RECENSIONI
Fredric Brown
Cinque giorni d'incubo
Giallo Mondadori, Pag. 173 Euro 4,90
Reitero il consiglio: mi raccomando, voi che vi lasciate suggestionare ed affascinare da storie di 'genere', magari con qualche rimasuglio old style, fate sempre attenzione alle bancarelle e alle edicole. E fate attenzione al Giallo Mondadori: sì perché l'istituzione 'secolare' approfitta spesso dei suoi fondi di magazzino per riportare alla luce vecchie avventure non necessariamente adatte solo ad una lettura di fronte ad un caminetto (per chi ancora se lo può permettere).
Prendiamo ad esempio questo Brown d'annata (1962) che, da quanto risulta dalle informazioni in esergo, credo costituisca addirittura una prima traduzione italiana (quindi nemmeno un fondo di magazzino, epperò!). I meno sprovveduti sanno benissimo chi sia: un 'leone' della letteratura di genere che si è fatto le ossa non soltanto nel giallo, ma soprattutto nella fantascienza (il suo Assurdo universo è ritenuto da tutti un classicissimo e può competere con le migliori firme dell'immaginario). I più sprovveduti dovranno invece (attraverso la già sunnominata attività di spulcio di bancarelle o edicole di un certo tipo) provvedere a colmare un buco.
Ma, se accettate un consiglio, non lo colmate con questo Cinque giorni d'incubo. E' romanzetto inessenziale e noioso (ed è un bel paradosso: innanzi tutto un giallo non può essere noioso, e poi stiamo parlando di un autore che ha fatto della sorpresa e dell'oliato meccanismo d'intrattenimento una carta vincente).
Scivola come acqua saponata sul corpo 'sta storiellina di un uomo che rientra in casa e trova, infilato nella macchina da scrivere (e mica c'erano i pc!) un foglio in cui vi si dice che la moglie è stata rapinata e che per riaverla deve sganciare la bellezza di 25.000 dollari (vecchio conio, ovviamente... ma rimane comunque una bella cifra, soprattutto in questi tempi micragnosi).
La vicenda sta tutta nel tentativo di racimolare la cifra richiesta e nella gara di solidarietà degli amici, tutti eccitati all'idea di poter aiutare un uomo onesto ed innamorato della propria moglie.
(il direttur, che è mente lucida e spumeggiante, mi suggerisce di fare un confronto con un 'vecchio' classico della letteratura italiana, Registrazione di eventi di Roberto Roversi – 1964, quindi gli anni su per giù son quelli – perché vi si trovano insospettabili convergenze, ma solo sul piano della più o meno solidarietà amicale!).
Insomma Cinque giorni d'incubo è operina inutile e fiacca: ma rimane – e come non potrebbe essere – il suggerimento ai curiosi e a quelli a cui piace riempire la casa di carta e di straccia, di cercare altri romanzi di Brown (un altro suggerimento? Chessò? Vogliamo dire Il vagabondo dello spazio del 1957?) e trascorrere bei momenti, magari davanti ad un caminetto (sempre, come sopra, se uno se lo può permettere).
Si segnala la corretta traduzione di una grande del 'giallo': Laura Grimaldi.
di Eleonora del Poggio
Prendiamo ad esempio questo Brown d'annata (1962) che, da quanto risulta dalle informazioni in esergo, credo costituisca addirittura una prima traduzione italiana (quindi nemmeno un fondo di magazzino, epperò!). I meno sprovveduti sanno benissimo chi sia: un 'leone' della letteratura di genere che si è fatto le ossa non soltanto nel giallo, ma soprattutto nella fantascienza (il suo Assurdo universo è ritenuto da tutti un classicissimo e può competere con le migliori firme dell'immaginario). I più sprovveduti dovranno invece (attraverso la già sunnominata attività di spulcio di bancarelle o edicole di un certo tipo) provvedere a colmare un buco.
Ma, se accettate un consiglio, non lo colmate con questo Cinque giorni d'incubo. E' romanzetto inessenziale e noioso (ed è un bel paradosso: innanzi tutto un giallo non può essere noioso, e poi stiamo parlando di un autore che ha fatto della sorpresa e dell'oliato meccanismo d'intrattenimento una carta vincente).
Scivola come acqua saponata sul corpo 'sta storiellina di un uomo che rientra in casa e trova, infilato nella macchina da scrivere (e mica c'erano i pc!) un foglio in cui vi si dice che la moglie è stata rapinata e che per riaverla deve sganciare la bellezza di 25.000 dollari (vecchio conio, ovviamente... ma rimane comunque una bella cifra, soprattutto in questi tempi micragnosi).
La vicenda sta tutta nel tentativo di racimolare la cifra richiesta e nella gara di solidarietà degli amici, tutti eccitati all'idea di poter aiutare un uomo onesto ed innamorato della propria moglie.
(il direttur, che è mente lucida e spumeggiante, mi suggerisce di fare un confronto con un 'vecchio' classico della letteratura italiana, Registrazione di eventi di Roberto Roversi – 1964, quindi gli anni su per giù son quelli – perché vi si trovano insospettabili convergenze, ma solo sul piano della più o meno solidarietà amicale!).
Insomma Cinque giorni d'incubo è operina inutile e fiacca: ma rimane – e come non potrebbe essere – il suggerimento ai curiosi e a quelli a cui piace riempire la casa di carta e di straccia, di cercare altri romanzi di Brown (un altro suggerimento? Chessò? Vogliamo dire Il vagabondo dello spazio del 1957?) e trascorrere bei momenti, magari davanti ad un caminetto (sempre, come sopra, se uno se lo può permettere).
Si segnala la corretta traduzione di una grande del 'giallo': Laura Grimaldi.
di Eleonora del Poggio
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Fredric Brown
Ho ucciso mia nonna?
Classici Giallo Mondadori, Pag. 223 Euro 4,20Dico sempre: bisogna fare attenzione. Nello spulciare vecchie bancarelle, nello 'spidocchiare' vecchie librerie (quelle che in pratica non esistono più soppiantate da questi mega spazi che sembrano un po' ospedali da fiction americana) e nel dare un'occhiata alle edicole stracolme di cd e dvd e di quotidiani con gli strilli a quattro colonne.
Perché ogni tanto scatta la sorpresa che non t'aspetti.
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