, peraltro personaggio impalpabilmente sentimentale, a segnare la storia in quel senso e a ricordarci, tuttavia (attenzione all'uso che faccio dell'avverbio in questione), che l'ambientazione è americana (statunitense) e che, come dice un vecchio proverbio cinese, per alzarsi in volo occorre andare contro vento.

E' una vecchia questione che meriterebbe un aggancio anche a fatti reali di casa nostra, ma che ora, per problemi di spazio e di opportunità, lasciamo in sospeso.

Coben è uno scrittore coi fiocchi, mirato e deciso nella caratterizzazione di una società e delle persone che ne fanno parte: è anche attento alle rivoluzioni di costume e di pensiero che scelte politiche determinano. Avevo sentito infinite volte parlare del tempo che nei momenti più difficili si ferma, di quei brevi secondi in cui riesci a vedere tutto con la massima chiarezza. In realtà erano tutte stronzate. I fotogrammi di quelle scene sembra che si susseguano lenti soltanto quando ti passano per la mente, mentre stai comodo e al sicuro. Ma nella concitazione del momento, come la volta in cui lui e tre commilitoni erano rimasti coinvolti in una sparatoria con alcuni soldati dei reparti d'Èlite di Saddam, il tempo subisce invece un'accelerazione. (pag.341).

Chapeau!





di Eleonora del Poggio


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