RECENSIONI
Ivo Scanner
La spada nella carne
Soletti Editore, Pag. 141 Euro 14,00
Un romanzo è il suo protagonista, nel senso che senza di lui non ci sarebbe una storia da raccontare. Ecco, se questo è vero, allora La spada nella carne è Godzy Edben, il personaggio principale dell’ultimo romanzo di Ivo Scanner — di cui ricordiamo romanzi come La borsa di Togliatti, Le mani del Che o il più recente Pedofobo.
Siamo in Toscana dalle parti di Cortona e il magnetico Edben ha affittato Villa Unicorno, una villa storica ormai in rovina. Perché? Si tratta solo del capriccio di un ricco anziano annoiato o sotto c’è qualche altra cosa? Difficile dirlo anche se Molly, invitata proprio da Edben, capisce subito che in quella villa c’è qualcosa che non va. A lei si aggiungerà subito dopo Dario, ex compagno di Molly e suo superiore al giornale con il quale lei collabora. Effettivamente Godzy Edben è il carismatico capo di una setta segreta, quella dell’Ordine del Drago, che come obiettivo ha quello di ricostruire una spada magica che conferisce poteri illimitati. Scanner attinge a piene mani (e lo fa con grande maestria) all’iconografia horror-pulp che affonda le radici in tanti B-movie e persino fumetti porno. Pensiamo solo alla festa di inaugurazione di Villa Unicorno, una sorta di circo Barnum, o alla cerimonia di iniziazione rappresentata da sacrifici umani con tanto di sangue di vergini e peni d’argento.
Certo che la figura più interessante di La spada nella carne, ambientata in uno spazio narrativo di fortezze medievali e boschi sacri, è certamente Godzy Edben, un vecchio pazzo che alle sue spalle ha guerre e atrocità, e un oscuro passato da nazista velato di esoterismo. Daghe affilate, scalpelli, braci ardenti: sono questi i suoi arnesi. E da questo punto di vista Scanner non si smentisce continuando a riprendere lo svolgersi degli eventi sempre dal punto di vista del “cattivo” di turno (la realtà vista con gli “occhi di Caino” ebbe a dire qualcuno anni fa). Di fronte a lui i suoi antagonisti — Molly e Dario — non tengono il passo e subito sono attratti dal fascino che ha qualcosa di sovrannaturale. Di più sulla storia non vi diciamo.
di Marco Minicangeli
Siamo in Toscana dalle parti di Cortona e il magnetico Edben ha affittato Villa Unicorno, una villa storica ormai in rovina. Perché? Si tratta solo del capriccio di un ricco anziano annoiato o sotto c’è qualche altra cosa? Difficile dirlo anche se Molly, invitata proprio da Edben, capisce subito che in quella villa c’è qualcosa che non va. A lei si aggiungerà subito dopo Dario, ex compagno di Molly e suo superiore al giornale con il quale lei collabora. Effettivamente Godzy Edben è il carismatico capo di una setta segreta, quella dell’Ordine del Drago, che come obiettivo ha quello di ricostruire una spada magica che conferisce poteri illimitati. Scanner attinge a piene mani (e lo fa con grande maestria) all’iconografia horror-pulp che affonda le radici in tanti B-movie e persino fumetti porno. Pensiamo solo alla festa di inaugurazione di Villa Unicorno, una sorta di circo Barnum, o alla cerimonia di iniziazione rappresentata da sacrifici umani con tanto di sangue di vergini e peni d’argento.
Certo che la figura più interessante di La spada nella carne, ambientata in uno spazio narrativo di fortezze medievali e boschi sacri, è certamente Godzy Edben, un vecchio pazzo che alle sue spalle ha guerre e atrocità, e un oscuro passato da nazista velato di esoterismo. Daghe affilate, scalpelli, braci ardenti: sono questi i suoi arnesi. E da questo punto di vista Scanner non si smentisce continuando a riprendere lo svolgersi degli eventi sempre dal punto di vista del “cattivo” di turno (la realtà vista con gli “occhi di Caino” ebbe a dire qualcuno anni fa). Di fronte a lui i suoi antagonisti — Molly e Dario — non tengono il passo e subito sono attratti dal fascino che ha qualcosa di sovrannaturale. Di più sulla storia non vi diciamo.
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