CINEMA E MUSICA
Lorenzo Lombardi
“Scream”, un urlo verso il passato

“Qual’è il tuo film horror preferito?”
Questa è la fatidica domanda che apre e che ha reso famosa la saga del film di Wes Craven, Scream. Potrebbe essere Scream?
Ci provano Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett e riprendere le briglie della saga dopo la scomparsa del regista, riuscendoci perfettamente.
Il problema delle saghe che si dilungano è quello di far finire in fumo ciò che era fiamma nei primi capitoli. Scream del 1996 era un omaggio agli slasher movie anni Ottanta, un vero e proprio manuale di cinema per appassionati.
Questo capitolo del 2022 diventa invece un omaggio agli anni Novanta, ma senza allontanarsi troppo dallo spirito del film iniziale. È un girare la testa al passo con i tempi.
Molti grideranno al “finto remake” dell’originale ma forse, i due registi di Scream strizzano l’occhio ai cinefili horror citando anche i vecchi capitoli del film di Wes Craven. Il tutto è comunque stato aggiornato ai tempi, ovvero tante citazioni agli ultimi film horror usciti in sala (Babadoock, It follows, The Witch), cellulari con nuove app e meno telefoni vecchio stampo, ma non del tutto mancanti.
In tutto questo c’è anche uno studio al fenomeno cinematografico che in questi ultimi anni sta prendendo piede in maniera superiore rispetto al passato, ovvero i remake e i reboot. Il pubblico appassionato apprezzerà le citazioni ad altri autori infatti una delle protagoniste si chiama Carpenter (come John Carpenter) e uno dei ragazzi si chiama Wes in omaggio al regista scomparso.
Il nuovo Scream è un classico slasher movie fatturato come i vecchi tempi, tiene la tensione, cattura lo spettatore e lo trasforma in un detective incallito per due ore e non manca il tanto amato sangue.
Dopo la visione del film lo spettatore eviterà di rispondere a numeri sconosciuti e si domanderà “Ma qual è il mio film horror preferito?”
Questa è la fatidica domanda che apre e che ha reso famosa la saga del film di Wes Craven, Scream. Potrebbe essere Scream?
Ci provano Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett e riprendere le briglie della saga dopo la scomparsa del regista, riuscendoci perfettamente.
Il problema delle saghe che si dilungano è quello di far finire in fumo ciò che era fiamma nei primi capitoli. Scream del 1996 era un omaggio agli slasher movie anni Ottanta, un vero e proprio manuale di cinema per appassionati.
Questo capitolo del 2022 diventa invece un omaggio agli anni Novanta, ma senza allontanarsi troppo dallo spirito del film iniziale. È un girare la testa al passo con i tempi.
Molti grideranno al “finto remake” dell’originale ma forse, i due registi di Scream strizzano l’occhio ai cinefili horror citando anche i vecchi capitoli del film di Wes Craven. Il tutto è comunque stato aggiornato ai tempi, ovvero tante citazioni agli ultimi film horror usciti in sala (Babadoock, It follows, The Witch), cellulari con nuove app e meno telefoni vecchio stampo, ma non del tutto mancanti.
In tutto questo c’è anche uno studio al fenomeno cinematografico che in questi ultimi anni sta prendendo piede in maniera superiore rispetto al passato, ovvero i remake e i reboot. Il pubblico appassionato apprezzerà le citazioni ad altri autori infatti una delle protagoniste si chiama Carpenter (come John Carpenter) e uno dei ragazzi si chiama Wes in omaggio al regista scomparso.
Il nuovo Scream è un classico slasher movie fatturato come i vecchi tempi, tiene la tensione, cattura lo spettatore e lo trasforma in un detective incallito per due ore e non manca il tanto amato sangue.
Dopo la visione del film lo spettatore eviterà di rispondere a numeri sconosciuti e si domanderà “Ma qual è il mio film horror preferito?”
CERCA
NEWS
-
9.06.2025
Sellerio
Roberto Alajmo -
9.06.2025
La nave di Teseo
Maria Corti -
9.06.2025
Adelphi
Vladimir Nabokov
RECENSIONI
-
Domenico Conoscenti
Manomissione
-
Han Kang
L'ora di greco
-
Milena Michiko Flasar
Single con criceto.
ATTUALITA'
-
Stefano Torossi
Charles Ives 1874 - 1954
-
Stefano Torossi
Arcangelo Corelli (!653-1713)
-
Stefano Torossi
FRANCIS POULENC 1899 – 1963
CLASSICI
-
Alfredo Ronci
Poco classico? “L’impazienza di Rigo” di Giancarlo Buzzi.
-
Alfredo Ronci
Un maniaco dello stile: “Mania” di Daniele Del Giudice.
-
Alfredo Ronci
Un “piccolo” capolavoro: “Zebio Còtal” di Giulio Cavani.
CINEMA E MUSICA
-
marco minicangeli
La fossa delle Marianne
-
marco minicangeli
The Shrouds
-
marco minicangeli
Una barca in giardino
RACCONTI
-
Luigi Rocca
La città cancellata.
-
Ermes Ronzani
Qui riposa il Toro.
-
Joseph Santella
La mosca