RECENSIONI
James Frey
L'ultimo testamento della Sacra Bibbia
Guanda, Pag. 319 Euro 18,00
È tornato James Frey.
Il controverso autore di Un milione di piccoli pezzi che lasciò scandalizzati gli americani all'Oprah Show, confermando le voci che volevano la sua biografia sui suoi primi vent'anni di droghe e disintossicazione come un libro molto "rimaneggiato", diciamo "truccato" da qualche esagerazione qui e là, dopo aver colpito duro con Buongiorno Los Angeles (affresco corale della città degli angeli) torna con un nuovo best seller L'ultimo testamento della Sacra Bibbia.
Un libro nato nella testa dell'autore nel 1994 che si concretizzò soltanto nel 2009.
Come nel precedente, sono molte le voci che in questo romanzo raccontano il loro punto di vista, la loro storia. Sono voci che ricordano gli evangelisti, ognuna con il proprio tono, la propria esperienza.
Ruth, Jeremiah, Adam, Mariaangeles, Alexis, Charles, di fatto sono la storia di Ben. Scrivono le righe dell'Ultimo Testamento del Messia, del Cristo Ritornato, che hanno incontrato, che ha cambiato loro la vita.
Un nuovo redentore affatto banale nella sua assoluta concretezza umana, nella sua nuova veste terrena, che ricalca l'uomo come è e come sarebbe vissuto da un'entità divina che si ritrovasse sulla nostra palla di fango.
Questo giovane che comincia la sua epopea in modo assolutamente inaspettato, dopo un inspiegabile incidente che avrebbe dovuto ucciderlo, si riprende contro ogni aspettativa e si aggira per New York imbattendosi in ogni tipo di fauna umana di prostitute, agenti di polizia, rabbini, preti, chirurghi, gay, homeless, commesse e altro. Si imbatte negli uomini e nelle donne che narreranno la sua storia.
Non fa molto per loro, li ascolta, ne vive l'essenza per un po' e prima o poi deludendo ogni tipo fervore cristiano e di astensione li bacia (tutti, senza distinzione di sesso), li penetra con sé stesso e senza nessun tipo di moltiplicazione di pani e pesci o altre manifestazioni sensazionalistiche, gli cambia la vita. Li rinnova.
Scorre via fino all'epilogo, apre sull'esigenza di credere che accomuna tutti gli uomini e tutte i credi, un romanzo che capovolge l'aspetto bigotto e borghese dell'America di oggi sulla sua faccia e la mette di fronte a uno specchio.
Una cosa è certa, James Frey,con il suo stile, sarebbe scelto dal nuovo Messia per dare testimonianza della sua venuta.
di Alex Pietrogiacomi
Il controverso autore di Un milione di piccoli pezzi che lasciò scandalizzati gli americani all'Oprah Show, confermando le voci che volevano la sua biografia sui suoi primi vent'anni di droghe e disintossicazione come un libro molto "rimaneggiato", diciamo "truccato" da qualche esagerazione qui e là, dopo aver colpito duro con Buongiorno Los Angeles (affresco corale della città degli angeli) torna con un nuovo best seller L'ultimo testamento della Sacra Bibbia.
Un libro nato nella testa dell'autore nel 1994 che si concretizzò soltanto nel 2009.
Come nel precedente, sono molte le voci che in questo romanzo raccontano il loro punto di vista, la loro storia. Sono voci che ricordano gli evangelisti, ognuna con il proprio tono, la propria esperienza.
Ruth, Jeremiah, Adam, Mariaangeles, Alexis, Charles, di fatto sono la storia di Ben. Scrivono le righe dell'Ultimo Testamento del Messia, del Cristo Ritornato, che hanno incontrato, che ha cambiato loro la vita.
Un nuovo redentore affatto banale nella sua assoluta concretezza umana, nella sua nuova veste terrena, che ricalca l'uomo come è e come sarebbe vissuto da un'entità divina che si ritrovasse sulla nostra palla di fango.
Questo giovane che comincia la sua epopea in modo assolutamente inaspettato, dopo un inspiegabile incidente che avrebbe dovuto ucciderlo, si riprende contro ogni aspettativa e si aggira per New York imbattendosi in ogni tipo di fauna umana di prostitute, agenti di polizia, rabbini, preti, chirurghi, gay, homeless, commesse e altro. Si imbatte negli uomini e nelle donne che narreranno la sua storia.
Non fa molto per loro, li ascolta, ne vive l'essenza per un po' e prima o poi deludendo ogni tipo fervore cristiano e di astensione li bacia (tutti, senza distinzione di sesso), li penetra con sé stesso e senza nessun tipo di moltiplicazione di pani e pesci o altre manifestazioni sensazionalistiche, gli cambia la vita. Li rinnova.
Scorre via fino all'epilogo, apre sull'esigenza di credere che accomuna tutti gli uomini e tutte i credi, un romanzo che capovolge l'aspetto bigotto e borghese dell'America di oggi sulla sua faccia e la mette di fronte a uno specchio.
Una cosa è certa, James Frey,con il suo stile, sarebbe scelto dal nuovo Messia per dare testimonianza della sua venuta.
di Alex Pietrogiacomi
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James Frey
Buongiorno Los Angeles
Tea, Pag. 553 Euro 16,60Cos'hanno in comune Esperanza, bimba messicana nata pochi metri dentro il confine americano, e Amberton Parker e sua moglie Casey, famosissimi attori hollywoodiani con un matrimonio di facciata e una famiglia con prole a coprire le rispettive omosessualità? E Old Man Joe, un barbone che vive nel cesso di un fast food su Venice beach e Dylan e Maddie, la giovane coppietta approdata nella città degli angeli dall'Ohio in cerca di una vita migliore sintetizzata dal sogno di una casetta sul mare con steccato bianco? Nulla, verrebbe da rispondere, e probabilmente è anche vero.
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