RECENSIONI
Silvestro Ferrara
John Harvey Kellogg. Mai dire mais
Bevivino, Pag. 121 Euro 9,00
Mi chiedo quale stramaledetto motivo può aver indotto (o induce) una persona che si suppone normale a raccontar le imprese di uno fuori di testa. Che poi le cose non stanno proprio così. Pensiamo a Freud. Lui diceva di capire i nevrotici essendo egli stesso un nevrotico. Probabilmente anche pieno di tic: quindi che gusto c'era a riferir di uno psicoteraupeta con qualche problemino nel cervello?
Si dirà: siam tutti nevrotici. Giusto, quindi parlar di turbe e di chi ne soffre è un po' come mangiare o espletare bisogni fisiologici. Peggio invece elencare le imprese di uno pseudo ricercatore, affetto, questo sì, da turbe probabilmente adolescenziali (basti pensare che a quattro anni voleva accompagnare il padre nel lavoro di rappresentanza porta a porta) che diventa medico affermato e ricco ed enumera teorie sulla salute, gran parte al limite della paranoia, ma qualcuno col senno di poi.
Stiamo parlando di John Harvey Kellogg che crediamo ignorato solo dai più sprovveduti e che invece gli svelti di comprendonio associano, e giustamente, ai corn flakes.
Aveva costui l'ossessione dello star bene, e altruista com'era, tentò di trasmettere questa sua filosofia ai posteri: sia i bisognosi, che quelli in perfetta salute.
Dunque fulmini e saette contro i fumatori, contro gli obesi, contro i divoratori di carne, contro i fornicatori e persino contro gli scorreggioni. Perché l'equilibrio, secondo il professor Kellogg, partiva essenzialmente dall'intestino: quindi giù con idroterapia, clisteri 5 volte al giorno compresi quelli allo yogurt (s'ignora perché il professore considerasse, in questo preciso caso, la bocca una sorta di optional) e terapie dimagranti vegetariane (e vi lascio immaginare quali).
Ma il Kellogg saettava pure contro i fornicatori (specifichiamo: in realtà i fornicatori sono quelli che compiono adulterio. Kellogg aveva a morte pure i semplici 'praticanti' di sesso e gli onanisti sui quali, poareti, sperimentava tecniche di una ferocia subumana. S'ignora se nella sua lunga e fortunata pratica abbia incontrato sadomaso impenitenti: là era una bella sfida, però!).
La leggenda riferisce che il professor, per paura di macchiarsi di cotanta bassezza, nonostante avesse preso moglie, non consumò giammai. Convinto che l'atto arrivasse financo a sottrarre attimi preziosi alla vita di un individuo.
Scherziamoci sopra, ma l'uomo visse quasi cent'anni... ma non traete conclusioni che sarebbero in ogni caso inesatte.
Insomma abbiamo scherzato, ma non tanto: Ferrara si è adeguatamente preparato per scrivere questa 'sciagurata' biografia (temiamo che si sia dovuto sorbire anche la lettura di un saggio del 'nostro' dal titolo Colon hygiene – sic!) ed il risultato è un quadro divertente e stimolante di un personaggio e di pratiche che non stentiamo a credere ancora applicate (sull'idroterapia invece se ne può tranquillamente parlare... ma su i clisteri di yogurt possiamo consultarci con la Marcuzzi).
di Alfredo Ronci
Si dirà: siam tutti nevrotici. Giusto, quindi parlar di turbe e di chi ne soffre è un po' come mangiare o espletare bisogni fisiologici. Peggio invece elencare le imprese di uno pseudo ricercatore, affetto, questo sì, da turbe probabilmente adolescenziali (basti pensare che a quattro anni voleva accompagnare il padre nel lavoro di rappresentanza porta a porta) che diventa medico affermato e ricco ed enumera teorie sulla salute, gran parte al limite della paranoia, ma qualcuno col senno di poi.
Stiamo parlando di John Harvey Kellogg che crediamo ignorato solo dai più sprovveduti e che invece gli svelti di comprendonio associano, e giustamente, ai corn flakes.
Aveva costui l'ossessione dello star bene, e altruista com'era, tentò di trasmettere questa sua filosofia ai posteri: sia i bisognosi, che quelli in perfetta salute.
Dunque fulmini e saette contro i fumatori, contro gli obesi, contro i divoratori di carne, contro i fornicatori e persino contro gli scorreggioni. Perché l'equilibrio, secondo il professor Kellogg, partiva essenzialmente dall'intestino: quindi giù con idroterapia, clisteri 5 volte al giorno compresi quelli allo yogurt (s'ignora perché il professore considerasse, in questo preciso caso, la bocca una sorta di optional) e terapie dimagranti vegetariane (e vi lascio immaginare quali).
Ma il Kellogg saettava pure contro i fornicatori (specifichiamo: in realtà i fornicatori sono quelli che compiono adulterio. Kellogg aveva a morte pure i semplici 'praticanti' di sesso e gli onanisti sui quali, poareti, sperimentava tecniche di una ferocia subumana. S'ignora se nella sua lunga e fortunata pratica abbia incontrato sadomaso impenitenti: là era una bella sfida, però!).
La leggenda riferisce che il professor, per paura di macchiarsi di cotanta bassezza, nonostante avesse preso moglie, non consumò giammai. Convinto che l'atto arrivasse financo a sottrarre attimi preziosi alla vita di un individuo.
Scherziamoci sopra, ma l'uomo visse quasi cent'anni... ma non traete conclusioni che sarebbero in ogni caso inesatte.
Insomma abbiamo scherzato, ma non tanto: Ferrara si è adeguatamente preparato per scrivere questa 'sciagurata' biografia (temiamo che si sia dovuto sorbire anche la lettura di un saggio del 'nostro' dal titolo Colon hygiene – sic!) ed il risultato è un quadro divertente e stimolante di un personaggio e di pratiche che non stentiamo a credere ancora applicate (sull'idroterapia invece se ne può tranquillamente parlare... ma su i clisteri di yogurt possiamo consultarci con la Marcuzzi).
di Alfredo Ronci
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Silvestro Ferrara
Supergiusti, supertosti, superveri. Alla scoperta dei supereroi fai-da-te.
Caratterimobili, Pag. 101 Euro 12,00C'è tutta una generazione che saliva (da salivare) per la fumettistica: dal manga al superomismo. Tra i tanti ricordi mi sovviene alla mente l'inessenziale La vita erotica dei superuomini del buon Marco Mancassola (a dir la verità con un'angolatura desueta).
Qui siamo al contraltare, alla rinuncia del superpotere e alla materializzazione dell'eroe in calzamaglia, quando va per il meglio, casalingo e rabberciato, comune e mortale.
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