RECENSIONI
Michael Chorost
Rebuilt
Gaffi, Pag. 288 Euro 16, 50
La storia autobiografica di Michael Chorost, teorico delle tecnologie ed ex programmatore di computer del New Jersey. Sotto titolo, "come sono diventato un cyborg". Sì perché nell'estate del 2001, mentre era in viaggio a Reno, Michael Chorost, nato con problemi di udito a causa di un virus pre-natale di rosolia, divenne improvvisamente sordo. Dopo di ché decise di sottoporsi a un'operazione per farsi innestare un impianto cocleare. Si tratta, di fatto, di un piccolo computer inserito nella coclea e che in pratica ricostruisce il suono a favore delle orecchie, da zero. Si reimpara ad ascoltare.
Chorost è un ottimo scrittore di divulgazione scientifica e la sua prosa a tratti è particolarmente toccante; soprattutto quando ci riporta al passato della sua infanzia, i primi problemi con l'udito, le sue lezioni per corrispondenza a cui sua mamma, insegnante, lo sottoponeva; coi fascicoli spediti direttamente dalla fondazione di Spencer Tracy e sua moglie che avevano avuto la sfortuna di avere un figlio sordomuto. Chorost si vede molto simile al personaggio del film Tv "L'Uomo da sei milioni di dollari", con Steve Austin nei panni del cyborg a cui ricostruiscono le gambe, liberamente tratto dal romanzo di Martin Caidin Cyborg. Nella tragicità dell'evento, nel tourbillon che si scatena nella vita di Chorost che si vede gettato fuori dal mondo (perché la sordità, come sostiene giustamente, è isolamento), il coraggio dell'autore, le sue vicissitudini, che la scrittura riporta con equilibrate oscillazioni fra sbalzi di umorismo e accessi d'ira, tratteggiano un personaggio importante, emblematico, che in certo senso può rappresentare un esempio per tante persone con simili difficoltà.
C'è speranza per i sordi, anche per i sordomuti, fa intendere Chorost. A proposito di questi ultimi, l'autore si inoltra in un viaggio a tratti commovente nella comunità dei sordomuti d'America. Combattuti fra vecchie e nuove generazioni, fra coloro che non intendono affidare i propri figli alla medicina, alle operazioni, a un impianto cocleare visto con sospetto come disumanizzante, trasformativo, non "naturale" e chi invece guarda con speranza e si rivolge sempre più alla scienza per avere una qualità della vita migliore. Fatto salvo il rispetto che sia l'autore che la comunità dei sordomuti nutre ancora per il loro linguaggio dei segni.
Rebuilt (ricostruito) è un libro molto significativo.
Chorost, patito di tecnologia e scienza, si sente affine alle macchine. Ma la macchina rischia di disumanizzare e di far sprofondare ancora più sotto i piedi la disistima che un handicap inevitabilmente porta. Simpatiche e veritiere, a tratti esilaranti, à la Woody Allen, le sue avventure via web alla ricerca di una ragazza sui siti di incontri on line. Molto approfondita ed esaustiva tutta la parte medica, della ricerca in materia di innovazione degli impianti cocleari, e dei computer che inevitabilmente stanno conducendo sempre più l'essere umano a interagire con le macchine, e spesso a dipendere da esse. Anche se lui non sembra preoccuparsene più di tanto. Anzi.
di Adriano Angelini Sut
Chorost è un ottimo scrittore di divulgazione scientifica e la sua prosa a tratti è particolarmente toccante; soprattutto quando ci riporta al passato della sua infanzia, i primi problemi con l'udito, le sue lezioni per corrispondenza a cui sua mamma, insegnante, lo sottoponeva; coi fascicoli spediti direttamente dalla fondazione di Spencer Tracy e sua moglie che avevano avuto la sfortuna di avere un figlio sordomuto. Chorost si vede molto simile al personaggio del film Tv "L'Uomo da sei milioni di dollari", con Steve Austin nei panni del cyborg a cui ricostruiscono le gambe, liberamente tratto dal romanzo di Martin Caidin Cyborg. Nella tragicità dell'evento, nel tourbillon che si scatena nella vita di Chorost che si vede gettato fuori dal mondo (perché la sordità, come sostiene giustamente, è isolamento), il coraggio dell'autore, le sue vicissitudini, che la scrittura riporta con equilibrate oscillazioni fra sbalzi di umorismo e accessi d'ira, tratteggiano un personaggio importante, emblematico, che in certo senso può rappresentare un esempio per tante persone con simili difficoltà.
C'è speranza per i sordi, anche per i sordomuti, fa intendere Chorost. A proposito di questi ultimi, l'autore si inoltra in un viaggio a tratti commovente nella comunità dei sordomuti d'America. Combattuti fra vecchie e nuove generazioni, fra coloro che non intendono affidare i propri figli alla medicina, alle operazioni, a un impianto cocleare visto con sospetto come disumanizzante, trasformativo, non "naturale" e chi invece guarda con speranza e si rivolge sempre più alla scienza per avere una qualità della vita migliore. Fatto salvo il rispetto che sia l'autore che la comunità dei sordomuti nutre ancora per il loro linguaggio dei segni.
Rebuilt (ricostruito) è un libro molto significativo.
Chorost, patito di tecnologia e scienza, si sente affine alle macchine. Ma la macchina rischia di disumanizzare e di far sprofondare ancora più sotto i piedi la disistima che un handicap inevitabilmente porta. Simpatiche e veritiere, a tratti esilaranti, à la Woody Allen, le sue avventure via web alla ricerca di una ragazza sui siti di incontri on line. Molto approfondita ed esaustiva tutta la parte medica, della ricerca in materia di innovazione degli impianti cocleari, e dei computer che inevitabilmente stanno conducendo sempre più l'essere umano a interagire con le macchine, e spesso a dipendere da esse. Anche se lui non sembra preoccuparsene più di tanto. Anzi.
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