RECENSIONI
Pietro Leveratto
Con la musica. Note e storie per la vita quotidiana.
Sellerio, Pag. 355 Euro 16.00
Non è uno scherzo se dico che ultimamente le cose che recensisco di più e in generale le cose che attizzano la mia sensibilità appartengono al mondo musicale.
Vero è che la musica è un fattore importante della mia vita.
Vero è che ultimamente son più le cose musicali che non quelle scritte a darmi il senso di una sofferenza vissuta.
In ogni caso le motivazioni di certe scelte sono queste… e allora beccatevi quest’altra esperienza sonora con i pro e con i contro (molto personali).
Con la musica non mi è piaciuto… e devo dire che c’ho messo coraggio e anche tanta sofferenza perché un libro del genere potesse in qualche modo riempire le mie lacune e qualche altra (poca) deficienza di settore.
Non soffermiamoci sulla struttura che in qualche modo ricorda altre suggestioni in merito (cioè a dire: va bene la struttura enciclopedica, ma ancora meglio il fatto che la stessa non sia determinata da artisti ma da condizioni quasi sempre personali), preferirei di più sottolineare il modo in cui il Leveratto ha estrinsecato le sue suggestioni.
Facciamo un esempio: alla lettera G di gelosia (notata la finezza?) il nostro racconta come il grande John Lennon abbia prodotto e realizzato il suo capolavoro Jealous guy. Ammette peraltro di non sapere a chi è destinato (ammettendo che sia importante) ma alla fine afferma che il brano è bellissimo, compresa la fischiata finale.
Bene, ma a noi che resta?
Cioè a dire: sia fatta l’origine del pezzo, sia pure fatta pure (almeno lo crediamo) l’esperienza di vita dello stesso, ma a noi che lo ascoltiamo e viviamo con esso, cosa ci rimane? Nel senso, cosa c’è di universale da trasmettere senza rifarci poi alle capacità dello stesso Lennon?
La musica ha sì molti significati, ma quello che viene trasmesso non sempre è quello che più si deve e si vuole cogliere.
Il libro è così dappertutto: pieno di informazioni e consigli; pieno di dovizie e anche di suggestioni, ma a noi (a me) rimane un senso spaurito delle cose.
Non me ne voglia l’autore, ma alle sue considerazioni peraltro anche suggestive e piene, preferisco il piagnisteo di chi magari non è così informato ma sa regalarci la vera propensione all’ascolto.
Qualunque esso sia.
di Alfredo Ronci
Vero è che la musica è un fattore importante della mia vita.
Vero è che ultimamente son più le cose musicali che non quelle scritte a darmi il senso di una sofferenza vissuta.
In ogni caso le motivazioni di certe scelte sono queste… e allora beccatevi quest’altra esperienza sonora con i pro e con i contro (molto personali).
Con la musica non mi è piaciuto… e devo dire che c’ho messo coraggio e anche tanta sofferenza perché un libro del genere potesse in qualche modo riempire le mie lacune e qualche altra (poca) deficienza di settore.
Non soffermiamoci sulla struttura che in qualche modo ricorda altre suggestioni in merito (cioè a dire: va bene la struttura enciclopedica, ma ancora meglio il fatto che la stessa non sia determinata da artisti ma da condizioni quasi sempre personali), preferirei di più sottolineare il modo in cui il Leveratto ha estrinsecato le sue suggestioni.
Facciamo un esempio: alla lettera G di gelosia (notata la finezza?) il nostro racconta come il grande John Lennon abbia prodotto e realizzato il suo capolavoro Jealous guy. Ammette peraltro di non sapere a chi è destinato (ammettendo che sia importante) ma alla fine afferma che il brano è bellissimo, compresa la fischiata finale.
Bene, ma a noi che resta?
Cioè a dire: sia fatta l’origine del pezzo, sia pure fatta pure (almeno lo crediamo) l’esperienza di vita dello stesso, ma a noi che lo ascoltiamo e viviamo con esso, cosa ci rimane? Nel senso, cosa c’è di universale da trasmettere senza rifarci poi alle capacità dello stesso Lennon?
La musica ha sì molti significati, ma quello che viene trasmesso non sempre è quello che più si deve e si vuole cogliere.
Il libro è così dappertutto: pieno di informazioni e consigli; pieno di dovizie e anche di suggestioni, ma a noi (a me) rimane un senso spaurito delle cose.
Non me ne voglia l’autore, ma alle sue considerazioni peraltro anche suggestive e piene, preferisco il piagnisteo di chi magari non è così informato ma sa regalarci la vera propensione all’ascolto.
Qualunque esso sia.
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