RECENSIONI
Gianfranco Franchi
Monteverde
Castelvecchi, Pag. 310 Euro 16,00Guido Orsini è triste ed eroico, ma anche anti-eroico e antipatico, scorretto. Come le sue serate sul terrazzo della sua casa di Monteverde, a scrivere e immaginare fanzine carbonare e rivoluzionarie con gruppi di studenti che non rivedrà mai più, le sue passeggiate per le strade di uno dei quartieri più belli e vecchi della Capitale, le sue riflessioni paranoiche, le sue sconfitte davanti a un dvd che sentenzia la fine di un rapporto e l'inizio della routine dell'angosciosa coppia eterosessuale. E poi la musica. E il calcio. Guido Orsini trova rifugio in queste due ulteriori inutili mega-produzioni contemporanee. Lui, adoratore di Radiohead, Sigur Ros, Pearl Jam, Jeff Buckley, costretto a confrontarsi col quotidiano delle radio private che mandano ovunque musica lobotomizzante, in ogni angolo delle nostre città, negozi, centri commerciali, supermercati, i jingle dei telefonini, le suonerie, le musichette di attesa al telefono. Lui, che ancora si commuove per un concerto all'Auditorium di un gruppo di pazzi islandesi (i Sigur Ros appunto) che suonano stridori rarefatti e suggestionano con folletti, gnomi ed elfi. Questo pazzo mondo, che costringe a rifugiarsi nel tifo calcistico per non morire di frustrante impotenza. Che anzi aiuta a morire piano piano dietro un pallone che rotola. La As Roma. Un mito che vorrebbe riesumare antichi fasti, che incita i nuovi proletari Ultras a crederci, così che la rivoluzione del popolo sia ben incasellata nella telefonata a una radio privata, ed esali il suo ultimo sfiato nella reprimenda incazzata contro un Mister indegno, una presidenza che non compra, gladiatori che non riescono ad essere tali sul prato verde.
Monteverde è un non romanzo pop. Colto e spiazzante. Bellissimo e suggestivo. Guido Orsini è un personaggio in apnea, giovane rabbioso e messianico, l'antitesi esemplare dei giovani che appaiono sui manifesti elettorali del PD. Triestino di nascita e revanchista (di una multiculturalità istriana utopica e romanzesca). Fiero romano d'adozione (come l'autore, ma del resto...). E' un bambino che ricorda il papà che lo portava allo stadio. E' un arbitro di calcio insultato ma mai malmenato. E' la commozione sciocca e ineguagliabile per uno scudetto perso e uno vinto. E' un uomo a cui una coppia di istrici giganti occupa la casa. Un fanciullo bene che associa la morte del nonno al catafalco borghese su cui viene issato il cadavere. Guido Orsini ha come patria la letteratura, dice. E' un anti-italiano. Quindi, un romano perfetto.
di Adriano Angelini
Dello stesso autore
Radiohead. A kid
Arcana, Pag. 540 Euro 18,50Thom Yorke, una delle ultime vere rockstar mondiali e leader dei Radiohead, uno dei gruppi rock che ha più segnato la storia musicale di fine e inizio nuovo millennio, non è un depresso. Lo dimostra sul palco. La sua carica adrenalinica, la sua energia di piccolo borghese oxfordiano sono quanto di più di distante da come ce l'hanno descritto i critici à la page delle riviste che contano, quelle che si chiamano solo con le iniziali, per capirci. E i testi poi. Se sapeste che chicche. C'è di tutto, nei suoi versi. Dalla A di Amore fino alla Z di Zastávka tornando alla A di Apocalisse
L'arte del Piano B
Piano B edizioni, Pag. 146 Euro 13,50Agile, spietato manualetto di sopravvivenza esistenziale e poi sociale. Intelligente, a tratti illuminante divertissement letterario con gli immancabili richiami pop che caratterizzano la scrittura di Gianfranco Franchi. L'arte del piano B è trattato sul sogno, sull'idealizzazione, sulla fuga dalla realtà, rappresentata, appunto, dal Piano B. Purtroppo, come tutti i sogni (quelli di tutti, anche Hitler, Stalin, Bush, Kim II Sung e Berlusconi ne avevano uno; e scusate se ho messo vicini gli ultimi due), essi svaniscono all'alba.
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