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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Mimmo Franzinelli

Rock&Servizi Segreti

Bollati Boringhieri, Pag. 265 Euro 16,00
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Ci sono modi e modi per affrontare una questione: prendiamo per esempio la stagione del power flowers e di tutti i suoi 'addentellati'. E' in libreria, edito dalla Gargoyle Books, un 'vecchio' romanzo di Robert McCammon, Mary Terror, dove una povera demente, che vive negli anni novanta, non avendo mai superato la fase della contestazione contro il sistema, si ritrova a scatenare la sua incontrollata voglia sanguinaria (chissà perché poi) contro tutto e tutti fino ad arrivare a rapire un bambino per farlo 'proprio' ed offrirlo al suo vecchio amore dei passati sixtees.

Romanzo brutto e sostanzialmente reazionario dove ad un certo punto uno dei protagonisti dice: Era solo un gioco, uno stupido maledetto gioco. Ero solo un ragazzo annoiato, talmente strafatto di acido... e via discorrendo.

Troppo facile e qualunquistico ridurre una stagione di cambiamento, pur nelle sue contraddizioni, ad un sollazzo superficiale di un cretinetti qualsiasi.

Il libro di Franzinelli non è un romanzo, ma un saggio: la questione iniziale però rimane. Che ci sono modi e modi per affrontare la Storia (quella con la esse maiuscola, nonostante i ragazzini capricciosi in vena di 'acidi' divertissements): il noto studioso, tra l'altro non nuovo a sconfinamenti 'rock', lo fa con mestiere, professionalità, serietà e documentazione. E ci racconta come molti protagonisti della scena musicale americana degli anni sessanta fossero sistematicamente spiati dai servizi segreti perché ritenuti pericolosi, un po' anarcoidi, perché pensati molto vicini alle istanze di un comunismo, o quanto meno di una sinistra 'alternativa, portatori di ideali che mai avrebbero dovuto attecchire all'interno di un sistema di valori troppo consolidato e fermo.

Oggi, grazie al Freedom of Information Act, è consentito l'accesso alle fonti di polizia e agli archivi dell'FBI, e grazie a questo sono riemerse le operazioni di controllo e di pervasività contro tutta una intellighenzia culturale che aveva l'obiettivo di contestare un sistema e di proporre nuove forme di aggregazione sociale.

Sfilano nell'indagine di Franzinelli i nomi più grandi della cultura musicale in genere: Jimi Hendrix, Jim Morrison, Phil Ochs, Frank Zappa, Joan Baez, Pete Seeger, Grateful Dead col suo leader Jerry Garcia, John Lennon, fino ad arrivare al 'nostro' Fabrizio De André, ritento pericoloso dai servizi segreti italiani, tra le altre cose, perché favorevole alla legge sul divorzio!

E riecheggia tutto un mondo di battaglie (che qualcuno, non si sa se per ingenuità o superficialità, ha consegnato al mito, ed altri, stizziti da qualsivoglia cambiamento ed impettiti nel loro 'abito' di benpensanti, lo ha relegato nel cantuccio del dimenticatoio) che ha segnato un decennio e più della nostra stagione: la guerra del Vietnam, i conflitti razziali, le morti dei due Kennedy e di Martin Luther King, le grandi marce e gli affollati concerti. E in più la politica reazionaria di un sistema e dei suoi uomini più potenti 'impiegati' a frenare qualsiasi impulso di cambiamento della società: John Edgar Hoover, l'inquietante capo dell'FBI dal 1924 fino al 1972, Richard Nixon, fatto poi fuori dallo scandalo Watergate, Lyndon Johnson, il successore di John Kennedy e uno dei massimi responsabili del pantano Vietnam, e quel Ronald Reagan che quando fu governatore della California negli anni sessanta portò avanti una politica dissennata di controllo e che adesso, non si sa per quale strano scherzo del destino, è rivalutato nella sua figura di Presidente degli Stati Uniti.

Rock&Servizi Segreti è una gran bella lettura, ma soprattutto un'operazione civile di informazione al di là di prese di posizione ideologiche, e soprattutto di insensate e nostalgiche riverniciature.



di Alfredo Ronci


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Bollati Boringhieri, Pag. 272 Euro 16,00

Dice Elisabetta Sgarbi, Bompiani, sui 'Diari': Ci sono dei falsi molto interessanti benché sia certificato si tratti di un falso. Basta che non si dica che il falso sia vero e viceversa, e non è il nostro caso.
Mi chiedo dove sia l'interesse per una cosa del genere: non sarebbe preferibile, a quel punto, sottrarre tempo alla Storia (con la S maiuscola) e reclamar passione letteraria senza scomodare Duci, nazismi, fascismi e dittatori più o meno sanguinari? Perché alla fine di finzione si tratterebbe, non di autobiografie e quindi non un connubio che sarebbe come metter d'accordo il gatto con il topo.

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