CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
Sarà nostalgia però... : Caetano Veloso, David Byrne 'Live at Carnagie Hall'

Mi si conceda di dir questo, prima del silenzio, perché è cosa che appartiene innanzi tutto alla mia persona, poi a ciò che ella rappresenta.
Cerco di spiegarmi: mi arriva il disco in questione e mi vien da cogitare. Ossignore come cogito, e alla fine erutto in considerazioni personalissime. E contrarie al senso comune.
Domanda: ma 'sti due stanno davvero bene insieme? Cioè... era inevitabile il loro incontro? Ma davvero l'amalgama, considerando la musica, è perfetto?
Io mi delizio con Veloso, ma amo alla follia Byrne.
Io mi delizio con Veloso, lo ritengo figura essenziale dell'evoluzione della musica brasiliana, ma Byrne è un genio (lo fu anche quando prese in mano, un'unica volta, la macchina da presa).
Ho visto dal vivo Veloso e mi sono deliziato.
Ho visto dal vivo Byrne, ma con i Talking Heads, e mi dissi che non c'erano pari.
Convengo che i due abbiano molte cose in comune.
Convengo che prima o poi si sarebbero incontrati. Devo ricordare la sbandata sudamericana di Byrne appena dopo l'uscita dal gruppo? (Rei Momo).
Ma in questo caso, dal vivo alla Carnagie Hall, i due stanno ognuno per conto proprio.
Ma non mi riferisco al concerto in sé, non mi riferisco al fatto che i musicisti facciano di tutto per sembrare un ensemble riuscito.
Mi riferisco all'allure.
Entrambi la posseggono.
Veloso, nel suo modo ormai 'androgino' di porsi (ma è un cantante o una cantante? E nella domanda non c'è malizia davvero) però alla fine rimane statico, avvolto in una dimensione personalissima, ma ovvia.
Byrne è altra cosa: è l'anarchia del canto, è l'irregolarità fascinosissima dell'emissione, è energia pura che produce canto. Nonostante l'età.
Ci si delizia con la prima parte del disco, quando Veloso da solo affronta il suo repertorio. Ma quando arriva Byrne le cose cambiamo. E sul serio.
Quando inanella acusticamente i suoi cavalli di battaglia con i Talking Heads ('And she was'; 'Life during wartime'; 'Road to nowhere'; 'Heaven', quest'ultima magicamente riproposta di recente da K.D.Lang) in me si produce l'illuminazione d'immenso.
La cartina di tornasole? Il brano '(Nothing but) flowers' cantato insieme e con relative facezie. Caetano ci piace, Byrne ha l'effetto di un istinto primordiale. E i due, mi spiace dirlo, non sono amalgamati affatto. Troppe differenze di stile.
Mi andava di dirlo, prima del silenzio...
Caetano Veloso e David Byrne
Live at Carnagie Hall
Nonesuch - 2012
Cerco di spiegarmi: mi arriva il disco in questione e mi vien da cogitare. Ossignore come cogito, e alla fine erutto in considerazioni personalissime. E contrarie al senso comune.
Domanda: ma 'sti due stanno davvero bene insieme? Cioè... era inevitabile il loro incontro? Ma davvero l'amalgama, considerando la musica, è perfetto?
Io mi delizio con Veloso, ma amo alla follia Byrne.
Io mi delizio con Veloso, lo ritengo figura essenziale dell'evoluzione della musica brasiliana, ma Byrne è un genio (lo fu anche quando prese in mano, un'unica volta, la macchina da presa).
Ho visto dal vivo Veloso e mi sono deliziato.
Ho visto dal vivo Byrne, ma con i Talking Heads, e mi dissi che non c'erano pari.
Convengo che i due abbiano molte cose in comune.
Convengo che prima o poi si sarebbero incontrati. Devo ricordare la sbandata sudamericana di Byrne appena dopo l'uscita dal gruppo? (Rei Momo).
Ma in questo caso, dal vivo alla Carnagie Hall, i due stanno ognuno per conto proprio.
Ma non mi riferisco al concerto in sé, non mi riferisco al fatto che i musicisti facciano di tutto per sembrare un ensemble riuscito.
Mi riferisco all'allure.
Entrambi la posseggono.
Veloso, nel suo modo ormai 'androgino' di porsi (ma è un cantante o una cantante? E nella domanda non c'è malizia davvero) però alla fine rimane statico, avvolto in una dimensione personalissima, ma ovvia.
Byrne è altra cosa: è l'anarchia del canto, è l'irregolarità fascinosissima dell'emissione, è energia pura che produce canto. Nonostante l'età.
Ci si delizia con la prima parte del disco, quando Veloso da solo affronta il suo repertorio. Ma quando arriva Byrne le cose cambiamo. E sul serio.
Quando inanella acusticamente i suoi cavalli di battaglia con i Talking Heads ('And she was'; 'Life during wartime'; 'Road to nowhere'; 'Heaven', quest'ultima magicamente riproposta di recente da K.D.Lang) in me si produce l'illuminazione d'immenso.
La cartina di tornasole? Il brano '(Nothing but) flowers' cantato insieme e con relative facezie. Caetano ci piace, Byrne ha l'effetto di un istinto primordiale. E i due, mi spiace dirlo, non sono amalgamati affatto. Troppe differenze di stile.
Mi andava di dirlo, prima del silenzio...
Caetano Veloso e David Byrne
Live at Carnagie Hall
Nonesuch - 2012
CERCA
NEWS
RECENSIONI
-
Fleur Jaeggy
Il dito in bocca
-
Cesare Zavattini
Diari 1941-1958
-
Massimo Carlotto
Ad esequie avvenute
ATTUALITA'
-
Stefano Torossi
GIULIO BRICCIALDI 1818 – 1881
-
Stefano Torossi
Manuel de Falla 1876 - 1946
-
Stefano Torossi
Marco Enrico Bossi 1861 - 1925
CLASSICI
CINEMA E MUSICA
-
Marco Minicangeli
To a Land Unknow
-
Marco Minicangeli
Predator: Badlands
-
Marco Minicangeli
Tron Ares
RACCONTI
-
Luca Alessandrini
Apres la pluie vient le beau temps
-
Leonello Ruberto
Mondo adulto
-
Eugenio Flajani Galli
Pink Pony Club
