RECENSIONI
Kenneth Anger
Hollywood Babilonia
Gli Adelphi, Traduzione di Ida Omboni, Pag. 450 Euro 16.00![immagine](uploads/tx_orchidata/9788845936265_0_536_0_75.jpg)
Ho sempre considerato il cinema come qualcosa di malvagio. Il giorno in cui è stato inventato è stato un giorno nero per l’umanità.
A scrivere queste righe oserei dire apocalittiche è lo stesso Anger, che credo abbia voluto dare un segno di diabolico omaggio a questo suo libro. Libro che inizialmente non fu accettato negli USA, fu pubblicato nel 1959 in Francia e solo nel 1973 in lingua inglese.
Perché trovò tanta resistenza? Francamente non lo so, perché il testo, se proprio vogliamo qualificarlo appartiene alla serie: il più pulito tra gli attori c’ha la rogna.
Ora, è vero che le vicende delle star hollywoodiane sono terribili e incredibili (e il pubblico di allora fu testimone assai divertito e colpito da siffatte tragedie), ma innanzi tutto non fu l’intera congrega di artisti ad essere al centro di tali ignominie (a dire il vero, il più delle volte erano attori e attrici al primo successo e alle prime dimostrazioni) e poi c’è sempre il fatto che se vuoi costruire un evento, è facile imbastire una storia agghiacciante e arricchirne anche i risvolti.
Sicuramente qualcosa di credibile c’è stato: penso soprattutto al tribunale che negli Anni trenta cercò di condannare Charlie Chaplin perché se la faceva con una sedicenne (sappiamo poi che Chaplin ebbe anche altro da Hollywood e dagli Usa, ma su quest’ultimo punto mi permetto di non indugiare troppo), o la misteriosa morte di Valentino e tutta la serie di suicidi che avvenne alla notizia della sua dipartita.
C’è anche altro per carità (stranamente i veri mostri di bravura di quel tempo, tanto per dirne due, Greta Garbo e Alfred Hithcock, sono completamente assenti) ma se vogliamo proprio dirla tutta, il resto del volume tratta di corna, di furti, di suicidi, di sangue, di sesso, di morti improvvise e non proprio comprensibili, di droga, di scandali (economici e non) e di crisi personali.
Più che parlare di cinema come qualcosa di malvagio, mi sarebbe piaciuto che l’autore e pure regista, avesse parlato di come, spesso e volentieri, sono i soldi a rovinare l’ambiente, più che l’ambiente stesso.
Pinzillacchere, avrebbe detto Totò (che faceva cinema, eppure tanto, ma non fu mai malvagio), eppure Anger ha continuato in questa successione di disgrazie pubblicando pure un secondo volume hollywoodiano.
Per gli appassionati di sangue.
di Alfredo Ronci
A scrivere queste righe oserei dire apocalittiche è lo stesso Anger, che credo abbia voluto dare un segno di diabolico omaggio a questo suo libro. Libro che inizialmente non fu accettato negli USA, fu pubblicato nel 1959 in Francia e solo nel 1973 in lingua inglese.
Perché trovò tanta resistenza? Francamente non lo so, perché il testo, se proprio vogliamo qualificarlo appartiene alla serie: il più pulito tra gli attori c’ha la rogna.
Ora, è vero che le vicende delle star hollywoodiane sono terribili e incredibili (e il pubblico di allora fu testimone assai divertito e colpito da siffatte tragedie), ma innanzi tutto non fu l’intera congrega di artisti ad essere al centro di tali ignominie (a dire il vero, il più delle volte erano attori e attrici al primo successo e alle prime dimostrazioni) e poi c’è sempre il fatto che se vuoi costruire un evento, è facile imbastire una storia agghiacciante e arricchirne anche i risvolti.
Sicuramente qualcosa di credibile c’è stato: penso soprattutto al tribunale che negli Anni trenta cercò di condannare Charlie Chaplin perché se la faceva con una sedicenne (sappiamo poi che Chaplin ebbe anche altro da Hollywood e dagli Usa, ma su quest’ultimo punto mi permetto di non indugiare troppo), o la misteriosa morte di Valentino e tutta la serie di suicidi che avvenne alla notizia della sua dipartita.
C’è anche altro per carità (stranamente i veri mostri di bravura di quel tempo, tanto per dirne due, Greta Garbo e Alfred Hithcock, sono completamente assenti) ma se vogliamo proprio dirla tutta, il resto del volume tratta di corna, di furti, di suicidi, di sangue, di sesso, di morti improvvise e non proprio comprensibili, di droga, di scandali (economici e non) e di crisi personali.
Più che parlare di cinema come qualcosa di malvagio, mi sarebbe piaciuto che l’autore e pure regista, avesse parlato di come, spesso e volentieri, sono i soldi a rovinare l’ambiente, più che l’ambiente stesso.
Pinzillacchere, avrebbe detto Totò (che faceva cinema, eppure tanto, ma non fu mai malvagio), eppure Anger ha continuato in questa successione di disgrazie pubblicando pure un secondo volume hollywoodiano.
Per gli appassionati di sangue.
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