Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina

Il Paradiso degli Orchi
Home » I Classici » Diario di uno scadente sabato sera: "I Miei Luoghi Oscuri", di James Ellroy

Pagina dei contenuti


CLASSICI

Alessio Parretti

Diario di uno scadente sabato sera: "I Miei Luoghi Oscuri", di James Ellroy

immagine
Non sarebbe stato possibile concepire un libro simile, prima che fossero trascorsi decine di anni dai fatti narrati. Ellroy ha avuto la necessità di essere cinico, chirurgicamente freddo, per indagare quella che forse è la fonte del suo stesso talento, o quantomeno ciò che ne ha caratterizzato l'ispirazione. Gli è occorso farlo con circospezione e delicatezza, affinché il riavvicinamento non ne prosciugasse la vena, perché l'emozione non si tramutasse in sentimentalismi da quattro soldi, carta straccia, per intendersi.

Ellroy riesce nel compromesso, raccontando la sua personale parabola con uno stile a tratti giornalistico, essenziale. Per chi non lo conoscesse cito due dei suoi romanzi più conosciuti: L.A. Confidential e Dalia nera. Tutti e due tradotti in produzioni Holliwoodiane con attori e registi di prim'ordine, tutti e due pietre miliari del genere noir, con poliziotti di dubbia morale e assassini casuali, i cui crimini sono generati da un cocktail di casualità, alcol, frustrazione sessuale e condizioni ideali in cui un atavico risentimento maschile verso la donna può esprimere il massimo potenziale criminale. (Ellroy considera i serial killer anomalie sociali, perciò materiale inerte nel suo immaginario narrativo). Come scenografia alle sue storie le strade di Los Angeles, tanto più folcloristiche quanto più corrotte, ma soprattutto caratterizzate dalle vite sciagurate di donne bellissime. La madre dell'autore, appunto.

Ellroy, ormai scrittore affermato, capisce che tutto ciò che ha scritto fino ad allora conduce lì, all'omicidio della madre, assassinata in un vicolo, e decide di riaprire il caso, irrisolto, arruolando un detective in pensione del L.A. Police Department.

I Miei Luoghi Oscuri ha la struttura di un diario e i toni di un noir, ma è molto di più. Durante la sua indagine Ellroy ripercorre la sua esistenza fin dall'infanzia. Traccia le coordinate della sua vita attraverso la burrascosa separazione del padre e la madre, spoglia i genitori della visione filiale per scrutarli come persone e decriptarne i reali connotati, i reali pregi e i difetti. Racconta e decifra cose che ci hanno insegnato a tacere, come l'attrazione sessuale per il proprio genitore. Descrive la sua adolescenza da sbandato, l'alcolismo, ci mostra la sua ossessione per le case altrui, i furti, l'istinto che lo portava a introdursi in accoglienti villette e campare di espedienti. Mostra come l'apatia alla morte della madre e il suo disprezzo per quella donna, descrittagli dal padre come una lasciva alcolista, l'abbia trascinato alla deriva verso gli angoli più bassi della società, per poi riscattarsi tramite la scrittura. Si scoprirà così che tutti i suoi romanzi precedenti a questo erano solo luoghi in penombra, dove l'autore preparava gli strumenti per andare ancora più a fondo in quelli che davvero sono i suoi luoghi oscuri: Il vicolo dove la madre è stata assassinata, quello scadente sabato sera, i locali che frequentava, il Drive In dove è stata vista l'ultima volta, forse in compagnia del suo probabile assassino, e infine le foto della sua autopsia.

I Miei Luoghi Oscuri è un libro unico e generoso. Appare convulsivo nella sua caccia a indizi sepolti nella memoria di testimoni ormai vecchi, ed è un susseguirsi di prove, ricordi riemersi, indagini, false piste, mitomani, frustrazioni, supposizioni, teorie e fallimenti.

Ellroy dipinge con maestria ciò che era l'anima oscura dell'America negli anni cinquanta, e non risparmia di allargare il suo respiro ad altri fatti di cronaca, altri casi irrisolti che ossessionano il suo compagno d'indagini, il detective Stoner, del quale esamina e interiorizza l'approccio investigativo. Ellroy ce lo mostra prima come suo alleato e poi come amico, confrontandosi con lui e imparando a trattenere il proprio Ego come fa il detective durante gli interrogatori. Perché i testimoni si rilassino, perché non si sentano minacciati, giudicati, e perciò si aprano.

Ed è ciò che fa lui stesso, scrivendo I Miei Luoghi Oscuri. Mette da parte il proprio Ego, lascia che i lettori si fidino di lui e gli pone davanti una lunga domanda che vale infinitamente più di ogni risposta; perché tramite questa ricerca Ellroy si riavvicina alla madre, e le dedica forse la più struggente dichiarazione d'amore che io abbia mai letto.





L'edizione da noi considerata è:



James Ellroy

I Miei Luoghi Oscuri.

Edizioni SuperPocket 2000 R.L.





CERCA

NEWS

RECENSIONI

ATTUALITA'

CINEMA E MUSICA

RACCONTI

SEGUICI SU

facebookyoutube