RECENSIONI
Sarah Haywood
La felicità del cactus
Feltrinelli, Chiara Mancini, Pag. 364 Euro 15,00
Susan è una single incallita. Vive a Londra, ha un bel lavoro, un appartamento che si è ritagliato su misura, e anche i rapporti sentimentali sono organizzati e razionalizzati in modo perfetto: niente coinvolgimenti amorosi e assoluta libertà. Susan vuole semplicemente avere tutto sotto controllo. Poi però avvengono due cose che in qualche maniera cambiano la sua esistenza: il concepimento di un figlio e la morte della madre. Insomma, Susan incontra la vita e la morte e per questo è costretta cioè a pensare al suo futuro e ad affrontare i nodi irrisolti del suo passato.
Niente di pesante, al contrario. La felicità del cactus è una narrazione che scorre leggera, diremmo spensierata e questo nonostante tutti i problemi che Susan si troverà ad affrontare. Tutto il romanzo ruota infatti sul complicato rapporto che la protagonista ha con suo fratello Edward (cioè con la famiglia) a causa di un’eredità. Edward è veramente la parte debole e la mossa della madre (non vi anticipiamo troppo in queste poche righe, per non togliervi il gusto) è il tentativo di non farlo diventare alcolista come suo padre, o forse solo di dargli un po’ di sicurezza. Sì, proprio quella sicurezza che Susan sparge a piene mani su tutti.
Non è un capolavoro La felicità del cactus, è un romanzo che scorre, divertente, e che a tratti fa pensare, come nelle pagine dedicate al padre di Susan e al suo alcolismo, raccontato per “negazione” nell’unico giorno che lei ricordi non ha bevuto. Geniali queste pagine, queste sì. Una giornata normale, insomma, quella normalità che a lei è mancata da bambina e che forse ora va cercando più di ogni altra cosa.
Normalità, sicurezza, prevedibilità: sono proprio queste le cose che la nuova situazione di madre-single le farà perdere e la farà affacciare a una nuova fase della sua vita. Del resto è possibile vivere se non si perde il controllo?
di Marco Minicangeli @gattospinoso
Niente di pesante, al contrario. La felicità del cactus è una narrazione che scorre leggera, diremmo spensierata e questo nonostante tutti i problemi che Susan si troverà ad affrontare. Tutto il romanzo ruota infatti sul complicato rapporto che la protagonista ha con suo fratello Edward (cioè con la famiglia) a causa di un’eredità. Edward è veramente la parte debole e la mossa della madre (non vi anticipiamo troppo in queste poche righe, per non togliervi il gusto) è il tentativo di non farlo diventare alcolista come suo padre, o forse solo di dargli un po’ di sicurezza. Sì, proprio quella sicurezza che Susan sparge a piene mani su tutti.
Non è un capolavoro La felicità del cactus, è un romanzo che scorre, divertente, e che a tratti fa pensare, come nelle pagine dedicate al padre di Susan e al suo alcolismo, raccontato per “negazione” nell’unico giorno che lei ricordi non ha bevuto. Geniali queste pagine, queste sì. Una giornata normale, insomma, quella normalità che a lei è mancata da bambina e che forse ora va cercando più di ogni altra cosa.
Normalità, sicurezza, prevedibilità: sono proprio queste le cose che la nuova situazione di madre-single le farà perdere e la farà affacciare a una nuova fase della sua vita. Del resto è possibile vivere se non si perde il controllo?
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