RECENSIONI
Gaetano Cappelli
Canzoni della giovinezza perduta
Marsilio, Pag. 331 Euro 18,00
Vorrei fare due conti, ma per decenza mi limito. Eppure scalpito: ma quanto ha preso D'Orrico (ma sì il Dorry Coyons critico letterario del 'Pompiere della sera') per scrivere la puttanata sulla fascetta verde che 'arricchisce' il volume qui presente? Io dico parecchio, anche perché non s'è tenuto. L'ha sparata davvero grossa.
Scrive: Chi non ha letto il bellissimo racconto Toccàti si è perso in assoluto una delle cose migliori, più alte e divertenti della letteratura italiana di fine secolo.
Ora di alto e divertente (ammettendo che si possa sorridere per una cosa del genere) c'è sola la sua fregnaccia (ma secondo voi quante migliaia di euro s'è messo in tasca?).
Ma a noi poveri umani (e scrittori), che non abbiamo la considerazione del più grande coglione della critica indigena, come non è mai venuto in mente di scrivere un racconto a tre voci dove una è quella di Rocco che vuole fare il cantante, ma fondamentalmente è uno sfigato, che per un colpo di fortuna riesce ad agganciare un boss che se lo porta in America dove gli fa conoscere la donna più bella del mondo con la quale però ha una strana liaison perché all'uopo il suo pipo non funziona, almeno non come dovrebbe? Che la seconda è quella di Guido che pure lui è uno sfigato ma che alla fine capisce che se vuole scrivere un libro deve rendere ancora più 'toste' le vicissitudini che ha con Gloria, l'ex fidanzata di Rocco e con un altro amico, Pietro, che è la terza voce narrante, che è pure lui sfigatissimo, ma che almeno si scopa di santa ragione la suddetta Gloria?
Ma a noi poveri umani (e scrittori), che non abbiamo la stima del più ignobile imbratta fogli dell'indigena critica, come non è mai venuto in mente di scrivere un finale dove Guido pubblica il romanzo e viene abbandonato da tutti i suoi amici che ha menzionato e che si sono riconosciuti in quella estremizzazione dei loro 'problemucci'?
Io credo che per scrivere un racconto come Toccàti ci voglia del coraggio: ma in un'epoca come questa dove Lagioia è il più votato under 40 del nostro paese dai prezzolati della stampa e che la Avallone ha 'indubbie capacità affabulatorie' (Filippo La Porta... ma chiudetela definitivamente 'sta porta, una volta per tutte!) non credo si debba aggiungere alcunché.
Si dirà: ma questa non è una recensione, ma un vero e proprio attacco ad una categoria. Ma dài: mi sgolo da anni. Quel che sconvolge è che un libro di rimasticature come questo Canzoni della giovinezza perduta, racconti riciclati dopo decenni (quale necessità?) viene indicato come una delle cose più riuscite dell'anno.
Ma non è che era ano e io ho letto male?
Si diceva raccolta di racconti. Sì vero.
E il resto?
Po'ino davvero (come direbbero i pisani) e ancor meno.
Quindi sbrigatevela voi. Io la mia copia so dove va a finire.
di Alfredo Ronci
Scrive: Chi non ha letto il bellissimo racconto Toccàti si è perso in assoluto una delle cose migliori, più alte e divertenti della letteratura italiana di fine secolo.
Ora di alto e divertente (ammettendo che si possa sorridere per una cosa del genere) c'è sola la sua fregnaccia (ma secondo voi quante migliaia di euro s'è messo in tasca?).
Ma a noi poveri umani (e scrittori), che non abbiamo la considerazione del più grande coglione della critica indigena, come non è mai venuto in mente di scrivere un racconto a tre voci dove una è quella di Rocco che vuole fare il cantante, ma fondamentalmente è uno sfigato, che per un colpo di fortuna riesce ad agganciare un boss che se lo porta in America dove gli fa conoscere la donna più bella del mondo con la quale però ha una strana liaison perché all'uopo il suo pipo non funziona, almeno non come dovrebbe? Che la seconda è quella di Guido che pure lui è uno sfigato ma che alla fine capisce che se vuole scrivere un libro deve rendere ancora più 'toste' le vicissitudini che ha con Gloria, l'ex fidanzata di Rocco e con un altro amico, Pietro, che è la terza voce narrante, che è pure lui sfigatissimo, ma che almeno si scopa di santa ragione la suddetta Gloria?
Ma a noi poveri umani (e scrittori), che non abbiamo la stima del più ignobile imbratta fogli dell'indigena critica, come non è mai venuto in mente di scrivere un finale dove Guido pubblica il romanzo e viene abbandonato da tutti i suoi amici che ha menzionato e che si sono riconosciuti in quella estremizzazione dei loro 'problemucci'?
Io credo che per scrivere un racconto come Toccàti ci voglia del coraggio: ma in un'epoca come questa dove Lagioia è il più votato under 40 del nostro paese dai prezzolati della stampa e che la Avallone ha 'indubbie capacità affabulatorie' (Filippo La Porta... ma chiudetela definitivamente 'sta porta, una volta per tutte!) non credo si debba aggiungere alcunché.
Si dirà: ma questa non è una recensione, ma un vero e proprio attacco ad una categoria. Ma dài: mi sgolo da anni. Quel che sconvolge è che un libro di rimasticature come questo Canzoni della giovinezza perduta, racconti riciclati dopo decenni (quale necessità?) viene indicato come una delle cose più riuscite dell'anno.
Ma non è che era ano e io ho letto male?
Si diceva raccolta di racconti. Sì vero.
E il resto?
Po'ino davvero (come direbbero i pisani) e ancor meno.
Quindi sbrigatevela voi. Io la mia copia so dove va a finire.
di Alfredo Ronci
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