Attualità

Perché non leggo Philopat e quelli come lui (che sono tanti).
Scrive Piero Ottone sulla rubrichina 'Vizi e virtù' del settimanale Il venerdì di Repubblica del 20 maggio 2011: Quando si legge un saggio di letteratura, una rievocazione storica, la biografia di un personaggio, ci si imbatte talvolta in un breve inciso «come è noto». Per esempio se l'autore affronta il tema della rivoluzione francese, è possibile che criva "La rivoluzione, che scoppiò come è noto nel 1789...". Bene: quell'inciso è innocuo, ma irritante. In primo luogo perché è inutile. Se un fatto è noto, non occorre menzionarlo: se lo si menziona lo si deve al sospetto che non sia noto a tutti.

Un altro capitolo di storia della schiavitù italiana. Due libri da non usare nei futuri manuali scolastici.
Un noto politico che da un pezzo fa il bello e il cattivo tempo in questo paese, si beccò un coccolone pare a causa di un eccesso di zelo sessuale. Si dice anche che si accompagnasse nella circostanza a una zoccola di quelle che rischiavano la clandestinità non in termini di legge varata guarda un po' dalle stesse parti, ma di visibilità televisiva – che per molte italiane oggi è un dramma pesantissimo.

Eunuchi ai tempi del sultanato mediatico di Arcore.
Mentre l'intero paese si sgretola come una sbrisolona, non c'è giorno in cui gli italiani non siano risucchiati dal gorgo melmoso di un fotoromanzo porno in 3D. Intercettazioni e interviste raccontano dettagli che solitamente sono documentati solo sui manuali di ginecologia o nei cult-movie di Joe D'Amato. Cortigiani e cortigiane difendono a spada tratta il loro leader maximo nella più azzardata sintesi ecumenica della new politic: comandare è fottere, fottere è comandare, ma è meglio con una bella ragazza che non con un gay. Alla fine, insomma, l'offesa peggiore resta sempre quella: "A frocio!"

Ci vorrebbe una letteratura popolare.
Ci vorrebbe una letteratura popolare: ma chiunque potrebbe obiettare che, prima, bisognerebbe inventarsi un popolo.
L'obiezione sembrerebbe valida, perché, in effetti, è evidente, che, oggi più che mai, nessuno di noi si sognerebbe di sentirsi uno del popolo: questo, di fatto, perché viviamo piuttosto nella condizione di pubblico.
Non è fuori da ogni congettura operare validamente questa distinzione fra popolo e pubblico.

Ufo e implicazioni aliene all'indomani della rivelazione dei cablogrammi FBI messi a disposizione del sito 'The Vault'.
Questa è una storia che sembra uscita da un romanzo. Sulla versione on line del Salt Lake Tribune dell'11 aprile si legge: Il 4 aprile del 1949, gli agenti del FBI dello Utah inviarono un cablogramma "urgente" al direttore J. Edgar Hoover. Si diceva che un agente di guardia all'Ogden Supply Depot (una sorta di deposito di rifornimenti), un poliziotto di Logan e un ufficiale dell'Highway Patrol dello Utah di Mantua avevano visto da miglia di distanza un UFO, che, riferirono, era esploso in cielo.

L'Italia e i suoi padroni.
Dall'editore Aliberti arrivano di recente libri sulle malagevoli faccende dell'Italia presente, specie quella politica. Mi riferisco al lavoro della giornalista Elena G. Polidori, Berlusconi e la fabbrica del popolo, sulla grande macchina televisiva che ha trasformato l'Italia degli ultimi decenni, e a una biografia feroce di Umberto Bossi a opera di un ex militante leghista e giornalista della "Padania", Leonardo Facco (Umberto Magno. La vera storia dell'imperatore della Padania).

Mille (e i futuri venti).
Anche se avvenne nel 1860, quest'anno a ben dire, vien spontaneo festeggiare nel cento cinquantenario dell'unità d'Italia, l'impresa dei Mille. Come corollario alla fausta ricorrenza.
Noi che siamo orchi e paura non abbiamo, festeggiamo le Mille.
Direte voi cosa?
Le mille recensioni dal momento della nascita del Paradiso degli Orchi sul web.
Esattamente con il libro di Morley Callaghan raggiungiamo la quota fatidica. E non è uno scherzo.

Un anniversario importante
Il nostro spiritoso amico Bruno Lauzi (guarda quante volte ritorna nei nostri pensieri adesso che non c'è più) a proposito degli inni diceva che la statura media dei cittadini, anzi, meglio ancora, la lunghezza delle gambe dei soldati di un paese si può facilmente dedurre dal tempo di metronomo del suo inno nazionale. Più veloce è l'inno, più corte le gambe. Lauzi, che di gambe corte se ne in-tendeva, aveva ragione. Basta ascoltare "Fratelli d'Italia" insieme con "God save the Queen", o con l'inno americano, e la differenza di velocità c'è. Questione di gambe.

Ecco un test per misurare la capacità intellettiva.
E' un semplice gioco e basta rispondere sì o no a 13 domande. Ad ogni risposta è abbinato un punteggio. Alla fine il risultato ottenuto vi da l'esatta percezione della vostra capacità intellettiva (e del vostro buon gusto)
1 – Vi interessa ascoltare Eco che dibatte su 'come ho scritto Il cimitero di Praga?
Se sì 5 punti
Se no 0 punti

Predicar bene e razzolar male: difetto della critica indigena o 'virtù' che si fa necessità?
Sì appunto, predicar bene e razzolar male. Scrive, ahinoi, Giovanni Pacchiano sull'inserto domenicale dei libri de Il sole 24 ore a proposito del libro di Viola Di Grado Settanta acrilico trenta lana, pubblicato recentemente dalla E/O: Ha scritto un romanzo così poco italiano, lontano anni luce dalle tendenze della nostra narrativa giovane: niente storie di formazione, niente provincia e colore locale, niente calligrafismo o finta disinvoltura. E le pagine finali, benché drammatiche, sono ben distanti dallo splatter o dal sensazionalismo.
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